I lavori per la realizzazione della quarta linea, avviati all’interno del termovalorizzatore Acea di San Vittore del Lazio, sono stati bloccati dal ministero della Cultura, Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio.
Secondo quanto accertato dai funzionari del dicastero, interpellati dalla Polizia di Stato che, nelle scorse settimane, unitamente alla Procura di Cassino, ha avviato degli accertamenti, i lavori sarebbero stati realizzati senza il parere vincolante della soprintendenza archeologica. L’area dove sorge il termovalorizzatore di San Vittore del Lazio, situato in località Porchio, al confine con i comuni di Cassino e Rocca d’Evandro, rientra in una zona dove in passato sono stati rinvenuti reperti risalenti all’epoca paleolitica o comunque alla preistoria.
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Per questo il Ministero aveva imposto delle prescrizioni vincolanti. Quando si iniziano lavori di questa portata, infatti, bisogna salvaguardare gli usi civici, verificare la determinazione che ha preso il Comune per gli usi civici e in ultimo ma non meno importante, garantire la presenza costante di un archeologo che rappresenti la Sovrintendenza. Per ogni scavo eseguito è necessario effettuare un saggio preventivo, proprio a cura dell’archeologo, per verificare se ci siano o meno reperti storici seppelliti.
La società Acea, secondo quando appurato dalla Polizia, non avrebbe mai nominato un archeologo o rispettato nessuna delle prescrizioni vincolanti disposte dal Ministero. Un aspetto questo che è divenuto spunto di approfondimento da parte degli investigatori della sezione di Polizia Giudiziaria del commissariato di Cassino, coordinati dal vice questore Flavio Genovesi e dall’ispettore Roberto Donatelli, che in Comune hanno acquisito una corposa documentazione. Sono attesi ulteriori sviluppi.