Provincia di Latina due, provincia di Frosinone zero eurodeputati: il problema della rappresentanza riguarda, ovviamente, tutti gli schieramenti. Però in questa fase storica tocca direttamente il centrodestra ciociaro che – a differenza del Pd e dei suoi pochi alleati – ha dimostrato di avere i numeri per riuscire con successo nell’impresa. Ma gli addetti ai lavori sanno che in Fratelli d’Italia s’era offerta la candidatura al deputato ceccanese Massimo Ruspandini che, però, l’ha rifiutata quando ha compreso che gli era stata assegnata una missione di servizio. Da qui è nata la scelta di piazzare solo una bandiera, affidata all’alatrense Maria Veronica Rossi, e comprensibilmente agitata senza grande entusiasmo. Qui s’è infranta ogni possibilità. Meglio, la possibilità di guardare agli interessi territoriali è andata in pezzi molto prima, lungo il cortocircuito che manda in tilt da tempo ogni possibilità di dialogo e convergenza tra il citato Ruspandini, Mario Abbruzzese e Claudio Fazzone. Una questione fatta di gestioni partitiche personalistiche e di vuoto pneumatico di ragionamenti politici. Ma questa è un’altra storia e ne riparleremo.
Il cortocircuito tra leader che mette in primo piano i personalismi
Qui conviene ricordare quant’è rilevante il danno che la mancanza di visione strategica dei cosiddetti leader ha di fatto provocato a Frosinone e provincia. L’Unione Europea ha competenza esclusiva sul mercato unico, sulla politica monetaria dei paesi euro e sul commercio internazionale, ma può legiferare (senza esclusiva) in altri settori molto importanti, tra cui l’agricoltura, le reti di trasporto, le politiche di coesione. Ora ci chiediamo, quanto pesa che un territorio come il nostro, in preda da anni agli effetti della deindustrializzazione, delle mancate bonifiche ambientali, dell’assenza di politiche di rilancio, non abbia rappresentanti a Strasburgo? In secondo luogo, se la provincia di Latina può contare su Nicola Procaccini (FdI – Terracina) e Salvatore De Meo (Forza Italia – Fondi), ci sarà o no un problema nell’aver di fatto ostacolato o neppure preso in considerazione l’elezione di un eurodeputato da parte della provincia di Frosinone?
L’Europa cerca il contatto coi territori e la Ciociaria non se ne cura
Guardando gli atti comunitari vien da concludere che una ‘testa’ ciociara probabilmente avrebbe permesso di avere voce e di portare le peculiarità legate alla provincia sul tavolo del confronto col parlamento europeo. Avrebbe garantito non solo una visibilità che ora mancherà ma, soprattutto, la possibilità di veicolare i provvedimenti in via di formazione, secondo le necessità e tipicità che arrivano direttamente dalla dimensione locale. Tanto è vero che lo stesso Parlamento europeo cerca legami diretti coi territori: in questi anni, infatti, la Commissione Ue, ha avviato la creazione di una rete di rappresentanti politici locali finalizzata alla comunicazione sui temi europei. Il progetto si basa su un’alleanza innovativa tra il livello di governance europeo e quello locale. Ne ha parlato mai nessuno nei comizi? Perché promuovere una strategia continentale/locale se davvero la nostra provincia, economicamente e socialmente complessa, con estensione che va dalle porte della Città metropolitana di Roma al Casertano, può tranquillamente soprassedere ed espungere dal dibattito politico elettorale e post-elettorale la questione relativa al non aver eletto nessun proprio rappresentante?
Lo abbiamo chiesto agli ultimi due eurodeputati eletti negli ultimi anni in provincia: Alfredo Pallone (centrodestra, dal 2009 al 2014 è stato membro della Commissione Affari economici e Monetari ed ottenne 130mila preferenze) e Francesco De Angelis (nel 2009 è stato eletto nelle liste del Partito Democratico con 85mila preferenze). Prima di loro Frosinone aveva spinto nell’emiciclo Ue Gerardo Gaibisso (dal luglio del 1989 allo stesso mese del 1994).
“Va riformata prima di tutto la legge elettorale regionale: ci danneggia”
“A me dispiace molto che la provincia di Frosinone sia rimasta senza parlamentare europeo – esordisce Pallone -. Lo dico perché gli interessi della comunità provinciale sono al di sopra dell’aspetto di chi direbbe… “quando c’ero io”. La verità è che c’è molta poca Europa in Ciociaria e, quindi, si crede poco alle potenzialità di un parlamentare e alle cose concrete che può dare, a prescindere dal colore politico. Dovremo ribilanciare le cose perché questa provincia è un territorio indiscutibilmente importante. Una riflessione va fatta in maniera molto approfondita. Non a caso alla Regione Lazio ho portato avanti il discorso di Roma Regione e lo ribadisco ancora oggi in modo convinto”.
“Roma città – alza il tono Alfredo Pallone – non solo fa incetta di consiglieri alla Pisana ma gode dei benefici di una legge elettorale regionale che penalizza le province e Frosinone prima di tutte. Va detto che la capitale costituisce un punto di attrazione per la stragrande maggioranza delle risorse che arrivano dallo Stato. Oltretutto in Regione è sempre Roma a fare la voce grossa. I nostri rappresentanti, a prescindere dalle beghe interne, dovrebbero iniziare a parlare di ciò che potremmo fare noi, dirigenti di centrosinistra e di centrodestra. Riuscissimo a cambiare la legge regionale sarebbe già una gran cosa e metterebbe fine alla guerra tra poveri tra Frosinone e Latina. Insomma c’è bisogno di una riflessione corale per il bene del territorio da parte dei rappresentanti di tutte le province del Lazio. Concludo coi complimenti a due esponenti del centrodestra: Mario Abbruzzese e Rossella Chiusaroli. Ma, ripeto, questo discorso sulla rappresentatività territoriale va portato avanti e non va ignorato”.
Il Pd Lazio mette in agenda la discussione sui territori senza eletti
“Per Frosinone e provincia non è la stessa cosa se c’è o non c’è l’eurodeputato locale eletto – spiega da parte sua Francesco De Angelis, che è presidente regionale del Pd -: è importante che ci sia perché parliamo di una rappresentanza strategica. Penso che questo punto vada messo in agenda ed è una questione che abbiamo già deciso di affrontare con Daniele Leodori (segretario del Pd Lazio). È un tema tutto politico in cui i partiti devono dare una risposta ai territori. Perché parliamo di una voce che si deve far sentire anche in Europa. L’obiettivo è di riuscire, soprattutto per il futuro, a risolvere la questione e dare una soluzione concreta e realistica. Certo – aggiunge -, non è una cosa semplice. Siamo al cospetto di un collegio grande che include quattro regioni. Non è agevole eleggere un parlamentare europeo da parte di una provincia: dovremmo attrezzarci per trovare il modo di affrontare e risolvere la cosa”.
De Angelis ricorda come, nei mesi scorsi, ci fosse stata l’ipotesi di una sua candidatura al Parlamento Ue: “C’è stata questa possibilità anche se è un’esperienza che ho fatto. Posso dire che sarebbe stata una prova molto competitiva, però ho valutato che le condizioni non c’erano. Ecco perché, alla fine, ho preferito dire a Leodori che non era il caso di concorrere. Poi voglio sottolineare l’ottima performance di Abbruzzese e Chiusaroli al di là della mancata elezione: l’impresa è difficile per chiunque arrivi dalle province. Questo è l’angolo da smussare”.