Sora – Ancora un episodio di violenza gratuita ai danni di poveri animali indifesi. Una signora della città volsca, molto attiva nel mondo del volontariato, ha segnalato su Facebook un fatto davvero deplorevole. Ignoti hanno preso di mira poveri gatti che la cittadina curava a proprie spese in una colonia in zona sotto ferrovia. I delinquenti in questione, per motivi ignoti e del tutto incomprensibili, hanno piazzato veleno – con tutta probabilità metaldeide, ossia un potente lumachicida – nelle ciotole che la solerte residente lasciava colme di cibo per i mici. La barbarie è testimoniata dalle immagini pubblicate a corredo di un drammatico post sui social.
“Questa mattina (ha scritto ieri la signora su Facebook n.d.r.) nella mia colonia, sotto ferrovia, ho trovato questo, cosa ne dite? Veleno! I miei poveri pelosetti, non so chi lo ha ingerito ancora. Che male stavano facendo? È un anno che chiedo telecamere, perché i vicini mi hanno sempre maltrattata. Sono distrutta nel pensare che qualche micio abbia mangiato questa roba. Sono dispiaciuta perché non ho avuto aiuto, una colonia andrebbe tutelata. Spero si prenderanno provvedimenti”.
Il grido di aiuto della signora si rivolge alle istituzioni: chi deve proteggere la salute e la vita stessa di questi esseri totalmente in balia delle azioni umane? Cosa spinge a perpetrare azioni così brutali ed atroci contro un animale che nulla di male può fare nei confronti di una persona? È una situazione da condannare non solo moralmente ma anche in quanto reato, come recita il nostro codice penale. Ricordiamo, infatti, che i quattro zampe vittime di queste crudeltà muoiono dopo aver provato un dolore indescrivibile, tra spasmi e sofferenze. E pertanto la legge prevede quanto segue: “Il nuovo articolo 544-bis c.p.(Uccisione di animali) punisce con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi chiunque per crudeltà o senza necessità cagiona la morte di un animale. L’articolo 544-ter c.p. (Maltrattamento di animali) punisce con la reclusione da tre mesi a un anno o con la multa da 3.000 a 15.000 euro, chiunque per crudeltà o senza necessità cagiona una lesione ad un animale o lo sottopone a sevizie, o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche. La stessa pena è comminata a chi somministri agli animali sostanze stupefacenti o vietate o li sottoponga a trattamenti che provochino danno alla salute degli stessi. Si prevede infine un aumento della metà della pena qualora dai fatti di cui al comma 1 derivi la morte dell’animale”.
Un episodio che non può riportare alla mente anche le gravi vicende di cronaca note purtroppo a livello nazionale, dopo le sevizie mortali inflitte a bestiole senza colpe, così come i casi di Leone, Aron, Oil, Grey che tanto hanno destato scalpore e hanno sconvolto e scosso l’opinione pubblica.


