Stellantis Cassino, in vendita un altro pezzo della grande fabbrica: lì una centrale biogas per i rifiuti

Dopo la palazzina uffici e vari capannoni liberati dalle officine, i francesi vendono terreni all'interno della fabbrica per smaltire rifiuti

Mentre vanno avanti le polemiche politiche sul dopo Tavares e sulla necessità che il presidente Elkann riferisca davanti al Parlamento italiano sul futuro del gruppo a guida francese (Peugeot-Eliseo), la vicenda Stellantis si sta trasformando sempre più in uno scandalo di profilo etico. La strategia dell’ex Ceo ha remunerato gli azionisti a scapito dei lavoratori. E sicuramente non era il manager portoghese ad essersi inventato le linee d’azione da solo: ma ha avuto con tutta evidenza l’avallo degli azionisti a patto, ovviamente, che non toccasse nulla in Francia. Così è stato. Gli Agnelli-Elkann incassavano oltre 3 miliardi tra dividendi e buyback e nel frattempo in Italia si tagliavano o azzoppavano produzioni e oltre 13.000 posti di lavoro venivano cancellati da prepensionamenti ed esodi incentivati. I piani coontinuano a prevedere – per tutti i territori non francesi, è ovvio – un’ulteriore “cura dimagrante”: nel nostro paese – periferia dell'”impero” (si fa per dire visto che i transalpini sono riusciti a perdere nel crollo delle vendite qualcosa come 2,24 milioni di auto) – nel 2025 almeno altri 25mila dipendenti diretti sono a rischio. A Piedimonte San Germano le prospettive restano nere e si attende a settembre 2025 l’uscita della nuova Stelvio full electric e ad marzo 2026 il montaggio della nuova Giulia sempre full electric: quindi con possibilità inesistenti di invertire la rotta produttiva ed occupazionale del sito già sceso sotto i 2500 dipendenti diretti (meno 1500 dal 2021).

Ma ora spunta l’alienazione di un altro pezzo della fabbrica, dopo la palazzina uffici ed i capannoni messi in vendita cafonescamente sui siti immobiliari. A conferma che la finezza dei francesi si limita, come ormai tristemente noto, alle produzioni dei loro marchi del lusso (alcuni dei quali sottratti sempre agli italiani). Cosa va via ora dal sito cassinate? Alcuni terreni che, all’interno del perimetro di quella che era tra le più grandi fabbriche del centro-sud, dovrebbero essere destinati ad una società che vi realizzerà un impianto per smaltire rifiuti producendo energia. Il sindaco di Piedimonte, Gioacchino Ferdinandi, ha convocato per il 13 dicembre un’assemblea pubblica sul progetto di insediamento della centrale di biometano. Impianto che, va detto, non c’entra proprio nulla con le esigenze dello stabilimento automobilistico che – al di là del fatto che versi ormai in stato comatoso – può comunque contare su una propria centrale a metano che non solo alimenta le linee (nei rari casi che funzionano) ma rivende energia a due gestori privati.

Assemblea pubblica il 13 dicembre. Mario Riccardi: solo smaltimento rsu

Il progetto è arrivato in municipio il 9 ottobre scorso, il 2 novembre se ne è saputo qualcosa grazie ad un post social del primo cittadino che aveva, nel frattempo, già convocato la conferenza dei servizi. A conferma che si respira aria favorevole a Piedimonte per l’iniziativa anche e a giudicare dal traffico di tir con rifiuti di ogni tipo: la qualità dell’aria della zona industriale non gode certo di un futuro migliore. “Sarà un vero affare per chi lo realizza – punta l’indice l’ex sindaco pedemontano Mario Riccardi – si vende elettricità dopo essersi fatti pagare per lo smaltimento dei rifiuti che alimenteranno l’impianto. Non servirà a Stellantis e nel progetto del costruttore automobilistico non a caso non se ne parla nemmeno. Del resto, dopo che hanno meso in vendita pure la palazzina uffici, vogliono davvero farci credere che Stellantis abbia intenzione di investire qui?”. Riccardi ricorda che la nuova centrale sarà alimentata al 100% da rifiuti: per il 41% da letame di bovino per una stima di 82 tonnellate al giorno movimentate. Il 6,8% da letame di pollo per circa 13,7 tonnellate al giorno movimentate. Il resto è coperto da altre tipologie di rifiuti: del resto anche dalla modesta capacità energetica impiantata si capisce che parliamo di un impianto per smaltire rifiuti più che per immettere corrente in rete”.

