Potrebbe configurarsi in un reato penale quanto accertato nel corso di un controllo all’interno di una nota azienda di Frosinone che, secondo le verifiche da parte della AeA, società che si occupa della gestione dell’impianto di depurazione industriale situato in località Colle San Paolo a Ceccano, scaricava i residui di lavorazione contenenti anche zinco, all’interno del colletore fognante.
L’amministratore giudiziario Massimo Barillaro, nei giorni scorsi ha dato seguito alle diffide di divieto di immissione di acque reflue in fognatura, chiudendo i pozzetti fiscali di una nota azienda operante nel nucleo industriale da diversi anni in quanto, nel mese di settembre, a seguito di un controllo effettuato, erano stati rilevati valori di zinco allo scarico superiori ai limiti di Legge. L’azienda era inoltre sprovvista dell’autorizzazione consortile allo scarico dal 2015, e all’atto della chiusura del pozzetto, è stato rilevato un sistema che permetteva la diluizione del refluo in uscita, tramite acqua prelevata appositamente allo scopo. Se ci siano profili di natura penale è, comunque, una circostanza che dovrà accertare la magistratura. L’azienda coinvolta in tale vicenda potrà, se lo riterrà opportuno, replicare alle contestazioni mosse dalla AeA.