Riflessologia plantare, alla scoperta dell’affascinante disciplina e dei suoi benefici

Con Dario Gabrielli, operatore Shiatsu e Riflessologo Plantare, che opera a Frosinone, scopriamo l'antica tecnica

Nel vasto mondo delle tecniche di massaggio olistico e delle discipline bio-naturali, sicuramente la Riflessologia Plantare, è tra quelle che desta più curiosità ed interesse, affascinando sempre più chi si avvicina a questa disciplina, sia per le modalità di applicazione, ma soprattutto per gli effetti benefici che ne derivano.

Affronteremo questo argomento con il M.tro Dario Gabrielli, operatore Shiatsu e Riflessologo Plantare, che opera in questo settore da oltre 25 anni, specializzato in tecniche di trattamento e massaggio di origine orientale, fisiognomica applicata e psicosomatica, presso il suo studio olistico Washi di Frosinone.

Dario Grabrielli
  • Dario, cos’è la riflessologia plantare e quali sono i suoi benefici?

“Per comprendere la riflessologia plantare attuale, bisogna fare un salto indietro nel tempo a partire dalle prime forme di massaggio del piede applicate in India ed in Cina dal 5000 a.C. dove la stimolazione, avveniva su punti di agopressione con l’intento di stimolare ed attivare campi energetici.

La medicina tradizionale cinese e la medicina Ayurvedica sono state tra le prime forme di medicina non convenzionale ad utilizzare i punti del piede come parte integrante ed essenziale della “Terapia”.

Anche in Egitto furono trovati, all’interno della Tomba dei Medici a Saqquara (circa 2300 a.C.), dei dipinti raffiguranti scene di massaggio del piede e delle mani, a testimonianza del fatto che tale metodo era largamente diffuso e praticato.

Dando uno sguardo in Occidente, nei primi dell’800, un ricercatore svedese, Pehr Henry Ling, notò un collegamento diretto tra dolori provenienti da alcuni organi con zone riflesse e cutanee del piede. Successivamente a cavallo degli anni ’20, un medico di Boston, William Fitzgerald, scoprì che esercitando delle pressioni mirate su determinare zone del piede, si creava un effetto anestetico ed antidolorifico. Tale teoria fu successivamente supportata da un dentista Newyorkese, Edwin Bowers, il quale suddivise il corpo in dieci zone lungo le quali scorre l’energia.

Ma la prima reale mappa che oggi conosciamo, dove sono identificati i punti riflessi anatomici e funzionali e dove si fa riferimento esclusivamente alla stimolazione delle zone del piede, risale agli anni ’30 grazie alla terapeuta Eunice Ingham la quale portò avanti il lavoro di Bowers e Fitzgerald arricchendolo ed integrandolo.

Si può cosi dire che l’attuale Riflessologia Plantare è figlia delle antiche culture orientali, ma è sicuramente frutto degli approfondimenti e delle ricerche occidentali”.

  • E in Italia quando si è venuti a conoscenza della Riflessologia Plantare?

“In Italia la Riflessologia ha mosso i primi passi nei primi del ‘900 con il neurologo Giuseppe Calligaris ed il dott. Nicola Gentile i quali realizzarono vari studi in merito ma non con poche difficoltà, visto il dilagante scetticismo nel campo medico in quel periodo.

Per quanto riguarda invece il metodo di massaggio Riflessologico, bisogna ringraziare il fisioterapista Elipio Zamboni (1929 – 1992) il quale è stato fondatore della FIRP (federazione italiana Riflessologia Plantare) negli anni ’80 e che ad oggi è promotore della formazione, ricerca e divulgazione di quest’arte intellettuale”.

  • Ora che abbiamo un’idea di come è nata, ci può spiegare in cosa consiste?     

“Innanzitutto, per comprendere la dinamica di stimolazione, dobbiamo partire dalla conoscenza delle mappe che prendono in esame il corpo umano in tutte le sue parti strutturali, anatomiche, fisiologiche e funzionali e le riporta su entrambi i piedi in determinate aree identificative.

Per meglio avere un’idea semplificata, possiamo dividere il piede in 3 linee orizzontali dove la prima sarà al di sotto delle dita ed andrà a rappresentare il cingolo scapolare, la seconda linea sarà al centro del piede e rappresenterà il margine costale, mentre la terza linea, si troverà al di sopra del tallone e andrà ad identificare il cingolo pelvico.

Questo farà si che la ricerca dei punti e delle zone da trattare, sarà di più facile identificazione.

