Stellantis Cassino, sito fermo e al collasso: una decina di giorni a turno unico in due mesi e mezzo

La nuova Stelvio elettrica è in arrivo ma la situazione ordini di Alfa e Maserati resta critica. Incerta ibridazione dei modelli del Biscione

Nei primi due mesi e mezzo del 2025 appena 10 giorni di lavoro a pieno regime (si fa per dire) a turno unico (organizzazione lavorativa ridotta in vigore dal gennaio 2024 per i restanti 2500 lavoratori circa ad alternarsi nelle officine una settimana sì ed una no): dopo la lunghissima chiusura di fine anno, iniziata il 9 dicembre scorso fino al 27 gennaio, si è avuto un nuovo stop per Lastratura e Verniciatura lunedì 10, martedi 11 e mercoledì 12 febbraio. Il riavvio dello stabilimento di Piedimonte c’è stato, quindi, da lunedì 27 gennaio. Da lì due settimane di lavoro (sempre si fa per dire) ed è partita la nuova fermata dell’intero sito da giovedì 13 fino al 24 febbraio. Ma i sindacati hanno annunciato nelle scorse ore un prolungamento dello stop fino a venerdì 7 marzo incluso, per una “ripresa” a partire da lunedì 10 marzo. Gli ordini per Giulia, Stelvio e Grecale sono insufficienti, ha fatto sapere la direzione aziendale, che ha avvertito le organizzazioni dei lavoratori che, d’ora in poi, intende riservarsi la possibilità di comunicare gli stop settimana per settimana. Insomma la situazione produttiva di Stellantis Piedimonte San Germano è evidentemente al collasso. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, su indicazione del ministro Adolfo Urso, ha convocato per mercoledì 5 marzo alle ore 11.00, a Palazzo Piacentini, il tavolo di confronto sul settore automotive. Saranno affrontate le tematiche inerenti al processo di riforma delle politiche europee nel settore, e le politiche industriali nazionali, con le misure finanziarie predisposte per la componentistica, anche in conseguenza della conclusione del Tavolo Stellantis lo scorso dicembre. Sul quale Urso – come Stellantis – mostra ottimismo. Ma i fatti ci dicono che c’è poco da rallegrarsi.

Imparato (capo Europa) visita stabilimenti e conferma il “Piano Italia”

Nei giorni scorsi Jean-Philippe Imparato, chief operating officer Enlarged Europe di Stellantis, ha visitato gli stabilimenti di Pomigliano e Melfi. Nel primo dal 2028 sarà installata la nuova piattaforma STLA Small sulla quale è prevista la produzione di 2 nuovi modelli compatti. Annunciata l’estensione della produzione della Pandina fino al 2030, seguita dall’introduzione della nuova generazione dello stesso modello. Nell’impianto, oltre al modello Fiat, sono attualmente in produzione anche l’Alfa Romeo Tonale e la Dodge Hornet. Imparato, che era in compagnia di Arnaud Deboeuf, Chief Global Manufacturing & Supply Chain Officer, Santo Ficili, Ad di Alfa Romeo e Maserati, Gaetano Thorel, responsabile europeo di Fiat e Abarth, e Antonella Bruno, responsabile di Stellantis in Italia, ha avuto incontri con il management dei due impianti, ha incontrato una rappresentanza dei lavoratori. Mefi, invece, nei prossimi anni vedrà il lancio di sette nuovi modelli tra elettrici e ibridi.

Stellantis, in una nota, ricorda che la prima vettura che arriverà entro il primo semestre del 2025 dalla Basilicata sarà la nuova DS 8 (solo elettrica), cui seguirà, nella seconda parte dell’anno, la nuova Jeep Compass (ibrida ed elettrica). Gli altri due modelli previsti, ibridi ed elettrici, arriveranno nel 2026. Tutti i modelli saranno realizzati sulla piattaforma STLA Medium, una piattaforma multi-energia di alta tecnologia. Non si hanno notizie di una analoga visita di Imparato e colleghi manager a Cassino ma è probabile che venga programmata a breve anche perché il lancio della nuova Stelvio elettrica è ormai prossimo: siamo alla salita produttiva da marzo per un lancio commerciale a fine anno. Mentre nel 2026 ci sarà la versione full electric della nuova Giulia. Non si hanno notizie sulle versioni ibride, indispensabili per mantenere volumi minimi accettabili per l’attuale occupazione pur ai minimi di sempre. Queste nuove Alfa a batterie affiancheranno la Maserati Grecale che da alcuni mesi viene prodotta anche nella versione Folgore in full electric. Ma si tratta di pochissime unità del Tridente al giorno (18-20 quando il sito “lavora”). Dal 2027 verrà messo in produzione un previsto nuovo modello su piattaforma large di cui Stellantis non ha anticipato neanche il marchio. Le visite dei dirigenti del gruppo francese rientrano – ha spiegato la stessa azienda – “nelle attività propedeutiche alla realizzazione del Piano Italia, presentato lo scorso 17 dicembre al Mimit”. Un piano che, secondo quanto affermato da Imparato, dovrebbe portare, “con l’aumento dei modelli in produzione, elettrici e ibridi, la salvaguardia dei livelli occupazionali, in linea con gli investimenti produttivi e avviando processi di inserimento, aggiornamento”. In tanti vorrebbero credergli sui territori più colpiti dallo smantellamento attuato da 4 anni.

