Veroli è un gioiello medievale sospeso sulla Valle del Sacco, dalla quale prende zaffate di smog restituendo il biancore dei suoi centri sparsi nel vastissimo territorio comunale. Patrizia Viglianti, uno dei tre candidati sindaco, insieme a Germano Caperna e Cristiano Papetti, è una verolana doc, laboriosa con l’impegno da sempre nell’azienda agricola di famiglia e con la consuetudine di guardare dritto negli occhi, senza mandarlo a dire. Emblematico il suo slogan elettorale: “Sincerità, soluzioni, solidarietà”. Iniziamo un viaggio tra gli aspiranti primi cittadini da lei, in omaggio al gentil sesso. È stata una delle colonne di Veroli ProXima (Caperna) ma non ha esitato a staccarsi da quel blocco politico e di potere portando la “x” – simbolo dei dieci capitoli programmatici essenziali per Veroli – nella lista civica a suo sostegno: NeXus. Con lei anche la lista di Forza Italia (unico partito presente alle elezioni comunali del centro ernico) e la sua “Patrizia sindaco”.
Dal fallimento del Terzo Polo all’assessorato comunale
“La mia candidatura? Nata da una connessione e da un percorso rapido – esordisce -: stavo nella lista di ProXima e mi sono portata via la X e l’ho messa in NeXus. Mi riferisco ai 10 punti fondamentali. Non ho sopportato la mancanza di sincerità e meno che mai le soluzioni prospettate che per me erano del tutto sbagliate”. Viglianti è stata per 7 anni assessore ai Servizi sociali col sindaco Cretaro. L’unica “esperienza politica” risale alle ultime politiche quando si candidò alla Camera col Terzo Polo: “Ma quel progetto è saltato”, chiosa. Dal punto di vista amministrativo fece la “riempilista” nel 2014 ma ottenne subito 220 preferenze e non venne eletta in Consiglio comunale per 4 voti.
Insomma due delusioni, la terza l’assessorato conclusosi con le dimissioni…
“Ho nutrito un odio viscerale per la politica – ammette – ma proprio per questo volevo impegnarmi in qualcosa che le desse un aspetto diverso, a partire proprio dall’essere sinceri, solidali e nel dare soluzioni vicine e soddisfacenti per le persone. L’ascolto è la cosa principale. Le persone hanno compreso e si sono sentite apprezzate. Ho iniziato da assessore a far capire a chi saliva le scale del Comune che il sostegno molte volte è un diritto e che non c’entra nulla con le abitudini di certi esponenti secondo i quali se l’assessore ti aiuta poi devi dargli il voto”.
Cosa si sente di aver cambiato nei servizi sociali di Veroli?
“Ci sono vari tipi di problematiche: disagio sociale, familiare ed economico. Ma spesso si intrecciano e occorre prendere tempo e capire. Per esempio un giorno un ragazzo venne in ufficio per il pagamento di una bolletta; abbiamo chiacchierato e il problema in realtà non era quello, visto che lui era stato in coma ed era finito con il non avere neppure supporto medico di base. Abbiamo iniziato a fare un lavoro di monitoraggio e supporto oltre che psicologico, morale e fisico. Siamo arrivati alla pensione di accompagno e, in 5-6 mesi, quella persona ha trovato stabilità e dignità. Un altro assessore, probabilmente, avrebbe pagato la bolletta e via. Invece bisogna intercettare i cittadini bisognosi e fornire loro gli strumenti per iniziare a vivere in piena autonomia. Spesso tra queste persone c’è una percentuale alta di rassegnazione e da lì nasce il disagio economico”.
L’occasione di Prato di Campoli e il rilancio del commercio
L’ambiente è al primo punto del programma di Patrizia Viglianti ed il pensiero va subito a Prato di Campoli, immenso prato con faggeta a 1100 metri sul livello del mare. Un’area dove c’è un parco avventura molto recente e nulla più, se non la necessità di evitare danni nei week end che incitano al pic nic, a partire da quello di Pasquetta. Viglianti propone una cooperativa di giovani che si occupi dell’area. “Sembra spesso che molti ragazzi restino inerti di fronte alla necessità di creare servizi, di innovare. Invece bisogna educarli al lavoro che crei benessere per il territorio e valorizzi la natura”. Perché Prato di Campoli può diventare “il paradiso del benessere, il luogo dove rigenerare lo spirito e rafforzare il corpo. Un volano per la promozione turistica di Veroli oltre che esperienza unica”. Poi nel programma troviamo il ribasso Tari finanziato dall’aumento della differenziata, il contrasto dell’inquinamento atmosferico con un programma di prevenzione che coinvolga le scuole. Grande attenzione al commercio con la creazione di una piattaforma che connetta Comune e operatori, la concessione di contributi e sgravi ed il riconoscimento de Pat (prodotti agroalimentari tradizionali).
Si presenta agli elettori come candidata civica o come una esponente di centrodestra visto che è sostenuta dai berlusconiani?
«Mi sento come una donna che scopre il marito con un’altra. Mi sento tradita dalla politica ecco perché ho scelto di rimanere civica. Devo capire adesso cosa fare da quel punto di vista. Con Forza Italia ho un legame sentimentale legato al fatto che mio padre era di quel partito. Poi, certo, ci sono le basi cattoliche condivise anche da me”.
Cosa devono aspettarsi i verolani da questa tornata elettorale?
“La città fino a qualche mese fa non aveva scelta. Adesso è nata una piccola speranza. Pur senza nulla togliere a Papetti, ho avuto un assessorato in cui sono stata tra le persone e già il coraggio di staccarsi da quel blocco di potere, penso, agli occhi delle persone qualcosa possa voler dire. Non accetto che si dica a nessuna donna: ‘Sei una femmina e non puoi avere pretese’. Veroli non merita un sindaco che guardi dall’alto al basso. Ma serve un sindaco che stia tra i cittadini. Noi possiamo peccare di esperienza. Ma ci sono i corsi di formazione a rimediare, se fosse necessario. Veroli ha bisogno del cuore, sincero, umile e solidale”.