Presso la Sala Caduti di Nassirya del Senato, è stato presentato il nuovo programma dell’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini dedicato alla diagnosi precoce del tumore al polmone. L’iniziativa, promossa dal Senatore Salvatore Sallemi, ha visto gli interventi del professor Giuseppe Cardillo, Direttore UOC Chirurgia Toracica del San Camillo e coordinatore del progetto, del Direttore Generale Angelo Aliquò, del senatore Franco Zaffini e l’on. Luciano Ciocchetti. L’evento è stato moderato dalla giornalista Nausica Cangini.
Il tumore al polmone è un killer silenzioso: ogni anno, in Italia, colpisce circa 44.000 persone, causando quasi 36.000 decessi. In Europa ogni 60 secondi avviene una nuova diagnosi e ogni 83 secondi un decesso correlato, con una stima di aumento dell’incidenza dell’1,3% nei prossimi anni, in entrambi i sessi. Nonostante i progressi della medicina, la sopravvivenza a cinque anni resta estremamente bassa, ferma al 16%. E’ la prima causa di morte per cancro. La mortalità del tumore al polmone supera quella sommata del tumore alla mammella, del colon e della prostata. Questo inquietante dato è legato soprattutto alla diagnosi tardiva del tumore polmonare: nella maggior parte dei casi progredisce senza particolare sintomatologia e viene individuato in stadi già avanzati, quando la possibilità di trattamento efficace sono drasticamente ridotte. Attualmente, solo 1 paziente su 4 è operabile al momento della diagnosi. Per questo la diagnosi precoce è fondamentale.
“Il tumore polmonare colpisce prevalentemente i forti fumatori, responsabili dell’85% dei casi”, spiega il prof Giuseppe Cardillo, direttore UOC Chirurgia Toracica del San Camillo Forlanini e Past-President della Società Italiana di Endoscopia Toracica (SIET). “È cruciale intercettare questa popolazione a rischio per individuare la malattia in uno stadio precoce, come già avviene attraverso programmi di screening in Paesi come Stati Uniti, Regno Unito, Polonia e Croazia. In queste fasi iniziali, infatti, un intervento chirurgico mini-invasivo, effettuato con tecnica robotica o videotoracoscopica, consente di raggiungere una sopravvivenza a cinque anni che sfiora il 90-95%. Sono stati effettuati numerosi studi, sia dal punto di vista clinico che cost effective che dimostrano come la diagnosi precoce garantisca non solo un risparmio economico ma anche sociale. Con questo progetto vogliamo mettere il meglio della tecnologia a servizio dei pazienti”.
Intercettare soggetti a rischio
Il progetto del San Camillo Forlanini mira a intercettare i soggetti più a rischio di sviluppare una neoplasia polmonare: forti fumatori con più di 55 anni e una storia di almeno 20 sigarette al giorno per 20 anni, o 10 sigarette al giorno per 40 anni. A queste persone viene offerta la possibilità di sottoporsi a una TC del torace a basso dosaggio, abbinata a un percorso personalizzato per la cessazione del fumo.
Per verificare l’idoneità al programma, è disponibile sul sito dell’Azienda Ospedaliera un semplice questionario, accessibile tramite un link o un codice QR. Il sistema, grazie a un algoritmo automatizzato, identifica i soggetti potenzialmente idonei, che riceveranno via email un appuntamento per una visita specialistica presso il San Camillo. Durante la visita, un team multidisciplinare composto da medici specialisti esaminerà non solo l’abitudine al fumo, ma anche altri fattori come familiarità, condizioni ambientali lavorative e sintomi pregressi. Grazie anche al supporto dell’intelligenza artificiale, verrà elaborato un “identikit del rischio” personalizzato per ciascun paziente, utile a prevedere con maggiore accuratezza la possibilità di sviluppare un tumore polmonare.
I soggetti con il più alto rischio saranno sottoposti a una tomografia computerizzata (TC) del torace a basso dosaggio, effettuata con apparecchiature radiologiche all’avanguardia. A completare il percorso diagnostico, il programma prevede una visita presso l’ambulatorio contro il tabagismo, dove gli specialisti offriranno supporto per iniziare un percorso personalizzato di disassuefazione dal fumo. I risultati della TC verranno discussi direttamente con il paziente, con l’obiettivo di pianificare eventuali controlli futuri, che potranno essere programmati a uno o due anni di distanza.
“Questo programma rappresenta un importante passo avanti verso una nuova visione della prevenzione, che non è solo un diritto, ma un dovere civico”, sottolinea Angelo Aliquò, Direttore Generale del San Camillo Forlanini. “La prevenzione contribuisce al benessere collettivo, riduce i costi del sistema sanitario ed è un segnale di responsabilità verso le generazioni future. E’ una lezione che ho imparato dai medici e voglio trasferirla ai decisori politici, perché anche questo è compito di un direttore generale di un’azienda sanitaria. Investire nella prevenzione significa contrastare l’incremento delle malattie croniche, che oggi assorbono la maggior parte delle risorse economiche del nostro sistema sanitario. Solo un approccio integrato, che coinvolga cittadini, istituzioni, realtà territoriali e decisori politici può garantire un futuro sostenibile per il nostro sistema sanitario”.
Il programma del San Camillo Forlanini si distingue per il suo approccio innovativo e integrato: non solo punta a individuare la neoplasia in fase precoce, ma mira anche a ridurre i fattori di rischio a lungo termine. Il risultato è un miglioramento significativo della qualità della vita dei pazienti e un impatto positivo sul sistema sanitario, con una riduzione delle spese legate al trattamento di malattie avanzate.