Sulla scena Altavilla e la Byd: speranza per occupazione e indotto

Nelle scorse settimane il sindaco di Piedimonte San Germano, Gioacchino Ferdinandi, aveva detto di guardare con attenzione a novità provenienti dall’industria dell’auto cinese dopo i famosi memorandum secretati sottoscritti durante l’ultimo viaggio della premier Meloni a Pechino. Vista la stasi della politica del territorio a partire dai sindaci, che non hanno certo previsto lo “tsunami” e neppure fatto niente per attutire gli effetti del disastro che abbiamo sotto gli occhi, sarebbe il caso che almeno il primo cittadino del centro sede dell’impianto produttivo si mobilitasse dopo che sulla scena è tornato da protagonista l’ex numero due di Marchionne. Quell’Alfredo Altavilla che ha sbattuto la porta quando gli Elkann-Agnelli l’hanno escluso dalla prevista successione a capo dell’allora Fca (preferendogli il britannico Mike Manley, mai avvistato a Cassino e negli altri stabilimenti italiani). Altavilla conosce benissimo la grande fabbrica di Piedimonte ed oggi ricopre l’incarico di Europe Special Advisor di Byd (produttore cinese che mette insieme sui suoi modelli tecnologia avanzata, prezzi competitivi e una gamma diversificata). Altavilla ha incontrato a Torino 380 aziende italiane della filiera dell’auto per illustrare la strategia industriale della società di Shenzhen e il suo approccio verso gli operatori della filiera automotive europei e italiani. Alfredo Altavilla ha spiegato che “l’Italia è il primo paese coinvolto in questa attività e ritengo sia doveroso offrire alle nostre aziende l’opportunita’ di tornare a essere protagonisti attivi del futuro della mobilità, soprattutto in questa fase delicata di transizione tecnologica, nella quale possono giocare un ruolo fondamentale. L’apertura degli insediamenti industriali europei, a partire dall’Ungheria, da parte di Byd, la più grande tech company internazionale, rientra nella strategia di medio termine di vendere in Europa vetture prodotte nella Regione, ed è la dimostrazione di come il settore abbia necessita’ di fare sistema verso chi vuole investire in Europa”, ha concluso Altavilla. Insomma tirargli la giacca facendogli volgere lo sguardo a Piedimonte San Germano sarebbe una mossa quanto meno da prendere in considerazione.

Da Maranello l’appello delle “città dei motori” al ministro Urso

Intanto a Maranello si è tenuta l’assemblea della Rete Anci Città dei Motori della quale – non si sa ancora… per quanto tempo – fa parte anche Piedimonte Sam Germano. Ha preso parte all’iniziativa il consigliere Alessandro Vincitorio: “Tanti i temi toccati dal futuro dell’automotive al turismo motoristico. Abbiamo lasciato il segno con alcuni libri storico-culturali della nostra terra donati al Presidente e Sindaco di Maranello che ci ha anche guidati nello stabilimento Ferrari, una vera eccellenza del Made in Italy e ambasciatrice nel mondo dell’italianità. Un’occasione importante per dialogare con tante altre realtà, Sindaci e Consiglieri per creare nuovi obiettivi, difendere l’occupazione e il ‘saper fare’ italiano e chiedere al Ministero delle Imprese e del Made in Italy di essere inclusi nel tavolo che monitora la crisi del settore, assieme alle altre parti, come rappresentanti necessari delle comunità che rischiano di subire effetti economici e sociali” negativi dal rapido declino dell’intero comparto automotive tricolore.

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Stefano Di Scanno
Stefano Di Scanno
Giornalista Professionista

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