Dal 2010 il Patronato ENASC, Ente Nazionale Assistenza Sociale ai Cittadini, svolge il suo servizio di assistenza e tutela gratuita delle persone fisiche, sia in Italia che all’estero, con oltre 1.550 sedi che offrono un’attività a tutto tondo attraverso gli operatori, i collaboratori, avvocati e medici legali, al fine di far valere i diritti dei cittadini e contribuire al miglioramento della legislazione sociale. L’ENASC si occupa di benefici previdenziali, sociali, assistenziali, in sede amministrativa e di contenzioso; garantisce informazioni, consulenze e servizi in materia di attività di risparmio previdenziale, diritto di famiglia e successione, mercato del lavoro, assistenza sanitaria, prestazioni sociali legate al reddito, assistenza all’accesso ai dati ed ai servizi della Pubblica Amministrazione.
Oltre alle sedi ufficiali dislocate su tutto il territorio, il patronato ENASC accoglie gli utenti nei centri di volontariato, raccolta ed ascolto dove gli operatori garantiscono esperienza e professionalità in forma gratuita. Le competenze del personale vengono puntualmente aggiornate con dei focus interamente dedicati alla formazione dei dipendenti. «Il nostro patronato presta particolare attenzione alla formazione del personale affinché ogni singolo operatore possa rispondere alle rispettive esigenze formulate dagli utenti», spiega il Presidente Nazionale dr. Salvatore Mammone.
Servizi sempre più mirati ed evoluti
Abbiamo incontrato il Direttore Generale dr. Luigi Tosa Teio proprio durante un focus “tecnico” programmato per erudire i dipendenti dell’ENASC sulle inabilità dei dipendenti pubblici e sulle pensioni privilegiate, le cause di servizio, l’equo indennizzo di militari e forze dell’ordine: «Le giornate di formazione sono per noi particolarmente importanti, un’occasione per migliorare ulteriormente la qualità dei servizi rivolti al cittadino. Servizi sempre più mirati e risolutivi, che soddisfano i nostri utenti in ogni prestazione resa. Ci piace ricordare che l’ENASC è il primo patronato a livello nazionale per le pratiche istruite in occasione del Reddito di Cittadinanza. Adesso stiamo lavorando con l’Assegno di Inclusione. Siamo un punto di riferimento per le prestazioni assistenziali». – Ha evidenziato il Direttore Generale.
L’avvocato Andrea Azzone entra nel dettaglio e spiega: «Le attività di patronato vengono svolte gratuitamente in quanto finanziate dallo Stato. Lo Stato, oltre a premiare la quantità del lavoro svolto dall’ENASC, ne ha elogiato anche la qualità: la costante formazione del nostro personale ci consente di ottimizzare ulteriormente i servizi da noi resi. In quest’ottica i focus sono strumenti utili per approfondire le tematiche sollevate dal territorio e rispondere alle esigenze dei cittadini. Nelle ultime settimane stiamo allargando le competenze circa la previdenza sociale, per fornire alla comunità quante più informazioni su pensionamento, malattie, tutele e diritti, in particolar modo di dipendenti pubblici e forze dell’ordine. A questi ultimi, Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria, Vigili del Fuoco, è venuta a mancare l’assistenza dei rispettivi uffici amministrativi interni. Da qui nasce l’esigenza di particolari categorie a rivolgersi al patronato: ENASC ha, così, deciso di formare ulteriormente il personale per rispondere agli utenti della PA in generale».
Perché affidarsi ad un patronato
L’avv. Azzone insiste sui privilegi previsti dalla legge e che spesso i cittadini ignorano, per cui affidarsi ad un patronato competente consente e facilita la risoluzione della pratica ma anche il riconoscimento di un diritto, un indennizzo, un risarcimento, un beneficio e via dicendo: «Nell’ambito della tutela dell’assistito i nostri operatori si focalizzano su quanto previsto dalle leggi, per ottenere il massimo. Per fare un esempio, una patologia causata da una trasfusione di sangue prevede un indennizzo erogato dallo Stato ma anche un risarcimento in sede civile che spesso viene ignorato e mai preteso. Un operatore di patronato che conosce la tematica sa anche come consigliare e suggerire l’assistito sulla strada da intraprendere per ottenere tutti i benefici previsti dalla legge rispetto al danno subito. Le norme vigenti possono far valere un diritto anche rispetto ad un danno subito in passato. Gli indennizzi mensili ed i risarcimenti sono previsti dalla legge nr.210 del 1992, che riconosce il danno agli emotrasfusi e/o trattati con emoderivati e per via delle vaccinazioni obbligatorie; le più recenti disposizioni hanno esteso i benefici anche a chi ha subito un danno dalla vaccinazione anti-Covid. Lo scopo del patronato è quello di informare i cittadini: più sono consapevoli gli operatori e meglio potranno veicolare e suggerire gli utenti verso risposte molto spesso ignorate, quasi tenute nascoste».
La campagna vaccinale
Relativamente alla campagna vaccinale contro la pandemia del Covid, l’avv. Andrea Azzone conferma che a Torino il patronato ENASC ha già ottenuto il riconoscimento di una pratica – per cui si sta lavorando in sede civile per un risarcimento alla famiglia che sarà milionario. L’avvocato conclude: «Il prossimo obiettivo sono i focus per i medici di famiglia, i quali lavorano a diretto contatto con gli assistiti, affinché possano indirizzare i pazienti alla consapevolezza di avere dei diritti. Una importante sinergia che consentirà agli utenti di pretendere il riconoscimento dei loro benefici. È per noi un obbligo morale. Per meglio capire faccio riferimento ad una famiglia assistita da ENASC: un militare danneggiato per causa di servizio aveva ottenuto l’equo indennizzo e la pensione privilegiata. Non sapeva dell’esistenza di una speciale elargizione prevista da una legge nata negli anni ‘80 a favore delle vittime di terrorismo ed allargata nel 2005 alle vittime della criminalità organizzata ed estesa a tutte le forze dell’ordine. La norma prevede che in caso di decesso del militare, su scenario di guerra come anche per patologie, tipo quelle dovute all’uranio impoverito, gli eredi hanno diritto ad una liquidazione in conto capitale che ammonta a 200mila euro, ovvero 2mila euro per ogni punto di invalidità. Inoltre per ogni componente della famiglia, coniuge e figli, è previsto un assegno vitalizio pari a 1.533 euro. Infine in caso di concorsi indetti dalla PA c’è l’assunzione diretta: vedova o figli non devono eseguire le prove previste, entrano di diritto grazie ai posti riservati ai parenti prossimi delle vittime del dovere. È necessario diffondere queste informazioni, affinché vengano considerate e praticate dai cittadini». Previdenza, sicurezza sul lavoro, invalidità, sussidi, risarcimenti, tutela e tanto altro: i cittadini ignorano i privilegi previsti dalla legge, affidarsi ad un buon patronato fa la differenza.