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Tre attentati in pochi giorni, le bombe che terrorizzano Cassino: vertice in Procura tra magistrati e investigatori

Gli ordini esplosi a San Bartolomeo, Colosseo e nel centro città potrebbero essere frutto della stessa mano. Sequestrata la pizzeria

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Non due ma tre gli ordigni esplosi in pochi giorni a Cassino. Dopo l’ultimo grave episodio avvenuto la scorsa notte nel quartiere Colosseo, si è reso necessario un confronto in Procura tra i magistrati titolari delle indagini e le Forze dell’ordine: il procuratore capo facente funzione Alfredo Mattei e il sostituto procuratore Flavio Ricci, il capo della squadra mobile di Frosinone Flavio Genovesi e gli investigatori del commissariato di Cassino.

A conclusione della riunione è stato disposto il sequestro del locale gestito da una famiglia del posto. C’è il sospetto, infatti, che dietro i tre episodi: la bomba carta posizionata sul davanzale di un appartamento Ater in via Grosso, un’altra che ha mandato in fumo una vettura nel quartiere San Bartolomeo e l’ultima esplosione che la scorsa notte alle quattro ha semi distrutto la pizzeria Arcobaleno, possa esserci un filo conduttore.

Sulla vicenda gli investigatori non rilasciano alcuna dichiarazione o ipotesi. E per ora la Polizia Scientifica ha repertato ogni singolo elemento utile alle indagini. Resta da capire per quale motivo, dopo una sorta di quiete durata quasi 10 anni, Cassino torni nuovamente a essere ‘ostaggio’ di episodi di criminalità altamente pericolosi.

Tutte e tre le esplosioni, infatti, non hanno provocato feriti ma avrebbero potuto farlo e di certo oggi staremmo a raccontare un epilogo ancor più tragico. Tornando all’esplosione dell’altra notte nel quartiere Colosseo, dalla visione delle telecamere di video sorveglianza si nota un giovane, con la testa coperta da un cappuccio grigio, che accende l’ordigno, lo lancia e scappa.

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