Fabio De Angelis, presidente della Saf e tra i principali esponenti di Fratelli d’Italia in provincia, porta a casa non solo l’ok al Bilancio della Società Ambiente Frosinone senza voti contrari e con il riassorbimento anche dei leghisti (in passato erano saliti sull’Aventino polemico per la conduzione delle passate presidenze), ma supera anche lo scoglio della conferma della nomina di Mauro Buschini in consiglio di amministrazione che pur incontrava le resistenze dell’area Battisti-Pompeo. Rete Democratica e Base Riformista, infatti, alleati nel prossimo congresso dem, avrebbero preferito quanto meno un rinvio del punto all’ordine del giorno. Ma, dopo due giorni di tira e molla, De Angelis ha posto una sorta di “fiducia” sulla governance della società di cui sono soci i Comuni e la Provincia appunto, facendo della conferma dell’ex assessore regionale un punto di principio e spuntando, così, le frecce alla fronda anti-Buschini.
Così l’assemblea dei sindaci tenutasi oggi a Palazzo Jacobucci alla fine ha ratificato senza eccessivi scossoni i due punti all’ordine del giorno. La discussione sulla conferma in cda ha portato via molta parte del tempo ed alla fine si è conclusa con ben 64 voti a favore, un contrario (il sindaco di Arce, Luigi Germani) e 3 astenuti: i sindaci di Isola Liri Massimiliano Quadrini, di Posta Fibreno, Adamo Pantano e di Arnara, Filippo Capogna. Quando s’è votato il bilancio erano ormai quasi le 14 e la platea di amministratori aveva perso qualche partecipante. La conta sul punto è terminata con l’approvazione da parte di 56 sindaci e 5 astensioni: oltre ai primi cittadini già citati di Isola del Liri e Posta Fibreno, hanno preferito esprimersi in bianco i sindaci di San Donato Valcomino, Enrico Pittiglio, di Esperia Giuseppe Villani e di Frosinone, Riccardo Mastrangeli (che ha subito spiegato di attendere la soluzione di una controversia tra il Comune capoluogo e la Saf).
“Con questo voto si sancisce una sorta di unanimità nella governance della Saf”, ha sintetizzato alla fine dell’assemblea il presidente De Angelis, che ha posto l’accento anche sul risanamento dei conti della società: “Abbiamo tagliato in sei mesi nel 2023, grazie ad una vera e propria ‘spending review’, 3milioni, 291mila e 199 euro di costi generali. In parte è stato conseguenza del fatto che abbiamo lavorato meno rifiuti. Ma in altra parte è sato dovuto alla scelta di tagliare spese per servizi amministrativi e consulenze per 1 milione 103mila 862 euro. Senza contare che i 14 pensionamenti registrati nei dodici mesi non sono stati sostituiti”.
La cura della spending review su spese amministrative e consulenze
Ma vediamo le cifre. L’esercizio amministrativo chiuso al 31 dicembre 2023 ha evidenziato una perdita pari a € 69mila 894,00. Tale perdita è dovuta alla diminuzione dei rifiuti che la Saf S.p.a. ha trattato e gestito complessivamente 120.177,92 Tonnellate di Rifiuto urbano rispetto alle 132.458,88 tonnellate del 2022. Il fatturato complessivo, senza le partite straordinarie ammonta ad € 23milioni 14.463,00 euro evidenziando rispetto al precedente esercizio una diminuzione dei ricavi per € 3 milioni e 785.772 euro. Tale perdita è stata contenuta dalla riduzione dei costi generali di cui abbiamo fatto cenno sopra. Nella sua relazione all’assemblea, il presidente De Angelis ha precisato che “i conferimenti in discarica sono diminuiti passando dalle 95.335 t/a del 2017 a 8.996,26 tonnellate del 2023 smaltite principalmente presso strutture fuori ATO e fuori Regione (10,8 %). Questo ha generato la ricerca di alternative con costi più elevati e chiaramente finalizzate ad evitare l’emergenza provinciale. Questo è il primo effetto negativo degli eventi non prevedibili a partire dalla chiusura della discarica di Roccasecca (che ha
provocato una riprogrammazione generale per lo smaltimento in altri siti fuori dall’ATO Frosinone) e dopo con la chiusura del sito di Viterbo”. Quanto all’attività vera e propria del Tmb di Colfelice, De Angelis ha elencato i dati a valle della lavorazione: “Sulla base degli ingressi relativi ai rifiuti indifferenziati sono stati trattati e gestiti 83.314,380 tonnellate di RSU di cui, a seguito di successivo trattamento e recupero sono stati così smaltiti: 8.996,26 tonnellate conferiti presso discariche fuori ATO; 67.413,92 tonnellate avviati al recupero energetico presso gli impianti di termovalorizzazione e sovvalli trattati presso impianti dedicati (fuori ATO); 1.397,50 tonnellate materiale ferroso e alluminio recuperato e venduto a industrie del settore (1,68%)”.
Ma resta l’allarme dei crediti anche verso i Comuni: sfiora i 40 milioni
Le note dolenti degli aumenti dei costi hanno riguardato soprattutto la termovalorizzazione: nel corso del 2024 ha subito aumenti sostanziali. “Basti pensare al TMV di S. Vittore (ACEA AMB.) che è passato da 140,00 €/ton
a 157,00 €/ton (+ 17,00 €/t sul 2023) e 165,00 €/t per il 2025 (+ 25,00 €/t sul 2023)”. Poi il conferimento in discarica: “Per l’anno 2023 è stato pari al 10,8 % con un costo medio pari a 100 €/ton senza trasporto. Nell’anno 2024 la SAF ha ridotto ulteriormente il quantitativo conferito in discarica vista l’assenza sia nell’ATO Frosinone che fuori ATO”. Calato invece – per il minor quantitativo di rifiuti trattati – il costo dell’energia elettrica complessivo pari a 1.142.905,00 per l’anno 2023 con una diminuzione del 34,81 % rispetto a un costo complessivo di € 1.753.200,00 del 2022. Diminuito anche il costo del personale che è passato da 5.307.469,00 € a 5.186.430,00 € con una
diminuzione di n. 2 unità e una spesa inferiore complessiva di 121.039,00 euro.
Preoccupante il monte crediti da riscuotere e che rappresentano un fardello che giunge sulla gestione attuale in parte preponderante dal passato. “I crediti complessivi per l’anno 2023 sono di € 39.787.940,00 – ha scandito De Angelis – contro 36.133.061 con un aumento del 3,65% rispetto all’anno 2022. A persistenza di uno stock di credito così elevato in rapporto all’attività annuale della SAF non consente un’operatività efficace e finanziariamente sostenibile. Tra questi vi è la presenza di crediti nei confronti della clientela per un totale di euro 34.197.170 considerati esigibili nell’arco di un esercizio. L’utilizzo di impianti ubicati fuori dai confini provinciale limita le capacità operative dell’azienda con un livello di crediti di questa portata. Questa è la causa principale – ha ricordato il presidente Saf – della pressione che stiamo esercitando tesa al recupero dei crediti di natura commerciale principalmente nei confronti dei soci”. Insomma i sindaci sono chiamati a prenderne atto ed a fare tutto il possibile per frenare la crescita dell’esposizione.