Una denuncia pubblica quella che arriva da Carmine Di Mambro, ex consigliere comunale-coraggio e fautore della Legge regionale che porta il suo nome a tutela dei malata oncologici. L’uomo che da anni lotta contro un cancro, prendendo spunto dal progetto ‘Sentieri’ analizza lo stato di inquinamento in provincia di Frosinone, partendo dalla valle del Sacco per arrivare poi nel cassinate.
“La provincia di Frosinone continua a indossare la maglia nera per quanto concerne tumori e malattie della pelle che scaturiscono dallo stato ambientale in cui versa l’intero territorio. A porre nuovamente in evidenza quanto accade, ’soprattutto nella valle del Sacco, è stato lo studio Sentieri che descrive gli effetti provocati, sull’essere umano, dallo scellerato smaltimento di rifiuti e dello scarico illecito di acque nere – spiega Di Mambro -. Una lunga relazione che evidenza in maniera preoccupante la mortalità tra coloro che soffrono di patologie all’apparato circolatorio e a quello digerente mentre per tra le nuove generazioni è sempre più preponderante la leucemia. Dinanzi a un quadro così allarmante mi domando quanto tempo debba ancora trascorrere affinché prenda il via la bonifica della valle del Sacco: 50 milioni di euro stanziati per restituire vivibilità e dignità a un territorio oramai martoriato e irrimediabilmente compromesso”.
“Non possiamo più far finta che malattie come tumori o di leucemie soprattutto nelle in età giovanile siano frutto del fato. Lo studio Sentieri riserva inoltre un ampio spazio all’eccesso di mortalità per malattie dell’apparato respiratorio nella valle del Sacco. Seguono i tumori tra le donne e quelli al sistema cardiocircolatorio. Tutti questi dati, a mio avviso, sono strettamente collegabili a una efficiente e adeguata mancanza di monitoraggio del territorio negli anni passati e all’inquinamento scellerato – prosegue -. Per questo lancio un appello al nuovo governo regionale affinché la bonifica del sito della Valle del Sacco parta in tempi celeri ma che soprattutto avvenga secondo determinati criteri”.
“Non dobbiamo solo pensare all’inquinamento del passato ma anche a quanto accade ancora oggi. Per questo è priorità assoluta il disboscamento delle sponde del fiume Sacco lì dove potrebbero esserci ancora tantissimi scarichi abusivi che vengono coperti dalla vegetazione. Solo avendo un quadro preciso e totalmente scevro da inquinamento, si potrà pensare fra una decina di anni ad avere nuovamente un ecosistema sano e una vegetazione mai più compromessa. Da non sottovalutare anche la parte sud della provincia di Frosinone dove oltre alla discarica oramai in attiva di Roccasecca sorgono due siti che meritano di essere citati: l’ex Marini, situato nella zona industriale di via Solfegna e la discarica di Nocione. Entrambi situati nel comune di Cassino. Discorso a parte merita il termo valorizzatore di San Vittore del Lazio”.