Una stangata da 14 milioni di euro per i cittadini ciociari. Tanto ci è costato smaltire i nostri rifiuti tra il 2019 e il 2022. Un conguaglio che ora peserà sui 91 Comuni della provincia. Ovviamente quei 14 milioni saranno sfilati direttamente dalle tasche dei contribuenti, ergo famiglie e imprese che pagheranno bollette salate. Più del solito. Questa in sintesi la situazione che il Presidente della Saf – la Società Ambiente Frosinone – Fabio De Angelis ha prospettato nei giorni scorsi, durante la seduta di insediamento del Comitato per la Ripresa e lo Sviluppo Sostenibile tenutasi in Provincia. Nelle ore precedenti, lo stesso De Angelis aveva inviato una Pec ai 91 Comuni, che compongono la società partecipata da lui guidata, per metterli al corrente della situazione. Nel corso della seduta, ha inoltre chiesto al Comitato di occuparsi al più presto del problema delle infrastrutture poiché, senza impianti le tariffe sono destinate ad aumentare anche per l’anno in corso e per quelli a venire.
Lo spettro di un “inciucio” per la discarica
Insomma, la bomba rifiuti è nuovamente esplosa. Questa volta in termini economici. Ma sarà un caso che proprio nel momento in cui si annuncia ai cittadini che dovranno sborsare 14 milioni di euro, da più parti si invoca con insistenza l’infrastruttura mancante? A parte i biodigestori, da tempo al centro di furiose polemiche, la mancanza di una discarica sembra essere il nodo centrale. E fin qui tutti d’accordo. Ma c’è un sito idoneo ad ospitare la famigerata discarica che renda il territorio autosufficiente e capace di chiudere in house il ciclo dei rifiuti? Ufficialmente sembrerebbe di no. Però, a ben vedere, un sito già bello che pronto a funzionare ci sarebbe. Ed è la discarica Mad di Roccasecca che fa capo all’imprenditore Valter Lozza e che avrebbe avviato le operazioni per il ritorno in attività. E qui arriva lo spettro dell’inciucio sollevato da più parti. Stando ai rumors, entro marzo potrebbe chiudersi un accordo tra la Saf e la stessa Mad. La Società Ambiente Frosinone sarebbe pronta a rilevare la Mad facendola diventare così una società pubblica sotto il controllo dei sindaci e riattivando la discarica. Ma siccome più di qualche sindaco al solo sentore ha annunciato battaglia e la bomba che potrebbe esplodere nel caso in cui i rumors trovassero conferma sarebbe più potente della stangata da 14 milioni di euro, la strategia sarebbe quella di far digerire la cosa ai cittadini e all’opinione pubblica. Come? Come sta accadendo. Se mettiamo i contribuenti davanti al fatto compiuto: un conguaglio da 14 milioni che loro dovranno pagare e diciamo loro che la soluzione per evitare che questo si ripeta anche per gli anni a venire è dietro l’angolo, con la riapertura della discarica di Roccasecca, potrebbero accettare il “male minore”.
C’è chi dice “No”…mentre Di Stefano tace
Il primo a dirsi contrario ad ipotesi di accordi e inciuci per la riapertura del sito di Roccasecca è il sindaco di San Giovanni Incarico, Paolo Fallone. Lo ha fatto da tempo e, lo scorso 15 gennaio, ha inviato una lettera al Presidente della Provincia, Luca Di Stefano, proprio temendo che al netto di una situazione prospettata come “emergenziale” si potesse tornare a parlare del quinto bacino della discarica di Cerreto. Un’ipotesi che lo stesso Fallone in quella lettera definiva “Un ulteriore crimine per le nostre terre e per i nostri cittadini”, aggiungendo: “Da sindaco di un comune da sempre danneggiato dalla vicinanza di questi impianti, visto il continuo susseguirsi di malattie in molti giovani del mio territorio, non posso rimanere indifferente a questa situazione di stallo, soprattutto non avendo chiara la posizione della Provincia riguardo l’individuazione del nuovo sito da porre a discarica”.
