L’episodio si è verificato nel weekend presso il parco dedicato a Mons. Mario Morganti, nel rione Napoli a Sora: l’addetta a custodire l’area è stata aggredita da un gruppo di genitori, di etnia rom, i quali pretendevano che i rispettivi figli giocassero senza alcun rispetto per le regole e che utilizzassero anche le attrezzature a pagamento, ovviamente in maniera gratuita. Diversi i presenti che hanno assistito alla deplorevole vicenda.
Nel pomeriggio di sabato nel parco c’erano molte famiglie, tante le persone tra genitori, nonni e, soprattutto, bambini. Ed i bambini, in particolar modo, hanno dovuto prima subire l’arroganza dei loro coetanei i quali, una volta arrivati, giocavano nel giardino pubblico come fossero in un’area privata; poi assistere alla maleducazione manifestata dai genitori nei confronti della custode. I ragazzini, infatti, sono entrati anche nel campo di padel, il cui utilizzo è su prenotazione ed a pagamento: la custode è dovuta intervenire a richiamare il gruppo e la situazione è degenerata. La donna, tra l’altro cardiopatica, è stata dapprima invitata a stare “zitta, fatti i caxxi tuoi perché qui comandiamo noi”. L’insistenza dell’addetta che li invitava ad uscire dai campi ed a comportarsi in maniera rispettosa nei confronti degli altri ha scatenato le minacce, del tipo “ti aspettiamo fuori”.
In aiuto dell’operatrice è intervenuto il coniuge della stessa, che casualmente si trovava nel parco, ma la presenza dell’uomo non è servita a sedare gli animi. La custode, dinanzi ad una simile aggressione, ha perso i sensi. Richiesto l’intervento del 118, i sanitari sono accorsi sul posto e, dopo aver stabilizzato la poveretta, evidentemente turbata, l’hanno trasportata presso il Pronto Soccorso dell’ospedale di Sora.
In tutto ciò nessuno è accorso per sostenere la signora nell’invocare educazione e rispetto delle buone maniere, nella più totale omertà ognuno ha girato le spalle, compresi i testimoni che hanno segnalato l’accaduto: l’atteggiamento più sbagliato se si intendono sradicare certi malcostumi.