Oggi è possibile tornare ad avere le proprie sembianze anche dopo una grave patologia tumorale. È l’effetto dei “significativi progressi” e delle “ulteriori potenzialità” sviluppate dalla chirurgia maxillo-facciale, impegnata sia nella resezione delle neoplasie che nella ricostruzione del volto. Le possibili cause sono traumi, malformazioni o i tumori della testa e del collo.
In caso di neoplasie, i moderni approcci prevedono una task force multidisciplinare che coinvolge numerosi specialisti: oltre al chirurgo maxillo-facciale, vi sono oncologi, radioterapisti, odontoiatri, oculisti, dermatologi e radiologi, che collaborando riescono a garantire un approccio personalizzato, finalizzato a minimizzare i segni degli interventi e i rischi di complicanze.
Queste innovazioni sono state al centro del 27esimo Congresso della European Association for Cranio Maxillo Facial Surgery – EACMFS, che si è tenuto a Roma alla presenza di 3mila specialisti di oltre cento Paesi. A guidare i lavori il professor Manlio Galiè, presidente Eacmfs, direttore dell’Unità Operativa di Chirurgia Maxillo-Facciale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara e docente del dipartimento di Neuroscienze e Riabilitazione dell’Università di Ferrara, e il professor Valentino Valentini, presidente del Comitato scientifico del Congresso e professore ordinario in Chirurgia Maxillo Facciale presso l’Università Sapienza e direttore Uoc Chirurgia Maxillo-Facciale Policlinico Umberto I di Roma.
Tumori testa-collo, 10mila casi l’anno
I tumori della testa e del collo sono in aumento nel nostro Paese: erano circa il 4% delle neoplasie maligne negli anni ’90, mentre negli ultimi anni sono diventati il 5%, con 10mila nuovi casi ogni anno. Queste neoplasie hanno origine nelle cavità nasali e nei seni paranasali, nella faringe, nella cavità orale, nella laringe e nelle ghiandole salivari. Il più frequente, circa un caso su due, riguarda la laringe, seguito da quello del cavo orale e della faringe. In Italia, nel 2022 (ultimi dati disponibili) si è confermato il trend degli ultimi anni, con circa 10mila nuovi casi. A essere interessati sono soprattutto gli uomini, che rappresentano i due terzi dei pazienti, ma il genere femminile è sempre più coinvolto. La diagnosi precoce può rivelarsi fondamentale per la sopravvivenza: se il tumore si individua la primo o secondo stadio la sopravvivenza è al 80-90%; se al terzo-quarto stadio decresce al 35-40%.
Fumo, alcol e Hpv le cause principali
A provocare questo tipo di tumori sono soprattutto comportamenti scorretti come fumo e alcol, a cui si aggiungono le infezioni per il virus della mononucleosi infettivo (virus di Epstein Bar) e soprattutto il papilloma virus (Hpv), causa fino al 70% dei tumori dell’orofaringe. L’Hpv rappresenta l’infezione a trasmissione sessuale più diffusa, visto che il contagio può avvenire anche con un rapporto non completo; si può prevenire grazie a un vaccino, soprattutto se fatto in età preadolescenziale, disponibile dal 2007. La copertura vaccinale è in crescita, con la somministrazione della prima delle due dosi che coinvolge in media il 60-65% delle ragazze e il 50-55% dei ragazzi, ma resta ancora molto al di sotto del 95% raccomandato dall’Oms.
Le nuove frontiere tecnologiche della chirurgia maxillo-facciale
L’intervento chirurgico maxillo-facciale permette sia l’ablazione della parte malata che la ricostruzione del volto. Le tecniche mini-invasive consentono di limitare le incisioni, con minimo reliquato e riducendo notevolmente il rischio di infezioni. – Fonte Agenzia DIRE www.dire.it