Ceccano – “La salute è un diritto del singolo e interesse della collettività, sancito dall’art. 32 della Costituzione, che garantisce a ogni cittadino, indipendentemente dalla sua condizione, l’accesso alle cure del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), basato su universalità, uguaglianza ed equità. Questo principio non è totalmente rispettato, a causa della grave situazione in cui versa il servizio sanitario, dovuto principalmente a un inadeguato finanziamento pubblico al settore, con conseguente carenza di medici e infermieri dovuta a errata programmazione, blocco delle assunzioni, pensionamenti”. – Ad intervenire sulla questione con una nota, Ceccano2030.
“Il sistema sanitario laziale si colloca al centro di questa crisi per la mancanza di una programmazione sanitaria regionale in grado di coniugare il contesto epidemiologico, caratterizzato dal progressivo invecchiamento della popolazione, la carenza di medici e infermieri, la carenza di percorsi condivisi tra Medici di Medicina Generale, specialisti e assistenza infermieristica nella gestione dei casi più complessi, scarsa attenzione alla telemedicina, infinite liste d’attesa, mancanza di percorsi che permettano di garantire la continuità delle cure tra ospedale e territorio in caso di patologie ad alto rischio o trattamenti salvavita per le persone migranti che si trovano momentaneamente privi di regolare titolo di soggiorno, chiusure di Centri di Salute, Consultori, Servizi Psicologici, Centri di Salute Mentale. – Proseguono dal Collettivo nella nota – In questo contesto, il ruolo di un’amministrazione comunale nel governo dei servizi sanitari di una città è cruciale. Il Sindaco è l’autorità sanitaria della città, è responsabile della salute dei cittadini ed ha precisi poteri rispetto alle emissioni di specifiche ordinanze in tema di salute (come nel caso dei Trattamenti sanitari obbligatori per malattie mentali e malattie infettive o delle ordinanze di quarantena in caso di epidemia o di prevenzione nel caso di acqua avvelenata come nel caso del pozzo a via Marano), funzioni di controllo e valutazione della gestione dei servizi sanitari del territorio di competenza, oltre alla possibilità di attivare forme di consultazione allargata dei cittadini”.
La proposta di Ceccano2030
“Per questo, il Comune dovrebbe diventare un soggetto attivo perché siano assicurati servizi sanitari di qualità, tempestivi ed accessibili, a tutti i cittadini, attraverso: un Coordinamento tra Comuni per svolgere un’azione comune finalizzata ad incidere sui processi decisionali della Regione e dell’Asl. – Si legge nella nota con la quale viene lanciata la proposta di “una Consulta permanente sulla Sanità, garantendo la partecipazione diretta dei cittadini e delle loro rappresentanze organizzate, unitamente agli attori del servizio sanitario pubblico, alla programmazione e al controllo dello stato di accessibilità e della qualità dei servizi erogati; favorendo la partecipazione delle persone a consapevoli delle scelte in collaborazione con le scuole (a partire dalla garanzia di una corretta alimentazione, la salute sessuale, la prevenzione, l’educazione a una sessualità consapevole), con le associazioni socio culturali e le società sportive; rafforzando i servizi territoriali, ripensandone completamente la rete, tenendo presenti i bisogni della parte più fragile della popolazione. Con un SSN che chiude ospedali taglia posti letto, il DM 77/22 ha individuato come cardine del sistema sanitario la cosiddetta Casa di Comunità come luogo fisico di prossimità, dove il cittadino può entrare in contatto con i servizi sanitari territoriali: punto prelievi, servizio vaccinale, servizio infermieristico per semplici prestazioni ambulatoriali, Medici di Medicina Generale, Pediatri di libera Scelta e Specialisti ambulatoriali, servizio fisioterapico, accanto al Servizio Sociale e al Centro Unico di Prenotazione – con un’organizzazione che renda possibile la presa in carico integrata delle persone, affette da bisogni di salute cronici e complessi, che debbono trovare risposte alle necessità diagnostiche e/o terapeutiche, senza dover rincorrere i singoli specialisti in giro per la Regione. Insomma, tutto quello che a Ceccano non c’è. Ceccano, infatti, è una città con i servizi ridotti, come quello del SerD (Servizio per le Dipendenze) che dovrebbe offrire e garantire prevenzione, diagnosi e cura di patologie come tossicodipendenza e alcolismo, attraverso terapie farmacologiche, colloqui con lo psicologo e riabilitazione ma che funziona appena due giorni a settimana.
Ma la prima cosa che il Comune dovrebbe fare è quella di concorrere all’attivazione dei cosiddetti “sportelli SOS liste di attesa” – strutture di servizio formate da organizzazioni (sindacati, associazioni di consumatori, associazioni del volontariato sociale, ecc.) che assistono il cittadino nei casi in cui questi veda negato il diritto ad accedere alle prestazioni sanitarie nel rispetto dei tempi previsti dalla legge. Davanti a un attacco alla sanità pubblica, è necessario proporre un nuovo modello di Sanità pubblica territoriale, a partire dai Comuni, cominciando da Ceccano”. – Concludono da Ceccano2030.