Quella ‘bomba ad orologeria’ ambientale chiamata ‘Nocione’ potrebbe essere finalmente disinnescata. E’ stato approvato l’Avviso pubblico esplorativo per la manifestazione di interesse per l’affidamento delle indagini riguardanti la messa in sicurezza d’emergenza e caratterizzazione del sito situato a tre chilometri dal centro di Cassino, in località Nocione che nei primi anni ’90 ha visto scaricare illecitamente, a venti metri di profondità, rifiuti provenienti dai laboratori ospedalieri del nord Italia.
Il Comune di Cassino ha pubblicato il bando “e le società interessate a partecipare dovranno far pervenire la propria manifestazione di interesse con la documentazione richiesta entro e non oltre le ore 12 del 21 ottobre prossimo. Per maggiori informazioni sulle modalità di partecipazione, termini e criteri di valutazione, si rimanda alla sezione: “Amministrazione Trasparente – Avvisi e bandi”, sul sito del Comune di Cassino”.
Si avvia quindi a conclusione una vicenda che nel corso dei decenni, stando alle indagini portate avanti dalla procura di Cassino e dalla Guardia di Finanza, potrebbe aver seminato lutti e dolore in una zona agricola fortemente compromessa a livello ambientale. Perchè i rifiuti seppelliti scelleratamente in un terreno adiacente la superstrada Cassino-Atina, nel corso degli anni hanno prodotto liquami micidiali che hanno inquinato terreni e falde acquifere.
La triste vicenda
Un comportamento che è rimasto nascosto per decenni, fino a quando alla fine del 1996 alcuni cittadini impegnati a fare jogging lungo un canale di acque piovane, non si accorgono di una patina rossa posizionata sul fondo e sugli argini. Lo stesso liquido fuoriesce anche dal terreno. Scatta l’allarme e gli accertamenti da parte dei Carabinieri del Noe che confermano la presenza di cromo esavalente. Nel frattempo molti dei residenti in zona iniziano ad ammalarsi soprattutto di Linfoma di No Hodgkin, una malattia che attacca il sistema immunitario e porta alla morte. Nel raggio di poche centinaia di metri a perdere la vita sono almeno 10 persone, tutte in giovane età. L’inchiesta, dopo una battuta di arresto, riprende nel 2012 grazie alla testimonianza di alcune persone che iniziano a raccontare alla Guardia di Finanza cosa si accaduto nei primi anni ’90, in piena emergenza rifiuti, in quel terreno. Un silenzio lungo oltre venti anni che ha portato alla compromissione di un’area agricola dove pascolavano animali e venivano coltivati campi. Da dieci anni chi vive nella zona di Nocione ha il divieto di pascolo e di utilizzo dei pozzi per irrigare i campi. Provvedimenti tardi che non hanno fermato la scia di malattie senza cura.