Safety in Numbers: più persone in bici rendono le strade più sicure anche per gli automobilisti

Frosinone - Per la Federazione Italiana Ambiente e Sicurezza è indispensabile la transizione ecologica dei trasporti

Il principio si chiama Safety in Numbers, ovvero la sicurezza sta nei numeri, che evidenzia la correlazione tra l’uso della bicicletta e la sicurezza del traffico generale. Più ciclisti, meno vittime tra i pedoni e gli stessi ciclisti e meno rischi nel complesso, anche per gli automobilisti perché inevitabilmente ci saranno meno auto in circolazione.

La Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, presieduta attualmente da Alessandro Tursi, che nel Lazio conta 6 associazioni aderenti, oltre 600 soci e una platea di simpatizzanti, ribadisce tale assioma che, con tanto di conforto statistico, è contenuto sia nel Piano Generale della Mobilità Ciclistica 2022-2024 sia nel Piano Nazionale della Sicurezza Stradale 2030.

I dati mostrano infatti che la mortalità da incidenti stradali diminuisce all’aumentare della percentuale degli spostamenti su due ruote sul totale, e che il tasso di mortalità dei ciclisti è inversamente proporzionale al tasso di utilizzo della bicicletta.

L’intervento

Fin dalla sua nascita la Fiab si occupa di tali tematiche nella convinzione che l’uso della bici per gli spostamenti quotidiani o a fini ricreativi, incida in maniera determinante sulla qualità di vita collettiva e sul benessere delle persone.

“Siamo perfettamente consapevoli che si tratta di un cambiamento epocale e che occorrono consistenti investimenti, un impegno imponente e molto tempo affinché la transizione si compia – spiega la Coordinatrice FIAB LAZIO Marina Testa -. Ma siamo altrettanto consapevoli che la spinta più forte arrivi da volontà e lungimiranza politica. Automobilisti, autisti, motociclisti, ciclisti, pattinatori, pedoni sono tutte persone che hanno lo stesso diritto di occupare la strada. Ma la differenza sostanziale sta nel mezzo usato e nell’equilibrio di numeri e spazi tra i diversi soggetti. I mezzi a motore hanno svariati svantaggi: inquinano, fanno rumore, ingombrano e soprattutto sono equiparabili a delle armi che uccidono se non usate in maniera opportuna”.

“A fronte di quanto sta accadendo sulle strade, abbiamo chiesto ad istituzioni e amministratori, per quanto di rispettiva competenza nel Lazio, di accelerare quanto più possibile la transizione ecologica dei trasporti perché strettamente correlata ai livelli di sicurezza stradale. A tal fine, infatti, è fondamentale dar seguito ai piani e agli investimenti già programmati o in fase di previsione. Chiediamo altresì di intensificare la vigilanza stradale al fine di accrescere la percezione del controllo”.

Le richieste

La lettera/proposta è stata inoltrata al Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini, al sottosegretario dell stesso ministero Tullio Ferrante, al Prefetto di Roma Bruno Frattasi, al Questore di Roma Mario Della Cioppa, al Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, al sindaco di Roma Metropolitana e Comune di Roma Roberto Gualtieri, all’Assessore alla Mobilità Eugenio Patanè, alla presidente di Roma Servizi per la Mobilità Anna Donati e al presidente della Consulta Cittadina Sicurezza Stradale, Mobilità Dolce e Sostenibilità Roberto Pallottini.

Attraverso la lettera si chiede la creazione o il potenziamento degli Uffici preposti alla Mobilità al fine di allineare anche Roma Capitale, Roma Metropolitana e la Regione Lazio ad altre amministrazioni italiane più avanzate in materia di mobilità.

