Stereotipi di genere, arriva online il kit didattico per ‘smontarli’

Una piattaforma con video di approfondimento, attività da svolgere in classe, 50 schede didattiche. Il kit è disponibile gratuitamente

Che c’è di male se a una bambina piace Spiderman? È da questa semplice domanda che è nato il corto ‘Mi piace Spiderman.. E allora?’con l’intenzione di scardinare gli stereotipi di genere più radicati nella nostra cultura. Dal cortometraggio si è sviluppata poi un’intera piattaforma con video di approfondimento, attività da svolgere in classe, 50 schede didattiche: il progetto didattico multimediale ‘Stereotipi di genere.ue – Smontiamoli in classe’. Presentato nella Sala Europe Experience dell’ufficio Italia del Parlamento europeo a Roma, il kit didattico è disponibile, gratuitamente, sulla piattaforma https://stereotipidigenere.eu, ideata per fornire ai docenti e alle docenti della scuola primaria e secondaria di primo grado una serie di strumenti gratuiti per formarsi e lavorare in classe con attività utili a coinvolgere studenti e studentesse, stimolare la loro partecipazione e il pensiero critico.

La richiesta di materiali di lavoro era giunta proprio dal mondo della scuola, in occasione delle numerose proiezioni del cortometraggio ‘Mi piace Spiderman…e allora?’ di Federico Micali, tratto dall’omonimo libro di Giorgia Vezzoli prodotto da DNART. La piattaforma Stereotipidigenere.eu (gendersteerotypes.eu nella sua prossima versione in lingua inglese) contiene infatti vari materiali che vanno da strumenti didattici (glossari, bibliografie, test di autovalutazione) a video pillole di approfondimento, una sorta di webinar asincroni tenuti da esperti ed esperte, e ben 50 schede didattiche con tutta una serie di attività pratiche, divise per fascia di età e per tema (professioni, colori, linguaggio, cinema, musica, videogiochi ecc.). Sul portale poi è reso disponibile lo stesso cortometraggio, che sperimenta così una nuova idea di distribuzione online.

Il progetto ha ottenuto il finanziamento del bando CERV (Citizens, Equality. Rights and Values) della Commissione Europea che ne ha particolarmente apprezzato le modalità innovative e in grado di favorire un ampio accesso al tema della parità di genere. A presentare il progetto, la Commissaria Europea per
l’Uguaglianza Helena Dalli
, intervenuta in video collegamento. “Le aspettative basate su modelli standardizzati di donna e di uomo limitano le scelte e le possibilità personali- ha detto la Commissaria- Gli stereotipi sono una delle cause profonde dei divari e alimentano la violenza di genere, facendo credere che i comportamenti di abuso siano quasi fenomeni naturali. Dobbiamo dare un segnale chiaro: la violenza di genere va sempre combattuta”.

La Commissaria Helena Dalli ha poi parlato del tema dell’assistenza, “per molti ancora solo lavoro di donne”. “Con la strategia europea di assistenza vogliamo sostenere servizi di qualità ad un costo ragionevole in tutta l’Unione Europea- ha aggiunto Dalli- L’Italia è uno degli stati membri con la più bassa partecipazione delle donne al mercato del lavoro proprio perché alle donne spetta il lavoro di cura“. La Commissaria ha infine ricordato la campagna realizzata dall’Ue in occasione dell’8 marzo: “Una campagna che ha già portato ad una maggior consapevolezza e a discussioni significative. Scuola, insegnanti e famiglie hanno un ruolo fondamentale per prevenire la violenza”, ha concluso Dalli.

La piattaforma online, infatti, parte del cortometraggio per svilupparsi poi in schede didattiche da cui possono muoversi discussioni in classe, role playing, routine di pensiero, analisi di immagini e video, per andare ad individuare gli stereotipi di genere che permangono spesso in maniera inconscia e che sono direttamente legati ad un modello di pensiero capace di limitare possibilità, aspettative, oltre che a creare disparità di genere. È possibile navigare tra le schede, sia in base all’età sia in relazione agli argomenti: vengono infatti affrontate tematiche relative ai giochi e ai colori, al linguaggio di genere, al doppio standard spesso esistente anche in ambito familiare, come alla sotto- rappresentazione di genere nel cinema e nei media, all’immaginario sessista che passa dalla pubblicità, ai videogiochi fino ai testi delle canzoni (soprattutto rap e trap).

“Abbiamo potuto toccare con mano quanto possa essere importante affrontare questa tematica con ragazzi e ragazze- hanno detto i curatori Federico Micali e Serena Mannelli, insieme al produttore Giovanni Ciardulli per DNART- ed abbiamo intercettato la richiesta dei docenti di poter disporre di partecipazione attiva verso la parità di genere. E le scuole si pongono infatti come gli ambienti più indicati per o sviluppo di un pensiero critico, anche in contrapposizione ai contesti familiari e mediatici, che invece continuano a trasmettere modelli tradizionali e retrogradi facendoli passare come normalità”.

Il kit si pone un obiettivo ampio, aprendosi da una parte ad un percorso di formazione per docenti che vogliano approfondire la materia, dall’altra mette a disposizione una serie di strumenti utili ad intraprendere delle attività in classe attraverso metodologie attive. La piattaforma è stata sviluppata da Pietro Giovannardi con la collaborazione di Irene Manetti per Appennino. La cura e la direzione del progetto è di Federico Micali e Serena Mannelli (rispettivamente anche regista e sceneggiatrice del corto, nonché insegnante) che hanno coinvolto una serie di esperti per approfondire il percorso didattico. Tra le video pillole di approfondimento ci sono gli interventi di Claudio Cirri, recente premio Ubu con i Sotterraneo, della rapper antisessista Wissal Houbabi, della professoressa di diritto Micaela Frulli, della psicologa Maya Albano, della formatrice Margherita Cinefra, dell’editrice Monica Martinelli di Settenove, e della pedagogista Alessia Dulbecco.

II kit è prodotto da DNART, casa di produzione fiorentina specializzata su tematiche relative al mondo dei ragazzi e ragazze. Sono previste una serie di presentazioni in giro per ‘Italia, per far conoscere il progetto ai e alle docenti e per promuoverne l’utilizzo in classe. – Fonte www.dire.it –

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