Indotto e gruppo francese: da lunedì incontri in Regione ed al Mimit

I prossimi appuntamenti sulle vicende dell’indotto e di Stellantis prevedono una riunione lunedì della commissione regionale attività produttive dove si parlerà dei casi di crisi di Trasnova ed altre aziende del cassinate collegate al gruppo automobilistico. La Regione Lazio con la vice presidente Roberta Angelilli prenderà quindi parte più alla riunione del 10 dicembre al Mimit dedicata a Trasnova e indotto che a quella del 17 specificamente destinata a trattare della vertenza Stellantis.

Daniele Maura, consigliere regionale di maggioranza da sempe al fianco della vicepresidente Angelilli avverte: “Non possiamo nasconderci dietro un dito o frasi di circostanza il futuro delle nostre imprese, dei nostri lavoratori e delle nostre famiglie è a rischio. In prospettiva dí medio termine, bisogna pensare ad attrarre nuovi investimenti anche pensando a produttori di automobili statunitensi, cinesi, coreani o indiani. Necessario a mio parere anche pensare di ricollocare in azienda dei settori della logistica o del farmaceutico ad oggi in crescita chi perderà il lavoro, e per ultimo ma non per ultimo far nascere comunità energetiche, che permettano alle imprese di ridurre i costi. Intanto in attesa la prima cosa da fare è garantire gli ammortizzatori sociali ed è per questo che raccogliendo le sollecitazioni delle parti sociali ho voluto la convocazione di questa commissione”.

Intanto il segretario provinciale Uilm-Uil Gennaro D’Avino ha tenuto una conferenza stampa per annunciare l’arrivo delle lettere di licenziamento ai lavoratori di Trasnova, Logitech e Tecnoservice. Uilm e lavoratori intendono bloccare le sale consiliari dei comuni del territorio, partendo da quelle di Piedimonte e di Cassino. “Insieme ai 150 lavoratori di Logitech, Trasnova, De Vizia e Tecnoservice passeremo le feste natalizie”, ha avvertito D’Avino. Francesco Giangrande, segretario Uilm Lazio Giangrande punta ad incontri che dovranno entrare nel merito dei licenziamenti “e trovare delle soluzioni per dare ossigeno alle imprese e una speranza ai lavoratori”.

Indotto, arrivati 150 licenziamenti. Unindustria, Celletti: agire insieme

Quanto agli imprenditori del territorio nei giorni scorsi al “Kairos Resort” di Piedimonte San Germano, il presidente di Unindustria Cassino, Vittorio Celletti, ha riunito, oltre al Presidente di Unindustria, Giuseppe Biazzo e i Presidenti delle Aree Territoriali di Frosinone, Corrado Savoriti e di Latina, Fausto Bianchi, l’Assessore all’Urbanistica della Regione Lazio Pasquale Ciacciarelli, il Commissario Straordinario del Consorzio Industriale del Lazio Raffaele Trequattrini, il Rettore dell’ Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale Marco Dell’Isola, oltre al sindaco di Piedimonte San Germano Gioacchino Ferdinandi. Oltre cinquanta le aziende che hanno preso parte all’incontro, nel corso del quale si è cercato di stabilire delle linee guida per il rilancio del sud della regione, partendo dalle aree industriali. “Dal mio insediamento – ha dichiarato il Presidente Celletti – ho fatto nostro lo slogan ‘Agire insieme per determinare’, per questo oggi la presenza di imprese ed Istituzioni va vista in modo positivo con una valenza non solo di rappresentanza, ma anche operativa e sinergica. Di tavoli se ne fanno tanti, ma ritengo sia importante che abbiano la forza e la capacità di determinare. Per questo motivo ho voluto questo incontro con la Regione, i Sindaci, l’Università, il Consorzio Industriale, perché ritengo che tutti insieme, ognuno per le proprie competenze, ci dobbiamo impegnare con grande determinazione per lo sviluppo del territorio”.

Dal 6 dicembre comunque le linee del turno unico di montaggio sono ferme e ripartiranno a gennaio (si spera). Si parla del 20. Un mese e mezzo di sospensione. Un altro record.

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Stefano Di Scanno
Stefano Di Scanno
Giornalista Professionista

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