Tecchiena di Alatri, colata di cemento per l’area mercatale. Villetta comunale in aperta campagna

La strana vicenda del parco pubblico di Tecchiena rinchiuso nell'ex campo sportivo e di una vasta area verde che sarà cementificata

Il vicesindaco va avanti a testa bassa, il sindaco sembra un attimo voltato dall’altra parte, l’opposizione ha detto la sua per ridimensionare e cambiare il progetto ed ora alza le mani di fronte all’ostinazione amministrativa. I lavori di sbancamento per spalmare l’imponente colata di cemento della nuova area mercatale di Tecchiena – frazione rilevante della città di Alatri – ma con mercato locale che non va mai oltre i 12-15 banchi – procedono comunque, grazie alla dotazione finanziaria derivante da contributi per la riqualificazione urbana inglobati nel Pnrr. Il cartello a presidio del cantiere parla di un investimento di 2 milioni e 649mila euro a valere sulle risorse del next Generation Eu. Inizio lavori marzo 2024 con chiusura entro un anno. Del resto il progetto non è granché complicato e non prevede molto oltre alla spalmata di calcestruzzo, a 2mila metri di verde sull’ettaro complessivo occupato, e alla costruzione di box per gli operatori commerciali a forma di “L”. Il problema è che Roberto Addesse, numero due dell’amministrazione Cianfrocca con deleghe a Lavori Pubblici, Verde Pubblico e Parchi dovrà vedersela, prima di cantare completamente “vittoria”, con proprietari di terreni che si sono rivolti agli avvocati e che intendono chiedere fino a 600mila euro di risarcimento danni per espropri, secondo loro, sottopagati o per occupazione di aree che ritengono non siano state neppure vincolate.

Pavia: “Opera sovradimensionata viste le esigenze

Enrico Pavia, capogruppo consiliare di Noi per Alatri, commenta: “Siamo stati da sempre critici nel sostenere che l’opera fosse manifestamente sovradimensionata rispetto alle esigenze. L’area di Tecchiena conta su un mercato rionale di dimensioni contenute. Abbiamo contrastato questa iniziativa ed avevamo proposto un’alternativa. Sostenevamo che andasse realizzata un’area mercatale più piccola, in linea con gli effettivi bisogni di ambulanti e cittadini. E per il resto realizzare un parco pubblico, una mini villa comunale stile Frosinone. Avevamo anche fatto un progetto pubblicizzato in campagna elettorale. Anche perché – aggiunge Pavia – al di là delle considerazioni fatte fin qui, l’intervento in corso è altamente impattante dal punto di vista ambientale”.

La logica di un grande parco pubblico invece di una piccola area verde

In zona sorgono, oltre alla scuola primaria Felice Cataldi, anche il quartiere Le Villette (villette a schiera e 4 palazzine residenziali) con circa duemila abitanti: “Insomma – spiega l’esponente della minoranza consiliare – quello spazio poteva diventare punto di riferimento per tanti e luogo di aggregazione. La gente vuol passeggiare in un parco vicino alle abitazioni. Che senso ha fare una villa pubblica – come stanno realizzando oggi con l’investimento di 300mila euro per la trasformazione del campo sportivo Sevi – in aperta campagna? Con tutti i rischi connessi sia alle scorribande di animali selvatici che alla realizzazione di una struttura appartata in cui anche i malintenzionati possono stazionare. Un parco realizzato all’interno di una depressione, costeggiato dal fosso Rio, tra case disperse nella campagna: è una zona assolutamente non indicata per parco pubblico”, insiste Pavia.

Verde attrezzato e arredi urbani nell’ex campo sportivo trasformato

Ma la rigenerazione dello storico campo sportivo Gino Sevi di Tecchiena, grazie ai finanziamenti del PNNR, – con sistemazione di verde attrezzato ed installazione di arredi urbani – è ovviamente limitata ad un’area molto contenuta di circa 14 mila metri quadri, e quindi poco adatta ad un autentico parco urbano – con lavori che è previsto si concluderanno a marzo 2026. “Eppure quel campo poteva essere facilmente rifunzionalizzato – sottolinea Pavia – visto anche che gli spogliatoi sono stati di recente ristrutturati spendendo 40mila euro. Poteva essere lasciato alle associazioni calcistiche per gli allenamenti. Sfruttando al meglio, viceversa, proprio tutta la zona che oggi viene destinata unicamente ad area mercatale”.

Le origini del malcontento di alcuni privati che hanno ceduto terreni

L’amministrazione comunale comunque conta di portare a buon fine un progetto che è in giro da una decina d’anni e risale alla precedente amministrazione comunale: c’è un vincolo preordinato all’esproprio sui terreni interessati che è scaduto ed è stato successivamente rinnovato. L’opera doveva concludersi a cinque anni dal primo via libera comunale all’occupazione degli spazi privati ed invece le attività di esproprio non si sono concluse nei tempi previsti e, contemporaneamente, il progetto non era stato neanche approvato. Da qui la proroga che ha però aperto il contenzioso con alcuni proprietari che, all’inizio dell’iter, hanno ceduto terreni a destinazione agricola ma, al momento del rinnovo del vincolo, si sono ritrovati a dover cedere aree che, a quel punto, lo stesso Comune aveva di fatto valorizzato con una diversa destinazione urbanistica. Da qui il ricorso alla carta bollata da parte di alcuni. Ma seguiremo le evoluzioni della vicenda in cui il confine tra il concreto interesse della comunità e la preordinata e insindacabile decisione amministrativa appare davvero labile.

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Stefano Di Scanno
Stefano Di Scanno
Giornalista Professionista

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