Fallone nella sua missiva ha chiesto a Di Stefano di convocare con urgenza un tavolo aperto ai sindaci e a tutti gli esponenti politici del territorio, sia regionali che del Governo, al fine di scongiurare la riapertura della discarica di Cerreto, per individuare un sito alternativo e per evitare una nuova emergenza rifiuti. Risultato? Il Presidente della Provincia non lo avrebbe degnato neppure di una risposta. Silenzio assordante. Più di un mese è passato e nel frattempo l’ipotesi accordo Saf-Mad ha cominciato a farsi più insistente. E i malpensanti si domandano cosa ci sia dietro quel silenzio. Non è che Di Stefano, nel frattempo, abbia iniziato a propendere, come altri, per la riapertura della discarica di Cerreto? In quel caso come lo dirà ai sindaci del comprensorio che ricordano l’impegno che lui stesso prese con loro nel momento della sua elezione in Provincia, ovvero quello che il nuovo sito non sarebbe ricaduto nei comuni del Basso Lazio?
Così, per non stare con le mani in mano in attesa di una risposta che tarda ad arrivare, Fallone è andato avanti ed ha chiesto ad Enzo Salera – Presidente della Consulta dei Sindaci del Lazio Meridionale – di convocare con urgenza un’assemblea della Consulta per affrontare il problema. L’ok è presto arrivato e la prossima settimana, il 27 febbraio, i sindaci si riuniranno per discutere il primo punto all’ordine del giorno: possibili soluzioni relative all’individuazione del nuovo sito a discarica per la provincia di Frosinone.
Anche la Lega storce il naso: niente discarica a Roccasecca
A storcere il naso dopo la “bomba stangata” lanciata dal Presidente della Saf, anche la Lega. Andrea Amata, capogruppo della Lega in Consiglio provinciale, e il consigliere Luca Zaccari in una nota evidenziano: “Una governance seria della società che gestisce il ciclo dell’immondizia dovrebbe attivarsi affinché dalla Regione Lazio si intervenga con sistema compensativo, soprattutto per quei territori come il nostro che negli anni si sono dovuti sobbarcare l’onere dei rifiuti che la Capitale non ha saputo smaltire. Questo è un punto fermo che va rivendicato e sul quale va aperto un tavolo di confronto, coinvolgendo i Comuni stessi e la Provincia”. Poi Amata e Zaccari invitano ad “accelerare sulla scelta dei nuovi siti idonei a ospitare discariche, perché il territorio deve essere autosufficiente. Con la condizione di escludere da questa individuazione territori che già hanno pagato prezzi pesanti come Roccasecca e Colfelice. Abbiamo alle porte il Giubileo, Roma deve essere linda e pinta, non sia questa la scusa per riproporre schemi ormai superati”.
Tra inciuci e stangate, siamo nelle mani di…Buschini
Al netto delle prese di posizione sulla necessità di una discarica in provincia, tra i “no” e i silenzi, il Presidente della Saf De Angelis ha anche evidenziato che la discarica non sarà l’unica soluzione alla quale ricorrere. Ha detto, infatti, che, grazie all’impegno del Cda, ai Comuni presenterà soluzioni alternative per ridurre i costi. Il Consiglio di amministrazione al quale fa riferimento è lo stesso nel quale oggi siede Mauro Buschini. Archiviato lo spinoso capitolo Egato, il buon Mauro ha trovato subito una nuova poltrona alla Saf e qui ora dovrà dimostrare le sue capacità nella gestione del ciclo dei rifiuti visto che, la Giunta Rocca, avendolo buttato giù dal trono dell’Egaf, non gli ha lasciato la possibilità di farlo. Cittadini, famiglie e imprese della provincia sono quindi nelle mani di Buschini. A lui il compito di trovare le “soluzioni alternative” per ridurre i costi. Gli elettori, che ben ricordano i disastri economici fatti dalla Giunta Zingaretti quando Mauro Buschini sedeva in Regione Lazio, anche come assessore con delega ad Ambiente e Rifiuti, possono dormire sonni tranquilli. Al loro risveglio solo nuove stangate.