Home Politica Salario minimo comunale, Ceccano2030 presenta una mozione all’amministrazione

Salario minimo comunale, Ceccano2030 presenta una mozione all’amministrazione

La battaglia: "Mai più una lavoratrice o un lavoratore che lavora nei servizi per la città potrà guadagnare meno di 10 euro l’ora"

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Ceccano2030 ha presentato una mozione al Sindaco, alla giunta comunale e a tutti i consiglieri comunali di Ceccano – con la richiesta di approvarla quanto prima- per introdurre il salario minimo di 10 euro l’ora per tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori impegnati direttamente o indirettamente dal Comune di Ceccano tramite appalti, concessioni e servizi. “Siamo convinti che la tutela della retribuzione minima salariale sia una priorità che il Comune di Ceccano debba rispettare attraverso l’approvazione di un’apposita mozione che sancisca l’applicazione di tale principio Costituzionale”. – Spiegano dal Collettivo.

“Questa è una misura di civiltà: mai più una lavoratrice o un lavoratore che lavora nei servizi per la città potrà guadagnare meno di 10 euro l’ora. Con questo atto si può fare un passo avanti su un tema complesso disciplinato da leggi nazionali e attenzionato dall’Europa, e al contempo dimostrare che anche le amministrazioni locali e i territori possono fare la differenza e realizzare azioni concrete per stare al fianco di lavoratrici e lavoratori in questa battaglia che segna un punto dal quale non si torna più indietro. Bisogna andare avanti sulla strada dei diritti, approvando subito la mozione presentata dal collettivo Ceccano2030 – insieme a CambiAMO Ceccano, Ceccano siamo NOI, Progressisti ed Ecologisti per Ceccano, Ceccano a Sinistra, PCI, Ceccano per l’acqua pubblica, Rifondazione comunista Ceccano – sul modello di quanto già fatto nelle ultime settimane dai comuni di Bacoli, Livorno, Modena, Firenze, Ravenna, Napoli, Pellezzano, Latina, Savigliano, Assemini, Castrovillari, Città di Castello e dal IX Municipio di Roma. La consideriamo una misura di dignità, a dimostrazione che i Comuni sono i primi baluardi dei cittadini verso lo Stato, e che non è vero che non possono intervenire pure in materia di lavoro. Infatti, assistiamo anche a Ceccano al dilagare di una povertà lavorativa sempre più diffusa, ovvero di quella condizione in cui il salario non consente di sostenere condizioni di vita dignitose a chi lavora. Questa mozione vuole accendere la luce sullo sfruttamento diffuso dei lavoratori e delle lavoratrici che, oltre a ledere la dignità della persona, indebolisce pure tutta la società, perché riduce drasticamente il potere d’acquisto”. – Prosegue la nota congiunta.

“Negli ultimi 30 anni i salari medi italiani sono diminuiti del 3% (dati OCSE) mentre in altri paesi europei sono aumentati del 30, 40 e 50%. Negli ultimi anni centinaia di miliardi sono stati trasferiti ai profitti attraverso rinnovi contrattuali a perdere, spesso bloccati per anni e un uso del fisco contro lavoratori e pensionati e a favore dei profitti e delle rendite. Tutto ciò è stato aggravato dalla crescita dell’inflazione, resa esponenziale da guerra, sanzioni e attività speculative sui prezzi. Il risultato è che oggi in Italia, anche lavorando a tempo pieno si può essere poveri!  Ben 4 milioni di lavoratrici e lavoratori ricevono retribuzioni orarie inferiori a 10 euro lordi e una grandissima parte di questi riceve paghe orarie da 3, 4, 5 euro l’ora. Questo non è lavoro, è sfruttamento! Siamo in una condizione di gravissima violazione del dettato costituzionale che nell’art. 36 prescrive che “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”. L’unione Europea nell’individuare giustamente il salario minimo come uno strumento decisivo per impedire l’impoverimento in atto, non ha però visto che anche nei paesi, come l’Italia, a larga diffusione della contrattazione collettiva, questa non sia in grado di risolvere il problema. Lo testimoniano le sentenze dei tribunali che hanno dichiarato incostituzionali salari stabiliti da contratti firmati anche dai sindacati confederali e obbligato i datori di lavoro ad applicare maggiorazioni significative”.

La nostra mozione impegna il Comune, ad indicare in tutte le procedure di gara, in coerenza con quanto previsto dal Codice degli Appalti, che al personale impiegato nei lavori, servizi e forniture oggetto di appalti pubblici e concessioni sia applicato il contratto collettivo maggiormente attinente alla attività svolta stipulato dalle organizzazioni datoriali e sindacali, salvo restando i trattamenti di miglior favore. Inoltre, chiediamo di introdurre l’indicazione di una soglia minima retributiva oraria per lavoratrici e lavoratori impegnati direttamente o indirettamente dal Comune di Ceccano in attività in concessione, in appalto e/o in subappalto di lavori, in servizi e forniture pari almeno a 10 euro lordi. Poi, chiediamo all’amministrazione comunale di effettuare una ricognizione di tutti i contratti in essere, verificando le condizioni applicate sia dal punto di vista economico che normativo, di verificare il rispetto dell’applicazione del contratto e delle condizioni contrattuali in maniera costante, redigendo periodicamente un report relativo agli appalti in essere del Comune di Ceccano. Pensiamo siano necessarie verifiche sui contratti, e organizzare incontri con le organizzazioni sindacali tutte per verificare come raggiungere l’obiettivo che tutti i contratti in essere prevedano un trattamento economico minimo inderogabile pari a 10 euro l’ora. La presenza della proposta di salario minimo da parte delle aziende che partecipano ai bandi con l’amministrazione pubblica dovrà essere valutata come requisito di merito”.

“Quello che chiediamo – concludono da Ceccano2030 – è un atto di civiltà politica, morale e giuridica a tutela della persone in quanto lavoratori e lavoratrici. Si tratta di una scelta che guarda verso il riconoscimento del valore del lavoro ed il contrasto alla povertà lavorativa, che deve coinvolgere anche l’interesse e l’ambito comunale, primo luogo in cui gli impegni politici possono tradursi in realtà: il tempo per dare vita a un’idea alternativa di città è oggi, il futuro di Ceccano comincia adesso!”.

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