Il Consiglio europeo ha dato ufficialmente il via libera per lo status di paesi candidati in Unione Europea a Ucraina e Moldavia. I 27 leader europei hanno anche concesso la prospettiva europea alla Georgia.
ZELENSKY: “IL FUTURO DELL’UCRAINA È NELL’UNIONE EUROPEA”
“Un momento storico. La giornata di oggi segna un passo cruciale nel vostro cammino verso l’Ue”, ha scritto in un tweet il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelenskiy, ha subito accolto favorevolmente il forte segnale politico di Bruxelles con un tweet: “Il futuro dell’Ucraina è nell’Unione europea“.
Prima della decisione di questa sera, oggi il Parlamento europeo aveva approvato con 529 voti a favore, 15 contrari e 14 astenuti la risoluzione non legislativa con cui chiedeva di concedere immediatamente lo status di Paese candidato Ue all’Ucraina e alla Moldavia.
Nella risoluzione si affermava anche la possibilità di concedere lo status di candidato anche alla Georgia, una volta completate le riforme necessarie indicate dalla Commissione europea. Gli eurodeputati hanno anche affermato nel testo “che non esiste una procedura accelerata per l’adesione all’Ue” e che questa rimane “un processo strutturato e basato sul merito”.
METSOLA: OGGI LE DAREMO STATUS PAESE CANDIDATO UE
“Oggi è una giornata storica per l’Unione europea, daremo all’Ucraina lo status di Paese candidato, cosa che il Parlamento Europeo ha chiesto sin dall’inizio della guerra scatenata dalla Russia”. Così la presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, arrivando oggi al Consiglio europeo a Bruxelles.
“Oggi, però, solleverò anche la questione dell’aumento dei costi della vita per i cittadini europei a causa della guerra, ha continuato la presidente dell’Eurocamera. “I prossimi mesi saranno molto difficili, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza energetica”, ha concluso Metsola.
NO INTESA SU ALLARGAMENTO, ALBANIA E MACEDONIA NORD DELUSE
Il vertice Ue-Balcani Occidentali tenutosi a Bruxelles è terminato senza raggiungere un’intesa sull’avvio dei negoziati per la prospettiva europea di Macedonia del Nord e Albania. La ragione è il veto posto dalla Bulgaria, per controversie identitarie con la Macedonia del Nord; veto che blocca anche l’Albania, che fa parte dello stesso pacchetto.
“Sono dispiaciuto e frustrato. Un’Unione europea incapace di liberare due Paesi ostaggi della Bulgaria non è una bella immagine”, ha dichiarato il primo ministro albanese Edi Rama. Il compromesso promosso dalla presidenza francese del Consiglio non ha convinto i leader balcanici: “Non possiamo accettare che una questione bilaterale diventi multilaterale. Spero che nel futuro ci capiremo meglio, e che il processo di allargamento sarà puramente meritocratico”, ha affermato il presidente della Macedonia del Nord, Dimitar Kovaceski.