A tal proposito, nel settembre scorso sempre il Coordinamento FIAB LAZIO ha inviato ai rappresentanti istituzionali della Regione Lazio la proposta di un Ufficio regionale di coordinamento della Ciclabilità nel Lazio. Un ufficio interno all’ente che riesca ad armonizzare la frammentazione di procedure, azioni e investimenti sulla ciclabilità e che rafforzi l’attività dell’ente stesso sul territorio anche alla luce delle eventuali opportunità di finanziamento. Ma un salto di qualità deciso e riunificante sarebbe l’Istituzione di un Coordinamento Mobilità Ecologica e Ciclabile di Roma e del Lazio, a carattere trasversale e permanente, che riunisca enti e soggetti del territorio, comprese le associazioni, in considerazione della realtà che vede un prevalente movimento concentrico verso la Capitale dalle altre città e province della regione non avulse affatto dalle dinamiche quotidiane ma anch’esse alle prese con una difficile gestione del traffico veicolare e assenti, piccole o tormentate azioni nella direzione degli spostamenti ecocompatibili e sicuri. Centrale la figura del Mobility Manager negli enti pubblici e privati, come da normativa.

“L’obiettivo – aggiunge la Coordinatrice FIAB LAZIO – è sollecitare un percorso e una visione d’insieme che, attraverso l’introduzione di un sistema di mobilità sostenibile, ecologica e attiva, ha la concreta possibilità di ridurre i rischi stradali ridonando quindi sicurezza, salubrità, decoro, in sostanza vivibilità agli ambienti urbani”.

Le priorità

  • Decongestionare i flussi del traffico motorizzato, interno alla Capitale e proveniente dall’esterno che si concentra ad
    imbuto verso l’area metropolitana dalle località del Lazio ad essa satellitari, orientando le persone a scegliere in maniera sempre maggiore i mezzi di trasporto pubblico (treno, autobus, metro) o la bicicletta o le gambe per gli spostamenti quotidiani;
  • Incrementare la flotta dei mezzi pubblici comprese frequenza e capillarità;
  • Disciplinare gli ingressi nella Capitale con nodi di scambio dove lasciare la macchina privata e servirsi dei mezzi di
    trasporto o biciclette (a noleggio o private);
  • Favorire il trasporto bici sui mezzi pubblici (treni regionali compresi) con appositi alloggi;
  • Incremento a tappeto dei percorsi per le biciclette (corsie o piste ciclabili) in modo da creare un sistema a rete senza
    soluzione di continuità e aderente a parametri di sicurezza (eccessiva esposizione al passaggio dei mezzi a motore);
  • Installazione di rastrelliere o ricoveri per bici davanti agli uffici pubblici, stazioni ferroviarie e degli autobus;
  • Valutare e introdurre forme di incentivo e riconoscimento del minor impatto urbano e ambientale, ovvero misure
    premianti per avviare o consolidare l’abitudine di preferire la bicicletta per lo spostamento urbano (esistono app per il conteggio chilometrico usate da alcuni enti o aziende per calcolare ricompense anche in denaro, un contributo a chi ha avuto il merito di alleggerire il traffico motorizzato e non aver immesso CO2 nell’ambiente);
  • Valutare e introdurre forme di partenariato o campagne promozionali con gli operatori economici al fine di incentivare l’uso dei trasporti pubblici, delle bici o delle gambe anche per fare acquisti;
  • Calmierare (anche attraverso dispositivi tecnologici) i comportamenti scellerati degli automobilisti, dalla velocità
    all’uso del telefono mentre si guida, oppure guidare sotto l’effetto di alcol o droghe, sosta sregolata. Reati che il codice della strada già conosce, ma a quanto pare non repressi in maniera sufficiente. Il timore di incorrere in severi controlli ed essere sanzionati è già un deterrente;
  • Introdurre laddove necessario zone 30 o strade a velocità contenuta e indurre al rispetto dei limiti, è lampante ormai
    che la segnaletica stradale è invisibile ai più ed è anche inconcepibile lasciare una città di tali proporzioni come Roma
    in balia della sregolatezza assoluta;
  • Installare passaggi pedonali rialzati come deterrente fisico alla velocità;
  • Applicare le modifiche al codice della strada introdotte dal Decreto legge n. 34/2020 al fine di incentivare la mobilità
    sostenibile e gli spostamenti con velocipedi e mezzi assimilati in riferimento alle case avanzate, il senso unico eccetto bici, le zone o strade scolastiche, l’uso promiscuo delle corsie preferenziali del Trasporto Pubblico Locale.


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