Con una particolarissima pellicola di fantascienza Jonathan Glazer tornò dietro la macchina da presa per attraccare presso il Lido di Venezia, in concorso per l’allora 70esima mostra del cinema, con la bellissima Scarlett Johansson. “Under the Skin”, questo il titolo dell’opera del regista britannico, si è posto come un lavoro interessante sin da subito per la bionda star protagonista, che alla stampa ha dichiarato: “Per Glazer il film è stato un’autentica sfida aveva un’idea fertile, una storia con esito inatteso e la giusta tensione”. Il terzo film di Glazer è tratto dal romanzo “Sotto la pelle” (Einaudi, 2000), opera prima dello scrittore olandese Michel Faber (famoso per il bestseller “Il petalo cremisi e il bianco”). La pellicola è particolarissima e fortemente stratificata da numerosi simbolismi narrativi che trasudano a fatica da ogni fotogramma: quando fu presentato, nel 2013, diede vita a critiche contrastanti e qualche perplessità.
La trama
Il plot è abbastanza semplice – fin troppo forse – e vede come protagonista un’algida ma sexy aliena (Scarlett Johansson in versione bruna ma purtroppo poco convincente) con lo scopo di fare prede, sedurre vittime con la promessa del sesso. Dietro l’angolo però vi è una forte ricerca di umanità perché il gelido essere extraterrestre comincerà a provare sentimenti ed emozioni; ma non solo, scoprirà anche le grevi bassezze di cui è capace il genere umano.
Astrazione estrema
Pochi ingredienti sul fuoco “glazierano”, una sceneggiatura quasi ridotta all’osso e che lascia campo libero al visivo: il processo di astrazione raggiunge le vette dell’estremo, la rarefazione la fa da padrona, l’occhio di chi guarda – da entrambe le parti – è l’unica cosa che conta. Un cinema quasi sperimentale che cerca di sopperire al contenuto troppo essenziale con un gioco di immagini inquietanti e magnetiche: con un approccio intellettualistico si cercano le superfici, i corpi, gli sguardi, con vette di notevole impatto. La conturbante e a tratti tenera creatura che mostra le proprie rotondità si muove su una soglia anaffettiva per poi cambiare registro e cercare la dolcezza intima di un coinvolgimento sensibile.
Un concept film forse un pizzico pretenzioso
Glazer mette in scena a tutti gli effetti un concept film, dove la narrazione è al grado zero e conta soltanto ciò che lo spettatore vede e percepisce attraverso i sensi dell’aliena. La sceneggiatura non spiega fino in fondo volutamente la vera ragione della cattura degli uomini mentre nel romanzo è esplicitato che gli umani sono cibo prelibato, catturati, mutilati e messi all’ingrasso. Non è dato sapere neppure chi sono gli uomini in motocicletta che assistono fin dall’inizio l’aliena (anch’essi altri alieni?). L’autore non concede nessuna spiegazione logica né digressioni drammaturgiche della vicenda, lasciando lo spettatore sospeso nel vuoto delle immagini.
Concettuale, ermetico, a tratti violento e agghiacciante, Under the Skin, seppur non riuscito in maniera totalizzante, si avvale di una colonna sonora disturbante almeno quanto le immagini, fortemente evocativa. Estremamente estetizzante, la straniante pellicola immersa nella natura scozzese, chiede un tributo di doveroso impegno a chi la recepisce. Comprendere non è essenziale, ma lo è metabolizzare il velleitario visivo e affidarsi morbidamente all’ignoto. Un film video artistico che investe di sensazioni chi lo guarda, con un’intensificazione totalizzante sul finale da brivido. Sotto la pelle, sotto la superficie, c’è qualcosa, un’idea pura, ma nulla di concreto. Un filino pretenzioso.
Dettagli
Titolo originale: id.
Regia: Jonathan Glazer
Cast: Scarlett Johansson, Paul Brannigan, Robert J. Goodwin, Krystof Hadek, Scott Dymond