Stellantis, sciopero e manifestazione dei 20mila. Sfilano lavoratori e sindaci della provincia – FOTO

A Roma folta rappresentanza dei lavoratori e dei primi cittadini del Sud Lazio. Presente la Regione con Angelilli e molti leader nazionali

La piazza dei metalmeccanici di Roma contro Stellantis, si ritrova di buon mattino stipata nei 200 pullman confluiti nella capitale da tutta Italia, prima di sciogliersi e snodarsi nelle strade di una capitale che tocca sempre l’animo per la sua struggente bellezza. Un contrasto forte con bandiere e fumogeni che raccontano le cinghie strettissime di migliaia di famiglie, dopo 7 milioni di ore di cassa integrazione in nove mesi. Persi più di 12mila posti tra i dipendenti diretti che fuggono via appena possono, o per pensionamenti anticipati oppure perché accettano gli incentivi ad uscire da un comparto raso al suolo dolosamente dai nuovi padroni parigini.

Eppure solo prima che Tavares ed Elkann sorridessero a favore di fotografi di fronte al nuovo marchio globale, quello dell’auto era il primo comparto manifatturiero della seconda potenza industriale del continente, oggi ridotto alla produzione di sole 387.600 vetture da gennaio. Presente in Piazza del Popolo anche una rappresentanza della provincia di Frosinone: hanno sfilato a nome dei poco meno di 2500 lavoratori rimasti a curare – quando possono, a turni alterni, entrare nelle officine – le poche Alfa e Maserati che ancora vengono caricate sulle bisarche all’uscita 7 dello stabilimento di Piedimonte San Germano. L’indotto è un disastro anche peggiore, dove si teme che ad inizio 2025 possano arrivare licenziamenti collettivi, per scadenza di ammortizzatori sociali, che potrebbero mandare in fumo da un minimo di 400 ad un massimo di 1500 posti di lavoro.

I gruppi di Fiom Cgil guidato da Donato Gatti, quello della Uilm Uil capeggiato da Gennaro D’Avino, quello della Fim Cisl con Mirko Marsella rappresentano un territorio in cui l’automotive è stato per 50 anni punto di riferimento delle famiglie e dei giovani. Ma che oggi sta crollando sotto le picconate della smobilitazione sistematica e continua operata dalla multinazionale francese. La Fiat non c’è più, a Torino non comanda più nessuno a cui chiedere rimedi e non c’è più nessun Padre Abate a Montecassino che possa rincorrere membri del cda – magari cresciuti nella temperie culturale dell’Abbazia, com’è stato a suo tempo per Grande Stevens – fino al Lingotto. Come pure è avvenuto in passato – durante le crisi produttive e di mercato più dure – con tanto di sindaco di Cassino al seguito del successore pro tempore di San Benedetto. Oggi il disastro annunciato con la finta fusione che portò all’acquisizione da parte della più piccola Peugeot della ben più grande Fca – caso più unico che raro nella storia delle merger and acquisitions – si materializza nella disperazione dei tanti lavoratori e imprenditori-fornitori che non sanno dove sbattere la testa. Nell’inadeguatezza di una classe imprenditoriale e dirigente che non sa individuare la via d’uscita economica che salvi il salvabile da una distruzione di ricchezza pesantissima e che è troppo facile oggi attribuire solo all’auto elettrica ed al green deal europeo.

Landini: ora un piano straordinario. Palombella: governiamo la transizione

“La presidenza del Consiglio convochi tutte le aziende, compresa Stellantis, perché c’è da fare un piano straordinario e bisogna bloccare i processi di chiusura perché il rischio è che venga usata questa crisi per cancellare posti di lavoro e pezzi del sistema industriale”. Ha scandito il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. “La situazione è irrecuperabile ma va recuperata, l’industria è in situazione disastrosa ma il settore dell’auto è il cuore dell’industria”, ha ricordato il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella. “Il nostro – ha aggiunto – è un messaggio verso la Ue, Governo e Stellantis, la nostra protesta è contro di loro che non stanno affrontando la transizione con la giusta serietà, con i giusti interventi non per frenare la transizione ma per governarla”. Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl ha invocato: “Stellantis presenti un piano industriale per il rilancio dell’automotive. E il Governo accompagni con una forte iniziativa politica l’impegno dell’azienda realizzare investimenti, maggiore capacità produttiva e maggiore salvaguardia dei posti di lavoro. Negli stabilimenti c’è una situazione drammatica, non accettiamo cassa integrazione e bisogna smetterla con le uscite dal gruppo”. 

