“Abbiamo tolto beni legalmente a chi se ne era appropriato togliendoli illegalmente ad altri”, con forza il Dirigente della Squadra Mobile, Dott. Flavio Genovesi, ha sottolineato in conferenza stampa l’importanza dell’operazione di questa mattina a Sora. Nel mirino della Polizia di Stato due nuclei familiari “Sinti” di origine “romanì”, residenti nel sorano.
Con l’impiego degli investigatori del Servizio Centrale Anticrimine e della Divisione Anticrimine della Questura di Frosinone, unitamente al personale della locale Squadra Mobile, la Polizia di Stato ha dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro emesso, ai sensi della normativa antimafia, dal Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione di Roma, su proposta formulata dal Questore della provincia di Frosinone.
Ville, orologi ed auto di lusso, conti correnti e fiumi di denaro che i ‘nullatenenti’ appartenenti al clan dei rom avevano accumulato nel corso di decenni di attività delittuose. Spaccio di droga, estorsione, usura. Gli affari illeciti della famiglia “De Silvio” erano sotto gli occhi di tutti ed erano venuti alla luce già nel 2022, con l’operazione “Ultima Corsa”. Oggi il colpo di grazia. Un segnale forte: “lo Stato c’è”. E colpire la capacità economica dei criminali, privarli del loro potere economico, equivale a privarli del potere di continuare a delinquere.
Ma quando si parla di Stato non si può sempre e solo attendere che siano gli investigatori e i Tribunali ad agire. Per decenni a Sora le istituzioni hanno chiuso un occhio davanti al problema. Si è preferito voltare lo sguardo dall’altra parte, mentre i commercianti venivano vessati, mentre venivano costruite ville lussuose con soldi di cui tutti conoscevano la provenienza. Oggi si chiude un cerchio e forse, finalmente, la politica e le istituzioni saranno costrette a guardare in faccia la realtà. “Serve fare rete”, come ha ribadito il Dirigente Genovesi. E, allora, è davvero il caso di cominciare.
Beni per oltre un milione di euro
Il provvedimento ablatorio in argomento riguarda beni per un valore preventivamente stimato superiore ad 1 milione di euro riconducibili a 11 soggetti. Le indagini hanno consentito di accertare come gli stessi avessero accumulato, nel corso del tempo, un patrimonio non proporzionato alle loro capacità reddituali, mediante l’impiego dei proventi delle attività delittuose legate al traffico di sostanze stupefacenti, all’usura e all’estorsione. Si tratta degli stessi soggetti già sottoposti a misure di custodia cautelare eseguite per i reati di usura, estorsione e spaccio di sostanze stupefacenti, nell’ambito dell’operazione denominata “Ultima Corsa” del 14 settembre 2022, portata a termine dalla Squadra Mobile di Frosinone.
Quasi tutti percepivano il reddito di cittadinanza
Nel corso dell’attività d’indagine, durata due anni, si è potuto accertare che la quasi totalità dei destinatari delle misure cautelari non svolgeva alcuna attività lavorativa regolare e che, addirittura, cinque di essi percepivano indebitamente il reddito di cittadinanza; sussidio che, proprio grazie alle evidenze emerse nel corso delle investigazioni, è stato immediatamente revocato in via definitiva per ordine dell’Autorità Giudiziaria procedente. Le risultanze emerse durante l’istruttoria condotta dalla Polizia Anticrimine hanno portato gli investigatori a ritenere che gli introiti economici non potevano che essere esclusivamente di natura delittuosa, provenendo in prevalenza da spaccio di sostanze stupefacenti e usura, sottolineando l’estrema pericolosità sociale degli appartenenti al sodalizio criminale.
Le ricchezze del clan De Silvio
I destinatari dei sequestri di oggi appartengono alla famiglia di origine “rom” De Silvio, proveniente dall’Abruzzo e stanziatasi nel territorio sorano alla fine degli anni ’60. Col passare degli anni, l’originario nucleo familiare si è ingrandito, radicandosi nel tessuto sociale della cittadina e dando vita a nuove famiglie, tutte affiliate a quella di origine, che oggi conta all’incirca 75 persone con il medesimo cognome.
Dalle indagini svolte è emerso che queste persone abbiano accumulato nel tempo grandi ricchezze, senza aver mai esercitato alcuna attività lavorativa regolare, risorse economiche che hanno consentito di costruire ville e manufatti ricadenti nel comune di Sora, alcuni dei quali realizzati abusivamente. La maggior parte dei soggetti, pur essendo nullatenente per lo Stato, risultava nella condizione effettiva di poter disporre di consistenti risorse economiche e materiali, tanto da fare sfoggio di orologi di grande valore, preziosi, macchine di lusso, le cui acquisizioni erano il provento della commissione dei reati da loro perpetrati.
Grande clamore mediatico avevano suscitato le immagini, diffuse sui canali social, delle corse clandestine di cavalli, avvenute per le strade deserte della città di Sora nel pieno del lockdown, circostanza che ha confermato come la famiglia “rom” De Silvio traesse vantaggi anche dalle corse clandestine e dalle conseguenti scommesse, oltre che dalla commissione dei reati per i quali si è proceduto all’emissione delle misure cautelari.
Pertanto, a conferma di quanto descritto, Il Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione di Roma, accogliendo la proposta formulata dal Questore di Frosinone, ha emesso i provvedimenti di sequestro per la cui esecuzione, nella mattinata odierna, sono stati impiegati circa cento uomini, provenienti non solo dal Servizio Centrale Anticrimine, dalla Questura di Frosinone e dai Commissariati dipendenti, ma anche con rinforzi giunti dal Reparto Cinofili di Nettuno, Dal Reparto Prevenzione Crimine Lazio, coadiuvati dall’alto da un elicottero del Reparto Volo di Pratica di Mare.
Le operazioni, tuttora in corso, hanno portato al sequestro di 15 immobili, tra cui ville, rimesse e terreni, 5 autovetture di varie marche e modelli, tra cui BMW e Mercedes, 2 autocarri utilizzati per il trasporto di animali, 20 capi di bestiame, tra cavalli e bovini, 2 locali adibiti a stalle, numerosi conti correnti, oltre a preziosi, denaro contante e gioielli. Solo una volta ultimate tutte le operazioni e inventariati i beni in sequestro si potrà dare una stima definitiva del loro effettivo valore, che può comunque essere stimato come notevolmente superiore al milione di euro.
Questo genere di provvedimenti sono fortemente incisivi, perché vanno a colpire la capacità economica dei destinatari, privati di fatto di quel potere economico che gli permette di continuare a delinquere. Già in passato nella provincia di Frosinone alcuni beni sottoposti a sequestro per la successiva confisca, sono stati o demoliti o immessi nel patrimonio di enti pubblici o associazioni del terzo settore, attive nell’ambito delle attività sociali, anche di contrasto alla criminalità.