Sanità, un tavolo di confronto per gestire le emergenze e decongestionare i Pronto soccorso

Il presidente Rocca: “Voglio restituire dignità agli operatori sanitari e, allo stesso tempo, ai pazienti”

Chiarezza di ruoli, funzioni, responsabilità e prospettive dei professionisti sanitari, tanto nelle forme consolidate quanto nel rispetto dei nuovi modelli organizzativi di assistenza territoriale, descritti nel PNRR. Questi i principali temi del convegno “Medici, infermieri e cittadini: un gioco di squadra vincente” che si è svolto, nei giorni scorsi, presso la Sala Tirreno della Regione Lazio. All’evento hanno partecipato il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, il presidente OMCeO Roma, Antonio Magi, e il presidente OPI Roma, Maurizio Zega.

“La Regione Lazio è casa vostra. È fondamentale che per sfide come quelle che riguardano la sanità del Lazio, e che derivano da 30 anni di mancata programmazione, si attivi un dialogo costante e costruttivo. Per questo ho deciso di istituire – ha dichiarato Francesco Rocca, Presidente della Regione Lazio – un tavolo di confronto tra la Regione e le professioni sanitarie. Dobbiamo essere capaci di leggere, insieme, la complessità. Medici e infermieri rappresentano figure professionali vitali e imprescindibili per il nostro Sistema Sanitario Regionale. Le emergenze le conosciamo tutti e impattano, talvolta in modo violento, sulla qualità della vita dei nostri cittadini: carenza del personale, interminabili liste d’attesa, strutture inadeguate, solo per citarne alcune. Per garantire ai pazienti una risposta adeguata alle loro esigenze, rendendo pienamente effettivo il diritto alla salute, dobbiamo puntare a un approccio terapeutico sempre più integrato e continuativo. Il presupposto è l’effettiva collaborazione, nel rispetto degli specifici ambiti di competenza, fra medici e infermieri. La loro azione congiunta non riguarda soltanto le strutture ospedaliere, ma deve arrivare anche nelle province che in questi anni sono state mortificate. Basta con una sanità romanocentrica. Soltanto così potremo restituire all’ospedale il ruolo che gli è proprio, vale a dire il trattamento dell’emergenza e dell’acuzie. Se la sanità territoriale funzionasse meglio, si decongestionerebbero i Pronto Soccorso da tutti quei codici bianchi e verdi che potrebbero essere affrontati altrove. Voglio restituire dignità agli operatori sanitari e, allo stesso tempo, ai pazienti. E dobbiamo far nascere ospedali a gestione totalmente infermieristica, penso ad esempio al San Giacomo. E per ottenere questo è fondamentale investire in tecnologie e innovazione, al fine di rendere attrattivo il nostro sistema sanitario per tutte quelle eccellenze che abbiamo e che dobbiamo mettere nelle condizioni di lavorare nel miglior modo possibile”.

Il convegno è stata l’occasione per fare il punto anche sulle difficoltà che affliggono da anni i Pronto soccorso e gli ospedali, come la carenza di posti letto e le liste d’attesa. L’iniziativa, voluta dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche-OPI di Roma e dall’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri-OMCeO capitolino, patrocinata dalla Federazione nazionale-FNOPI, ha messo in luce la necessità di passare da una sanità passiva che attende il malato sostanzialmente in ospedale, ad una proattiva che cerchi di aver cura del paziente sul territorio e prima della fase acuta, riservando solo quest’ultima all’ospedale. Il PNRR prevede numerosi fondi stanziati che andranno utilizzati al meglio. La complessità dei problemi e degli intrecci esistenti rendono, quindi, necessaria un’interlocuzione continua tra Ordini e Regione.

“Un gioco di squadra vincente è l’obiettivo che gli Ordini degli Infermieri e dei Medici di Roma vogliono contribuire a realizzare, in sinergia con la Regione Lazio. Confidiamo che, con la costituzione di un tavolo permanente di confronto con la Regione, si giunga ad un cambio di paradigma dell’offerta sanitaria regionale. Una ridefinizione dei ruoli delle due più numerose professioni sanitarie e il passaggio ad una dimensione di equipe multi-professionale sono funzionali al superamento dell’emergenza e al recupero di efficienza del Servizio Sanitario”. Ha affermato Maurizio Zega, Presidente OPI Roma e coordinatore regionale OPI della Regione Lazio. “Bisogna essere capaci – conclude Zega – di operare su due fronti ben distinti: da una parte, fronteggiare l’obiettiva emergenza nei Pronto Soccorso, nei ricoveri/posti letto, nelle liste d’attesa. Dall’altro, e insieme, costruire il nuovo paradigma sanitario proattivo e territoriale, previsto dalla Missione 6 del PNRR e su cui la Regione già muove i primi passi. Non è solo un problema di ‘quantitativo’: è anche e soprattutto una questione di ordine qualitativo e di valorizzazione professionale. E per questo la collaborazione degli Ordini con il decisore politico è importante e, anzi, fondamentale”.

“Apprezziamo la volontà del Presidente Rocca di costituire un tavolo permanente di confronto con le professioni sanitarie per condividere i percorsi e sentire quali possono essere le nostre indicazioni per trovare possibili soluzioni nel medio e lungo termine”. Ha dichiarato il presidente OMCeO Roma, Antonio Magi. “L’iniziativa ci conforta, ci piace e per questo daremo la nostra massima disponibilità. Poiché per quanto riguarda i medici purtroppo devo sottolineare come passata la fase acuta del Covid la professione si è ritrovata con le stesse problematiche di prima, accentuate semmai da scarsezza di risorse economiche e umane, ma con soluzioni che tardano ad arrivare sia negli ospedali – mi riferisco alle attività salvavita svolte nei pronto soccorso o all’interno dei reparti, sia sul territorio che avrebbe dovuto essere potenziato, mentre invece si ritrova in una condizione di grave difficoltà, con i colleghi dell’assistenza specialistica, della medicina generale e i pediatri di libera scelta che lamentano grandi difficoltà. Sappiamo che il Presidente Rocca ha trovato in Regione una situazione difficile da affrontare ma è necessario che trovi, eventualmente anche con l’aiuto del governo, quelle risorse necessarie per fare un investimento importante sul personale perché la tecnologia e le strutture da sole non bastano. Una buona sanità ha infatti bisogno di medici e infermieri, i quali in équipe, ognuno secondo le proprie competenze, seguano e curino i cittadini che diventano sempre più vecchi e con un bisogno maggiore e specifico di assistenza”, ha concluso Magi.

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