Primi cittadini del Cassinate coi gonfaloni guidati da Salera e Ferdinandi

A Roma hanno sfilato con i gonfaloni anche un nutrito gruppo di sindaci del Cassinate guidati da Enzo Salera e Giacchino Ferdinandi, rispettivamente primi cittadini di Cassino e di Piedimonte San Germano. “Siamo fianco dei lavoratori di Stellantis e dell’indotto, per sostenere la manifestazione e lo sciopero indetti in difesa dell’automotive e per il futuro dell’industria italiana – ha scandito Salera -. Le famiglie dei nostri lavoratori hanno già pagato un prezzo altissimo per le politiche aziendali del gruppo italo-francese, che non ha assicurato i livelli occupazionali previsti, né la continuità lavorativa. Gli ultimi tempi sono stati scanditi da continui periodi di cassa integrazione che hanno ridotto sensibilmente i salari, con pesanti ricadute sull’economia del nostro territorio. Agli operai, agli impiegati, ai tecnici dello stabilimento cassinate e delle tante realtà-satellite, è stata tolta la certezza del futuro e vivono con comprensibile apprensione questa lunga crisi. La mobilitazione di oggi è il segnale di migliaia di lavoratori e di amministratori a Stellantis: l’obiettivo è che l’azienda si apra al confronto nell’ottica dell’adozione di un piano industriale in grado di rilanciare il settore tutelando i livelli occupazionali”. “Noi Sindaci – ha chiosato Ferdinandi -, non potevamo mancare a questa chiamata alle armi. Le famiglie dei nostri lavoratori hanno già pagato un prezzo altissimo a cui è assolutamente necessario porre rimedio. Le migliaia di persone accorse qui oggi lanciano un chiaro segnale: l’azienda deve aprirsi a un dialogo costruttivo e fornire risposte adeguate per un piano industriale che rilanci il settore e protegga l’occupazione”.

La politica sfila da Schlein a Conte. Regione presente con Angelilli

In piazza a Roma anche la politica. Per il Pd la segretaria Elly Schlein. La consigliera regionale dem, Sara Battisti, al comizio sindacale insieme al segretario di federazione Luca Fantini, ha annotato: “L’audizione di Tavares ha aggravato un quadro già molto critico. Lo stabilimento Stellantis di Cassino è un presidio economico e sociale fondamentale per il territorio. L’azienda ha beneficiato in questi anni di un’enorme quantità di denaro pubblico, senza restituire nulla alle nostre comunità. È positiva la richiesta dei deputati Pd a Palazzo Chigi per un tavolo permanente che includa azienda e sindacati, poiché nessuna risposta accettabile è stata fornita ai lavoratori”.

Si sono notati tra gli altri Bonelli e Fratoianni di Alleanza Verdi e Sinistra, il leader di Azione Carlo Calenda, presente il Movimento 5 Stelle. Giuseppe Conte ha ribadito ai leader sindacali “l’impegno del M5S a sostenere la battaglia operaia”, rilanciando anche il messaggio che aveva detto con forza in audizione di Tavares ovvero che “vogliamo Elkann in Parlamento a rispondere degli impegni presi e poi traditi”. La Regione Lazio non ha fatto mancare la sua presenza istituzionale con la vicepresidente e assessore allo Sviluppo economico, al Commercio, all’Artigianato all’Industria e all’Internazionalizzazione della Regione Lazio, Roberta Angelilli: “La manifestazione di oggi rappresenta la legittima preoccupazione di lavoratori e comunità locali. La Regione Lazio è al fianco dei lavoratori di Stellantis e alle imprese e ai lavoratori dell’indotto. Stiamo seguendo la situazione in stretto collegamento con il Ministero. Abbiamo attivato in Regione un tavolo tecnico permanente e attendiamo di conoscere i dettagli del piano industriale. Un passaggio, questo, fondamentale per comprendere realmente qual sia il futuro dello stabilimento di Cassino, anche perché, nonostante le reiterate rassicurazioni espresse da Stellantis sull’aumento della produzione e la conseguente implementazione dei livelli occupazionali, al momento i segnali arrivati sono di senso diametralmente opposto”.

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Stefano Di Scanno
Stefano Di Scanno
Giornalista Professionista

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