Smaltimento di rifiuti tossici, confisca da oltre 10 milioni di euro ad una famiglia di imprenditori operante nel settore dei rifiuti e nell’immobiliare. Il provvedimento di confisca, eseguito dalla Polizia di Stato del Servizio Centrale Anticrimine e dall’Amministrativa, è stato emesso ai sensi della normativa antimafia dal Tribunale Sezione Misure di Prevenzione di Roma, su proposta del Procuratore della Repubblica di Roma e del Questore di Roma, ed ha interessato anche la provincia di Frosinone. Nei guai un imprenditore romano, la moglie ed il figlio.
Il provvedimento, non ancora definitivo, è scaturito dall’inchiesta Dark Side che portò alla luce una discarica abusiva, in provincia di Latina, dove venivano interrati rifiuti tossici. Tra i conferitori fu individuata anche un’impresa di Ardea riconducibile alla famiglia di imprenditori. Per questo, i due coniugi e il figlio, sono stati condannati in primo grado dal Tribunale di Roma per traffico illecito di rifiuti, attività di gestione di rifiuti non autorizzata, realizzazione o gestione di discarica non autorizzata e inquinamento ambientale.
Come ricostruito dalle indagini, i proventi illeciti venivano reinvestiti nella società di famiglia. Le indagini patrimoniali, che hanno riguardato oltre un trentennio, hanno evidenziato una rilevante sproporzione tra i beni posseduti, direttamente o indirettamente, e i redditi dichiarati. Il provvedimento eseguito nelle province di Roma, Latina Frosinone e L’Aquila colpisce i beni e assetti societari del valore complessivo stimato di 10 milioni di euro: quote e intero patrimonio aziendale di 3 compagini societarie operanti nei settori del trattamento dei rifiuti, del commercio di materiali ferrosi e immobiliare; 22 fabbricati a Roma, Pomezia, Marino e Ardea, Aprilia e Fondi, Magliano dei Marsi, Sgurgola; 10 terreni a Roma, Ardea, Fondi; 1 veicolo; disponibilità finanziarie di circa 500.000 euro.