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Sora – La “riccanza” dei rom confiscata, ora il patrimonio milionario torni alla parte sana della società

Quei luoghi che per decenni sono stati uno schiaffo in piena faccia per i cittadini onesti, ora dovranno diventare un simbolo di riscatto

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Sora – Il fiato sul collo della criminalità locale. Nessuna tregua per il clan dei rom da parte della Polizia di Stato di Frosinone. Questa mattina l’ennesimo duro colpo assestato dagli agenti della Squadra Mobile nei confronti della “famiglia” che per decenni ha spadroneggiato in città e non solo, gestendo traffici illeciti ed accumulando un tesoretto milionario tra beni mobili e immobili. Un patrimonio che oggi è stato confiscato. Non appartiene più a nessuno di loro, ora è nelle mani dello Stato.

Alle nove in punto un elicottero ha iniziato a sorvolare la città. Sotto il coordinamento del Dirigente Flavio Genovesi, gli agenti hanno dato esecuzione al decreto emesso dal Tribunale Civile e Penale di Roma- Sezione Specializzata Misure di Prevenzione – con il quale è stata disposta l’applicazione della misura di prevenzione personale della Sorveglianza Speciale, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza o di dimora abituale, nei confronti di 10 soggetti appartenenti alla famiglia rom di stanza a Sora.

Traffico di stupefacenti e usura, gli affari del clan

La richiesta di applicazione delle misure personali e patrimoniali nasce dall’esito delle indagini svolte dalla Sezione Misure di Prevenzione della Divisione Anticrimine e dalla Squadra Mobile della Questura di Frosinone, tese a contrastare l’accumulo di beni e ricchezza da parte di due gruppi criminali, operanti nella città di Sora e nei comuni limitrofi, composti da soggetti appartenenti alla famiglia “Sinti”, in quanto coinvolti in varie attività delittuose, tra cui il traffico di sostanze stupefacenti e l’usura. Gli affari illeciti di famiglia erano stati smascherati definitivamente nel settembre del 2022. Con l’operazione “Ultima Corsa”, la Squadra Mobile aveva scoperchiato il vaso di pandora disarticolando il sodalizio criminale. All’alba del 14 settembre vennero eseguite 11 misure di custodia in carcere, 2 misure cautelari degli arresti domiciliari, 4 obblighi di dimora e in cinque vennero denunciati.

Come ampiamente dimostrato dalla complessa attività d’indagine, gli elevati introiti ricavati dall’attività di spaccio di sostanze stupefacenti, oltre ad essere reinvestiti nell’acquisto di partite di droga, venivano utilizzati per effettuare prestiti usurai, in favore di piccoli imprenditori locali, che versano in evidente stato di difficoltà economica e che spesso venivano pesantemente minacciati qualora le somme non fossero state restituite.

Riccanza” ostentata ma loro si dichiarano nullatenenti

I componenti della famiglia rom, pur non esercitando alcuna attività lavorativa regolare, nel corso degli anni hanno costruito sul territorio sorano ville e manufatti illeciti perché privi di autorizzazione a costruire.

I “nullatenenti”, molti dei quali percettori di reddito di cittadinanza, hanno ostentato per decenni un tenore di vita ben al di sopra delle loro disponibilità economiche, sfoggiando, come di loro costume, orologi e macchine di lusso acquistati grazie ai proventi di attività delittuose.

Da questa mattina la “riccanza” non è più nelle loro disponibilità. Confiscati 7 fabbricati, 10 terreni, 21 veicoli, 32 monili in metallo prezioso di cui 5 orologi, per un valore stimato in euro 10.600,00, disponibilità finanziarie e bancarie riconducibili al clan per un totale di circa 80.000,00 euro, assegni postdatati per un valore di 2200,00 euro e denaro contante per un valore di circa 8000 euro. L’amministratore giudiziario incaricato dal Tribunale Misure di Prevenzione ha stimato il valore dei beni oggetto di confisca in euro 1.304.880,15.

Imponente il dispiegamento di forze per l’esecuzione della misura irrogata. In campo, personale della Divisione Anticrimine, della Squadra Mobile e del Gabinetto Provinciale della Polizia Scientifica della Questura di Frosinone, coadiuvato da personale dei Commissariati distaccati della provincia, con equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine Lazio. 

Assestato il colpo finale, ora il patrimonio milionario deve essere messo al servizio della parte sana della società

Il colpo finale è stato assestato. La confisca e l’applicazione delle misure di Sorveglianza Speciale rappresentano un altro importante tassello per il ripristino della legalità in città. Si tratta, infatti, di provvedimenti fortemente incisivi che vanno a colpire la capacità economica dei destinatari privandoli di fatto di quel potere che gli permette di continuare a delinquere.

Il patrimonio milionario confiscato, finalmente nelle mani dello Stato, ora dovrà necessariamente essere messo al servizio della parte sana della società. In quelle ville, in quei fabbricati, su quei terreni dovranno essere piantanti semi di legalità. Quelle strutture potrebbero diventare case rifugio, per donne e bambini vittime di violenza, alloggi per chi una casa non può permettersela, centri di aggregazione, luoghi di ritrovo per i giovani. Quei luoghi che per decenni sono stati uno schiaffo in piena faccia per i cittadini onesti ora dovranno diventare il simbolo di riscatto di una società sana.

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