«Vi state abituando alla mattanza?», parole che fanno rabbrividire e che portano subito la mente a riflettere sugli episodi di cronaca nera verificatisi negli ultimi mesi, e non solo, nel comprensorio della provincia di Frosinone. È l’inquietante domanda che pone Lorenzo Sabellico, zio di Thomas Bricca, il giovane di Alatri brutalmente assassinato appena un anno fa, ucciso da un colpo di pistola alla testa esploso la sera del 30 gennaio 2023 da due persone arrivate in sella ad uno scooter mentre lo studente si trovava in compagnia di alcuni suoi amici nel centro storico di Alatri, sulle scalette del Girone. Sembrerebbe che Thomas sia stato vittima di uno scambio di persona, il vero bersaglio era un altro ragazzo, quella maledetta sera al suo fianco; indossavano il medesimo giubbino bianco. È lo stesso protagonista a confermarlo nella testimonianza resa in aula lo scorso 1 marzo.
Dopo la tragedia Lorenzo Sabellico si batte con la famiglia di Thomas per ottenere giustizia e sensibilizzare la comunità e soprattutto le giovani generazioni su questi episodi di violenza, affinché ogni forma di violenza venga ricusata. Zio Lorenzo interviene con una riflessione a bruciapelo sulla sparatoria di sabato sera in via Aldo Moro a Frosinone, – LEGGI QUI – un evento che ha scioccato tutti «Beh! Mi colpiva una cosa nei vostri discorsi: “Ci poteva essere mio figlio lì” oppure “Mio figlio è spesso lì”…tranquilli, fortunatamente i vostri figli questa volta non erano presenti. Ma siete proprio sicuri che i nostri ragazzi siano scampati a quei proiettili? C’è una macabra verità che dovreste prendere bene in considerazione e che se io fossi in voi non sottovaluterei! Ogni proiettile che sabato sera è stato esploso e che sembra aver mancato i vostri figli in realtà ha colpito in pieno tutti i nostri figli, uccidendo la loro dignità, sfigurando la loro bellezza, limitandone drasticamente la libertà, costringendoli al “ripiegamento in copertura”, un ripiegamento che annichilisce, opprime, deturpa. La paura, pure quella ferisce. Fortunatamente è successo a loro, i “delinquenti”, prima ancora è capitato a Thomas, a Willy, ad Emanuele… Anche questa volta vi ha detto bene ma la prossima, dove si troveranno i vostri figli? Allora, prima che succeda ancora, chiediamoci “Io dove sono? Che cosa sto facendo per migliorare la società?” Oppure aspettiamo un nuovo omicidio? Per tornare a commentare sui social oppure a piangere la morte di un figlio?». – Conclude Sabellico.
Le indagini
Intanto nella giornata di ieri Mikea Zaka, 23 anni, l’albanese accusato di aver aperto il fuoco, è comparso davanti al Giudice per le Indagini Preliminari del tribunale di Frosinone. Accompagnato dal suo legale, l’avvocato Maietta, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il fermo è stato convalidato. Nella giornata di oggi verrà dato il conferimento dell’incarico al medico legale che dovrà svolgere l’autopsia sul corpo della vittima Kasmi Kasem 27 anni. Il sostituto procuratore Samuel Amari, magistrato titolare delle indagini, vuole vederci chiaro e nulla sarà tralasciato. La pistola calibro 22 utilizzata per l’omicidio e il triplice tentato omicidio non sarebbe ancora stata rinvenuta.