La mappa dettagliata con tutti gli organi, strutture, tessuti ed apparati invece, è quella sulla quale si fondano tutti i principi riflessologici di ricerca, stimolazione ed efficacia dei punti”.

  • Quindi, se soffriamo di un disturbo, ad esempio allo stomaco, basta stimolare il punto riflesso corrispondente a quest’ultimo?

“Mi piacerebbe pensare che la cosa possa essere così semplice, ma non è proprio così. Va detto che il riflessologo non fa una diagnosi medica ma si attiene esclusivamente a parametri energetici che nel nostro linguaggio si possono tradurre come punti pieni o vuoti e lo scopo è quello di ripristinare attraverso la stimolazione, il giusto equilibrio omeostatico (equilibrio mente – corpo).

Il riflessologo ricerca e lavora punti o aree di richiamo che presentano blocchi o tensioni, che noi definiamo “cristalli” (piccoli granuli sottocutanei che creano ostruzione energetica), con l’intento di sciogliere, alleggerire, armonizzare e riattivare. Tutto ciò fa sì che il ricevente possa avere un beneficio generalizzato atto a migliorare il suo stato di salute e a preservarlo da futuri squilibri che possono tramutarsi in disturbi veri e propri. L’azione diretta, se parliamo di effetti, la riscontriamo principalmente sui 3 sistemi base del nostro funzionamento psico-fisiologico.

Sistema Nervoso, in quanto il piede è ricco di terminazioni nervose e la stimolazione crea un effetto distensivo e rilassante (migliora l’umore, la qualità del sonno, la vitalità, le risposte fisiologiche, la stabilità psichica ecc.)

Sistema Circolatorio il quale, attraverso il massaggio riflessologico, va ad apportare maggiore flusso ad organi e tessuti migliorandone la risposta funzionale (il sangue oltretutto, fa parte delle 6 sostanze fondamentali ed è trasportatore del QI “energia”).

Sistema Linfatico con l’obiettivo di creare un effetto di “pulizia e detossificazione” dell’organismo. (Non a caso le prime sedute riflessologiche possono portare ad eccesso di sudorazione, a minzioni più frequenti o a scariche di diarrea come effetto eliminatorio di tossine in eccesso).

La Riflessoloigia Plantare, come gran parte delle altre discipline bio naturali, ha una visione olistica, ovvero totalitaria che non si sofferma sul sintomo, ma ne studia le dinamiche attraverso una corretta anamnesi (basata su principi dell’ottuplice schema (MTC): pieno/vuoto, Yin/yang, caldo/freddo, interno/esterno ecc), per poter risalire alla reale causa e dare supporto attraverso il massaggio dei punti che hanno più effetto per il ripristino omeostatico”.

  • A chi è rivolto il massaggio Riflessologico?

“La riflessologia plantare è rivolta a tutti, salvo alcuni casi specifici dove è controindicata come ad esempio gravidanze a rischio o prima del 3° mese, disturbi psicologici gravi, lesioni e fratture, gravi disturbi cardiocircolatori ecc. La riflessologia plantare è un metodo piacevole, sano e funzionale; un mezzo di conoscenza di se stessi non invasivo, ma che è in grado di metterci in contatto con il nostro lato energetico, spirituale, fisico, psicologico ed emotivo. Un massaggio che necessità però di un’adeguata preparazione e conoscenza in cui il percorso formativo dell’operatore risponda a requisiti di competenza e professionalità. Essendo un metodo rientrante nelle libere professioni, è facile incappare in operatori poco preparati e con formazioni blande, quindi suggerisco sempre a coloro che desiderano ricevere un massaggio riflessologico, di verificare il profilo professionale dell’operatore. (Un corso prevede almeno 3 anni di formazione con monte ore che non vada al di sotto delle 500 ore base formative.)”.

  • Cosa possiamo dire per concludere?

“Possiamo sottolineare, che la riflessologia plantare ad oggi è una realtà molto presente nella conoscenza e nella pratica, ma che necessità sicuramente di più attenzione nella qualità formativa degli operatori evitando corsi on-line o corsi che non danno adeguata preparazione. Inoltre, sul piano dell’efficacia, è riscontrato che la riflessologia plantare sia tra i metodi più funzionali per ridare armonia, equilibrio e stabilità a livello sia fisico che psicologico e che, con la pratica costante, si possa ottenere un effetto di benessere generalizzato a lungo termine”.

Per ulteriori informazioni è possibile inviare una mail a trattamenti_olistici@libero.it oppure prenotare una consulenza gratuita presso lo studio olistico WASHI, in via Maria 129 a Frosinone.

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