Home Cronaca Sora – Pronto Soccorso che soffoca, lunghe attese per i pazienti: tra...

Sora – Pronto Soccorso che soffoca, lunghe attese per i pazienti: tra disponibilità ed arroganza

Ospedale: chi si distingue per professionalità e premura e chi, con atteggiamento arrogante, denigra l'immagine dello stesso nosocomio

- Pubblicità -
- Pubblicità -

Fotografia della situazione del Pronto Soccorso del SS Trinità di Sora nella giornata di lunedì: stanze sovraffollate, pazienti “appoggiati” su barelle e lettini lungo il corridoio e negli spazi comuni, accanto ai secchi dove si getta l’immondizia, poco più in là dell’ingresso principale e dell’accettazione, da dove gli utenti entrano ed escono continuamente.

In queste condizioni la dignità degli ammalati, perlopiù anziani, viene meno: persone che hanno bisogno di andare al bagno e, non potendo muoversi, sono costrette ad usare il pappagallo dinanzi a tutti, tra il via vai di degenti, soggetti che necessitano di un primo soccorso, gente che aspetta la chiamata per la consulenza, parenti in attesa di notizie. Chi urla per lamentare le sue sofferenze, chi non si rende conto nemmeno di dove si trovi, chi ha bisogno di mangiare.

Uno scenario sconcertante. In tale contesto gli operatori sanitari, tra medici, infermieri e personale ospedaliero, cercano di dare il loro meglio, per rispondere alle esigenze dei pazienti con adeguata professionalità, competenza, umanità. Ci può essere umanità in una simile condizione di degenerazione?

Gli utenti si chiedono dove siano le istituzioni: inutili passerelle, promesse, slogan elettorali, comunicati affidati alla stampa ma, in definitiva, i fatti raccontano una realtà ben diversa dalle “belle parole”. Una volta fatta l’accettazione in Pronto Soccorso le attese sono lunghissime, estenuanti: un ultranovantenne “trattenuto” per circa 10 ore per essere poi dimesso senza colazione, senza pranzo, senza bere, il 19 agosto. Come mai ci si impiega così tanto tempo per le visite, per essere sottoposti ad accertamenti diagnostici, per i risultati delle analisi? Domande a cui dovrebbe dare una risposta Alessia Savo, Presidente della Commissione Sanità per la Regione Lazio. Di certo non sono “le ferie” del personale medico a causare tali criticità, ormai raccontate in ogni periodo dell’anno.

Parliamo di un ospedale, quello della cittadina volsca, che è una risorsa importante per il territorio, rispondendo ad un’utenza che si allarga ben oltre il comprensorio: numerosi sono i pazienti che, per non andare al PS dello Spaziani di Frosinone oppure al Santa Scolastica di Cassino, preferiscono rivolgersi al SS Trinità di Sora. Un nosocomio che “la politica” evidentemente non ritiene sia un’eccellenza. Nonostante le condizioni descritte, con i pazienti dirottati da un piano all’altro per le consulenze e gli esami necessari, mentre medici e sanitari devono rispondere in primis alle richieste del reparto e, quindi, dei ricoverati, e gli operatori tecnici sono sulle prescrizioni esterne con prestazioni prenotate anche oltre i 12 mesi, emerge chi della sua professione ne fa una missione.

Medici d’eccellenza nonostante il caos

Il ringraziamento, sentito quanto doveroso, è rivolto al dr. Gianluca Garibaldi del reparto Pediatria ed al dr. Marco Cicconetti di Cardiologia: i medici, con assoluta competenza e premura, hanno operato nei confronti una ragazza la quale ha accusato un malore e si è rivolta al Pronto Soccorso con forte dolore allo sterno che le si irradiava alla parte alta del ventre; la giovane è stata sottoposta a tutti gli accertamenti necessari ad escludere anzitutto un problema cardiaco o a carico dell’aorta addominale, infine si è indagato su eventuali versamenti pleurici e sulle vie biliari. Risalire alla causa del malore, escludere complessità, rassicurare la paziente ed i genitori: sono questi i medici che gli ammalati si aspettano di trovare. In queste condizioni non pesano nemmeno le lunghissime attese.

Bocciato, invece, chi lavora con arroganza, dimenticando la propria professionalità, per urlare con atteggiamento prevenuto e toni accusatori contro una madre preoccupata, dinanzi ad altri degenti di giovanissima età ed ai rispettivi genitori: episodi che minano l’immagine dell’intera struttura ospedaliera ed alimentano la diffidenza dei pazienti nei confronti di tutto il personale sanitario.

- Pubblicità -
Exit mobile version