Scommesse clandestine, smantellata associazione a delinquere: coinvolta anche la Ciociaria

22 arresti della Guardia di Finanza. L'associazione per delinquere era volta alla raccolta clandestina di scommesse e al riciclaggio

Nella mattinata di oggi, 8 aprile, i Finanzieri del Comando Provinciale di Messina hanno eseguito, su delega della Procura della Repubblica/Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, l’ordinanza, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari, con la quale sono state disposte misure cautelari personali e reali nei confronti, complessivamente, di 22 persone (di cui 9 in carcere e 13 agli arresti domiciliari), a vario titolo indiziate di associazione per delinquere volta alla commissione di molteplici reati fra i quali la raccolta non autorizzata di scommesse; riciclaggio e autoriciclaggio.

Coinvolta anche la provincia di Frosinone

All’operazione hanno preso parte oltre 100 tra Finanzieri del Comando Provinciale di Messina, coadiuvati dai corrispondenti comandi di Udine, Siracusa, Frosinone, Trapani e Vibo Valentia che si sono avvalsi del supporto di personale specializzato del Servizio Centrale Investigazione sulla Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.) e dell’ausilio della componente Aeronavale del Corpo.

Le indagini hanno ricostruito l’operatività, dal 2022 ad oggi, di un’associazione per delinquere, dedita principalmente alla raccolta di scommesse sportive clandestine a quota fissa e gioco d’azzardo, mediante l’utilizzo di piattaforme di gioco on-line illegali; nonché al successivo reimpiego degli ingenti profitti ricavati, grazie a compiacenti prestanomi, ai quali sono stati trasferiti, in modo fraudolento, beni e denaro.

Come operava l’organizzazione criminale

Le investigazioni, sviluppate attraverso la conduzione di intercettazioni telefoniche, telematiche ed ambientali, corroborati dalle tradizionali attività di osservazione, nonché da mirati controlli condotti presso alcuni esercizi commerciali, hanno messo in luce l’esistenza di un’articolata organizzazione criminale, radicata nel capoluogo messinese, coordinata da due individui, a loro volta affiancati da un ristretto gruppo di collaboratori di fiducia, perlopiù legati da vincoli di parentela, ognuno con compiti ben definiti, che andavano dalla gestione tecnico-informatica delle piattaforme di gioco (cd. SKIN) alla contabilità degli introiti da riconoscere agli affiliati.

In particolare, è emersa la capacità dell’organizzazione di assicurare un puntuale coordinamento operativo di varie agenzie di scommesse, aperte in maniera capillare nella città di Messina, nonché in altre località sul territorio nazionale, gestite con concrete modalità imprenditoriali, attraverso una pianificata distribuzione di ruoli e gerarchie interne (riconoscibili anche dall’uso di appellativi propri delle strutture piramidali tipicamente presenti nel settore del gioco: Master, PJ Promoter, Agente e Agenzia).

Gli indagati – secondo il grave compendio indiziario sinora raccolto – avrebbero operato privi delle necessarie autorizzazioni previste per i concessionari riconosciuti dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, sfruttando alcuni siti illegali, contraddistinti dall’estensione “.com”; i cui server, collocati al di fuori del territorio nazionale e gestiti da società estere aggiravano i limiti e le cautele che presidiano il gioco legale, prima fra tutte l’uso del contante per eludere la tracciabilità delle transazioni.

In sintesi, secondo l’ipotesi investigativa, i promotori dell’associazione avrebbero operato secondo un collaudato meccanismo; innanzitutto provvedendo ad acquisire la gestione sul territorio di una nota piattaforma di gioco legale, subito diffusa nell’area messinese attraverso l’apertura di diversi punti di raccolta delle scommesse (c.d. PVR – Punti Vendita e Ricarica); tale schermo legale è servito a conquistare una posizione di predominanza nel mercato e, al contempo, a fidelizzare la vasta platea degli scommettitori. Proprio a questa particolare clientela veniva, quindi, proposta, all’interno delle stesse sale da gioco, la possibilità di accedere a computer dedicati su cui, in violazione della normativa, veniva precaricata una piattaforma online illecita caratterizzata dall’estensione “.com”.

In questo modo, l’avventore veniva attirato in un esercizio commerciale formalmente rispettoso delle regole, dopodiché, anche grazie alla compiacenza dei gestori delle singole sale gioco, lo stesso scommettitore accedeva, attraverso dei computer dedicati, a parallele ed occulte attività di scommessa illegale.

Grazie a questo sistema di raccolta abusiva delle scommesse, caratterizzato dall’accesso diretto alla piattaforma, anziché con carte prepagate univocamente intestate all’utente ed al costante utilizzo di denaro contante, modalità normalmente vietate per queste tipologie di gioco, l’organizzazione ha assunto una posizione dominante nel settore delle scommesse sportive su piattaforme illegali.

Gruppi WhatsApp e Telegram per il gioco illegale

Le comunicazioni/istruzioni per la gestione della raccolta del gioco illegale erano, peraltro, condotte in modo molto riservato, utilizzando il canale WhatsApp e/o il canale Telegram, sul quale, in particolare, gli associati avevano costituito vari “gruppi”, ognuno dei quali dedicato ai singoli affiliati.

Di fatto, l’organizzazione aveva assunto i connotati di una stabile impresa occulta, all’interno della quale i soggetti, ad ogni livello della struttura organizzativa, risultavano coinvolti nel rischio d’impresa attraverso la gestione sul valore delle giocate raccolte dalle compiacenti reti commerciali, per la successiva proporzionale suddivisione degli utili e delle eventuali perdite, il tutto in violazione delle norme fiscali, dei presidi antiriciclaggio e in totale inosservanza delle disposizioni in materia gioco.

Per queste ragioni, è stato contestualmente disposto il sequestro delle principali compagini societarie coinvolte e dei beni riconducibili agli indagati, frutto delle attività di reimpiego dei proventi illecitamente acquisiti per circa 3 milioni di euro.

L’attività condotta testimonia il costante impegno della Guardia di Finanza e della Procura di Messina a contrasto dei più insidiosi crimini economico finanziari presenti sul territorio. Difatti, secondo l’analisi recentemente condotta da Federconsumatori, che ha preso a riferimento, tra l’altro, l’andamento del giocato online per le annualità 2022-2023, la città di Messina si posiziona al 5° posto nella classifica delle città italiane per volume delle giocate pro capite sui canali autorizzati.

Questa rilevazione appare significativa nella misura in cui tale tendenza, chiaramente osservabile nella città peloritana, può ritenersi rivelatrice dell’esistenza di un significativo bacino di utenti/scommettitori, da cui poter attingere le risorse da “sfruttare”, di conseguenza, per la raccolta di scommesse, anche del tipo illegale.

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