Lunedì scorso, dopo la “sospenzione di fine anno”, iniziata il 9 dicembre scorso, allo stabilimento Stellantis di Piedimonte San Germano è ripresa la modesta produzione che, dal gennaio del 2024, è ridotta al turno unico con livelli occupazionali ormai pressoché dimezzati negli ultimi cinque anni e ridotti a circa 2100 dipendenti diretti. Questo 2025 sarà l’anno della salita produttiva della nuova Alfa Romeo Stelvio, full electric e, nel 2026, si vedrà l’esordio dell’Alfa Romeo Giulia full elecrtic. Proseguirà la ridotta produzione della Maserati Grecale nell’incognita lasciata dal responsabile Stellantis per l’Europa, Jean Philippe Imparato sul futuro del marchio del tridente e sui tempi dell’ipotetico rilancio. Per le versioni ibride delle Alfa non si sa quanto si dovrà attendere. Il nuovo Suv Stelvio sarà basato sulla piattaforma STLA Large. Gli esperti di “Quattroruote” ricordano che Stla Large, localizzata in diversi stabilimenti tra Europa e Nord America, tra cui la fabbrica cassinate appunto, “è una delle quattro piattaforme globali considerate fondamentali per raggiungere gli obiettivi del piano strategico Dare Forward 2030: supporterà anche varianti multi-energia, tra cui ibride e a combustione interna”. La nuova piattaforma sarà usata, oltre che per Stelvio e Giulia, anche per le prossime Maserati, che saranno prodotte dal 2026 nello stabilimento di Piedimonte. Lo Stelvio sarà anche il primo a utilizzare l’architettura software STLA Brain. Di cosa parliamo? Lo spiega Stellantis in una nota stampa: è “la nuova architettura elettrica/elettronica (E/E) e software, è il motore della trasformazione verso i servizi incentrati sul cliente. Un’architettura orientata ai servizi, completamente integrata con il cloud, che disconnette i cicli hardware da quelli software, permettendo agli sviluppatori di creare e aggiornare rapidamente le funzionalità e i servizi attraverso aggiornamenti OTA, senza attendere l’introduzione di un nuovo hardware”. Insomma, dal punto di vista dei francesi, le nuove auto prodotte a Piedimonte San Germano conterranno il meglio della tecnologia del gruppo d’Oltralpe e saranno le prime produzioni in Italia ad avere simili contenuti.
Annunciata l’audizione in Parlamento di Elkann per il 19 marzo
Intanto Alberto Luigi Gusmeroli, presidente della commissione Attività produttive, Commercio e Turismo della Camera, ha annunciato che l’audizione di John Elkann, presidente di Stellantis, è stata messa in calendario per il 19 marzo prossimo. Durante la visita allo stabilimento di Menarini Spa (ex Industria Italiana Autobus) in provincia di Avellino avvenuta nelle scorse ore, il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha affermato che “con Stellantis siamo riusciti, dopo un confronto molto franco, determinato, ad avere un piano Italia per il mantenimento di tutti gli stabilimenti italiani e dei livelli occupazionali anche con il ricambio generazionale con investimenti di oltre 2 miliardi di euro in questo 2025 con garanzie per l’indotto pari ad almeno 6 miliardi di euro quest’anno e altrettanto significativi per gli anni successivi. Quello che avrebbe dovuto fare il Governo quando fu creata Stellantis, nella totale insipienza, inadempienza di chi ci ha preceduto”. Ma l’ottimismo del governo non è condiviso da un sindacato come la Fiom-Cgil che ha ribadito immediatamente come “il Piano Italia presentato al ministero delle Imprese e del Made in Italy da Stellantis, il 17 dicembre scorso, non è un piano industriale, mentre noi abbiamo bisogno di un piano industriale. Abbiamo bisogno di una concretizzazione degli investimenti annunciati perché per ora l’unica cosa certa è che sta aumentando la cassa integrazione”.
Metalmeccanici e chimici insieme per la manifestazione in Europa
Mercoledì 5 febbraio un’ampia rappresentanza di lavoratrici e lavoratori dell’industria metalmeccanica e dell’installazione di impianti, della chimica-farmaceutica, dell’energia, della gomma e della plastica, della ceramica e del vetro e della moda di Fim, Fiom, Uilm, Filctem, Femca, Uiltec sarà a Bruxelles per partecipare alla manifestazione europea organizzata da IndustriAll Europe, il sindacato europeo dell’industria. “La manifestazione – spiegano dalla Uilm-Uil – si svolgerà a partire dalle 10.30 sotto la sede del Consiglio europeo, in place Jean Rey, per rivendicare un vero piano industriale europeo. Al presidio parteciperanno i sindacati e i lavoratori dell’industria di tutta Europa, per chiedere all’UE e ai Governi di agire ora, in quanto sono necessarie risposte concrete e urgenti per governare e non subire la transizione ecologica”. Avvertono dalla Fim-Cisl: “A causa della mancanza di una chiara strategia e di un piano industriale europeo, di decisioni aziendali sbagliate e di ritardi negli investimenti nell’industria, la deindustrializzazione non è più una minaccia, ma una realtà”. Si alterneranno sul palco le delegate e i delegati delle diverse realtà industriali più rappresentati-ve e saranno presenti alla manifestazione i segretari generali di Fim, Fiom, Uilm, Ferdinando Uliano, Michele De Palma, Rocco Palombella e i segretari generali di Filctem, Femca, Uiltec, Marco Falcinelli, Nora Garofalo, Daniela Piras.
Lavoratori De Vizia, entro il 5 febbraio proroga (o meno) dell’appalto
Entro il 5 febbraio si saprà anche qualcosa di più sul futuro dei 32 dipendenti De Vizia. E’ in atto una corsa contro il tempo per salvare il loro posto di lavoro che attiene alle pulizie all’interno dello stabilimento di Piedimonte San Germano. L’appalto scade proprio oggi – 31 gennaio – ma da un nuovo tavolo al Ministero delle Imprese e del Made in Italy è emersa la possibilità di una proroga che potrebbe salvare i posti di lavoro. L’appalto con Stellantis inizialmente sarebbe scaduto lo scorso primo gennaio. In extremis era arrivata la notizia della proroga per un altro mese, e ora questo nuovo spiraglio. De Vizia proporrà nuove condizioni ancora “migliorative” a Stellantis che dovrà verificare la fattibilità di una proroga. I francesi col coltello dalla parte del manico a imporre tagli, gli italiani a stringere la cinghia ed ottenere semplici allungamenti delle commesse con lavoratori che restano nell’incubo dell’assenza di vere prospettive, come avvenuto per Trasnova ed altre realtà legate ai servizi diretti al sito automobilistico. Poi c’è il resto dell’indotto, il taglio produttivo ed occupazionale va avanti in un drammatico silenzio legato ad una emorragia quotidiana, che pare inarrestabile. Il primo impatto sta arrivando sui servizi sociali e sull’Inps.