Liste di attesa con tempi biblici e carenza di posti letto negli ospedali. La sanità in provincia di Frosinone continua a indossare la maglia nera rispetto alle tante esigenze dei cittadini. Carmine Di Mambro, fautore della Legge regionale che tutela i malati oncologici, analizza quanto sta accadendo in provincia di Frosinone in questi ultimi tempi.
“Un fatto che oramai da anni sostengo attraverso i miei tanti articoli e interventi pubblici. Quanto poi accaduto nei giorni scorsi presso il pronto soccorso di Sora (non entriamo nel merito giudiziario della vicenda) dove un paziente in attesa di un posto letto da ore è stato ritrovato nel parcheggio oramai agonizzante e deceduto poco dopo nella sala rossa, accende i riflettori su quanto ancora deve essere fatto per offrire un servizio sanitario che possa chiamarsi tale. Le strutture di Sora, come Frosinone e soprattutto Cassino sono fortemente in affanno per la carenza di personale: in questi anni non si è pensato a sostituire coloro che per sopraggiunto pensionamento o per altre motivazioni hanno lasciato un posto libero”.
“Per sopperire alle carenze si è deciso di adottare il sistema del doppio turno. Un metodo insostenibile e inaccettabile che si ripercuote fortemente sulla lucidità di medici e infermieri e inevitabilmente su quella dei pazienti. Quindi urge più personale nei pronto soccorso e negli ambulatori medici dove, chi è costretto ad affidarsi alla sanità pubblica, viene penalizzato dai lunghi mesi di attesa per potersi sottoporre a un esame diagnostico o a una consulenza medica. Queste carenze sono il frutto di una politica scellerata sanitaria regionale attuata nel corso degli anni e che occorre rivedere in tempi rapidi. Non si può continuare a giocare sulla pelle dei cittadini”.
“Per questo auspico che il neo eletto presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, che ha mantenuto per se la delega alla Sanità regionale, sappia comprendere quanto sia importante investire nelle risorse per riuscire a ottenere quel modello di assistenza sanitaria pubblica per cui da tempo mi batto”.