Il Comune di San Giovanni Incarico ha ottenuto la sospensiva al pagamento di seicentomila euro nei confronti dell’Unione di Comuni Antica Terra di lavoro e inerente l’incasso delle bollette Tari 2017. Una querelle tutta politico-amministrativo che scaturisce dalla richiesta di restituzione da parte dell’Unione dei Comuni, dell’intero ammontare delle bollette pagate dai cittadini. Una pretesa, secondo il Comune di San Giovanni Incarico, illegittima.
L’ordinanza di sospensione, emessa il 24 ottobre, a firma del presidente Mariarosaria Budetta, blocca di fatto l’esecuzione della sentenza impugnata, dando ragione al Comune di San Giovanni Incarico, assistito dall’avvocato professor Francesco Scalia, e il conseguente il decreto ingiuntivo. Un provvedimento che scaturisce dal fatto che “il tribunale abbia rigettato l’opposizione avverso un decreto ingiuntivo che non sia già munito della clausola di provvisoria esecutorietà”. Oltretutto il Giudice ha specificato che “le ragioni poste a fondamento dell’impugnazione non appaiono manifestamente infondate”.
Una serie di motivazioni che ha determinato di “sospendere l’efficacia esecutiva della sentenza impugnata” rinviando la “prosecuzione del giudizio all’udienza del primo dicembre”. Il sindaco Paolo Fallone soddisfatto del risultato va avanti per la sua strada al fine di risolvere “l’annoso groviglio politico-amministrativo”.
Il pronunciamento della Corte d’Appello, dopo l’udienza tenutasi lo scorso 29 settembre, scioglie la riserva sulla precedente sentenza N. R.G. 3535/2018 del 28 maggio 2022, che aveva disposto il pignoramento della somma di circa 600mila euro, richiesta quale rimborso della Tari relativa al 2017.
Il commento del sindaco
“Questo importante risultato – ha dichiarato il sindaco Paolo Fallone – conferma, ancora una volta, la validità delle azioni giuridiche- amministrative intraprese a tutela del nostro Comune e di tutti i cittadini. Questi positivi risultati confermano la validità delle scelte messe campo supportate, in modo puntuale, dal lavoro qualificato e certosino del nostro legale, l’avvocato Francesco Scalia, a cui va il nostro ringraziamento. Questa vicenda parte dal 2017, anno del nostro primo mandato, quando furono emesse illegittimamente delle bollette a nome del nostro Comune. Una situazione costruita politicamente a tavolino per metterci in difficoltà”.
“Oggi però l’ordinanza della Corte d’Appello sospendendo l’esecutività di un decreto ingiuntivo, il cui primario obiettivo era di bloccare le casse comunali, apre nuovi scenari in vista di chiudere, definitivamente, quello che è un groviglio politico-amministrativo, costruito per metterci in difficoltà evidenziando le anomalie di un’Unione di Comuni che ha generato, nel tempo, innumerevoli criticità sotto ogni aspetto, di gran lunga superiori ai benefici per i cittadini. Proseguiremo – ha concluso il sindaco Fallone – sulla strada intrapresa mettendo in campo tutte quelle e ulteriori azioni finalizzate alla tutela degli interessi di una intera comunità, preservando le casse comunali. Tutto questo perché convinti delle nostre ragioni e, nel contempo, fiduciosi nella Giustizia”.