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“The good lobby”, gli interessi illeciti di Anniballi e Caligiore e l’egemonia dell’ingegner Polsinelli

A quasi due settimane dagli arresti, continuano a delinearsi ruoli e posizioni nel "sistema Ceccano" scoperchiato dalla clamorosa inchiesta

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Ceccano – Il circuito “fatture-tangenti” utilizzato per la spartizione di “mazzette” provenienti dalle aziende aggiudicatarie di appalti presso il Comune di Ceccano è stato dettagliatamente disvelato a seguito dell’inchiesta “The good lobby”. La Squadra Mobile di Frosinone e il Servizio Centrale Operativo di Roma, coordinati dalla procura europea, hanno ricostruito con dovizia di particolari i collegamenti fondamentali tra le società utilizzate dagli indagati per rendere liquide le somme di denaro che gli stessi si sarebbero spartiti quale provento della gestione illecita della cosa pubblica ceccanese, tramite il “giro” di fatture.

Il “sistema Ceccano” era ben rodato e articolato. Ognuno dei sodali aveva un compito ben specifico. I fondi per le opere pubbliche legate al PNRR partono dal Comune e sono utilizzati per essere veicolati a professionisti incaricati dallo stesso Ente, oltre che alla “Cooperativa sociale Antea”, indagata, che si occupa della gestione di migranti. Successivamente, alle aziende destinatarie degli appalti pubblici vengono emesse delle fatture,
o da un gruppo di società campane o dalla s.r.l. finita nel fascicolo degli investigatori che si interpone nel circuito alle società campane. Al termine del “giro” le somme pervenute alle società campane vengono restituite in contanti
da Antonio Annunziata a Stefano Anniballi per la spartizione con gli altri sodali finiti ai domiciliari dopo il blitz scattato all’alba dello scorso 24 ottobre.

Gli interessi illeciti di Anniballi e Caligiore sui tecnici incaricati dal comune di Ceccano e l’egemonia di Polsinelli

Entra in gioco, nel corso dell’indagine, la figura di Stefano Polsinelli, 47 anni il prossimo 30 novembre, residente a Sora. Le investigazioni hanno fatto emergere come la gestione tecnica dei progetti del Comune di Ceccano fosse controllata personalmente da proprio da Polsinelli. Era lui per gli inquirenti l’ingegnere “preferito” di Caligiore. Risulta essere destinatario di numerosi incarichi da parte del Comune amministrato dall’ex sindaco arrestato e sospeso dall’Arma. Tra questi figurano la realizzazione di un centro educativo per minori nel quartiere Di Vittorio ed i lavori di
restauro del Castello dei Conti. Tutto ovviamente con i fondi del Pnrr.

Al fine di dimostrare una apparente rotazione negli incarichi diretti, per l’accusa, Polsinelli avrebbe imposto, sempre nell’ambito dei progetti afferenti al Pnrr, tecnici e professionisti di sua fiducia e vicini a società a lui riconducibili. Con questo modus operandi, tra il 2022 e il 2023, 766.390,00 euro sarebbero finiti nelle tasche dell’ingegnere sorano, sempre secondo le ricostruzioni degli investigatori.

Un’egemonia pressocché assoluta quella di Stefano Polsinelli. L’ingegnere sorano si aggiudicherebbe direttamente o indirettamente tutti gli incarichi relativi alla progettazione dei lavori del Comune di Ceccano, grazie alla connivenza di Caligiore che da lui riceve in cambio delle utilità. La tesi viene avvalorata da alcune conversazioni captate in un’intercettazione ambientale del maggio 2023. In quella circostanza a parlare sono Camillo Ciotoli, anche lui ai domiciliari, e uno dei suoi colleghi del Comune destinatario di misura interdittiva. “Ma che siamo i pupazzi tuoi? Che stiamo sul libro paga tuo?” sbotta il secondo commentando le pretese di Polsinelli.

Nelle successive intercettazioni, lo stesso Ciotoli parla con l’altro arrestato, Diego Aureli, subentrato per volontà di Caligiore e Anniballi – dopo un colloquio in un noto locale di Frosinone – al citato dipendente destinatario di misura interdittiva e palesa tutti i suoi timori che il sistema possa esser scoperto. In particolare teme che un consigliere di minoranza possa intraprendere iniziative che facciano scoprire tutte le illegalità nella spartizione degli incarichi che viene operata dal Comune di Ceccano.

Intercettazioni, tasselli, passi falsi e remore che per l’accusa sarebbero rappresentativi della consapevolezza del sodalizio di operare nell’illecito. Le posizioni di tutti i 36 indagati nell’ambito dell’inchiesta “The good lobby” sono ora al vaglio della magistratura. I legali dei soggetti finiti ai domiciliari da ormai quasi due settimane, continuano a studiare le strategie difensive da adottare alla luce del corposo fascicolo contenente le accuse. Le indagini proseguono e sono attesi sviluppi che potrebbero anche portare fuori dal perimetro ceccanese per interessare altri Comuni della provincia.

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