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Uccise la moglie a mani nude dopo averle dato fuoco: 65enne si toglie la vita in carcere

Testimoni hanno raccontato di aver visto il 65enne che bloccava a terra la donna premendole con un ginocchio sul torace

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Bari – Si è tolto la vita in carcere il 65enne di Gravina in Puglia fermato con l’accusa di aver ucciso la moglie 60enne. Il cadavere è stato scoperto dagli agenti della Polizia penitenziaria nella notte intorno alle 3 di ieri. Il femminicidio risale alla notte tra il 5 e il 6 ottobre: secondo quanto riportato dalla stampa nazionale, l’uomo, di ritorno da una festa in famiglia con la moglie, avrebbe dato fuoco all’auto mentre la donna si trovava ancora all’interno e poi, quando la 60enne ha provato a fuggire, l’avrebbe uccisa a mani nude.

Testimoni hanno raccontato di aver visto il 65enne mentre, a pochi metri dall’auto in fiamme, con tutto il suo peso bloccava a terra la donna premendole con un ginocchio sul torace. Dopo essere stata soccorsa, la donna è morta nell’ospedale di Altamura dove sarebbe comunque riuscita a raccontare la terribile violenza subita. Durante l’interrogatorio di garanzia, lui si è difeso dicendo che in realtà stava cercando di rianimarla, non di ucciderla. L’accusa a suo carico era di omicidio volontario con le aggravanti del legame di parentela, della premeditazione e della crudeltà. Ora l’epilogo con la scelta di farla finita.

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