Rifiuti, da Tosini a Lozza 2 milioni senza gara. I due intercettati: “Straordinaria operazione”

Lozza è sotto processo anche a Cassino per l'inchiesta 'Maschera': un'indagine, condotta dalla Dda, sempre in tema di rifiuti

Circa due milioni di euro che dovevano essere spesi dalla società privata Mad, per smaltire tonnellate di terreno, che sono stati, invece, incassati dalla stessa, di proprietà di Valter Lozza. I fondi, elargiti per l’acquisto di quel terreno, sono stati stanziati senza gara dalla Regione Lazio.

Insomma una “straordinaria operazione” con soldi pubblici, dei contribuenti. Sono stati gli stessi Lozza e la ex dirigente della Regione LazioFlaminia Tosini, imputati nel processo in corso a Roma per lo scandalo discariche, a definire nelle intercettazioni “straordinaria operazione” la compravendita di quel terreno e dei lavori affidati senza nessuna gara.

La vicenda è stata ricostruita ieri mattina dal tenente colonnello Dario Burattini durante l’udienza del processo che vede indagati i due per corruzione e turbata libertà degli incanti.

L’ufficiale era al comando del Nucleo investigativo dei carabinieri del Noe durante l’indagine coordinata dalla procura di Roma, che il 16 marzo 2021 ha portato all’arresto sia della dirigente regionale che dell’imprenditore.

Entra così nel vivo il processo per lo scandalo regionale sulla gestione delle discariche nel Lazio che in quel periodo, secondo la procura, erano “autorizzate o meno” a seconda delle regalie che l’imprenditore assicurava alla dirigente regionale.

In aula, ieri mattina, mentre l’ufficiale parlava del capping (operazione che prelude alla bonifica) della discarica di Civitavecchia, pagato dalla Regione Lazio per diventare capping della discarica di Bracciano, c’erano i due imputati seduti allo stesso tavolo.

L’inchiesta è nata – ha ricostruito Burattini – da due esposti, il primo firmato dall’ex sindaco di Civitavecchia quando la Regione Lazio, con un atto della Tosini ha revocato la gestione della discarica al Comune di Civitavecchia e l’ha affidata alla Mad“. Un passaggio quindi da una società pubblica a una privata.

L’altro esposto – ha aggiunto Burattini – è stato fatto nel 2019 dal rettore dell’università Agraria di Bracciano che denunciava il deposito di terra e roccia da parte di mezzi della Mad in un terreno di proprietà dell’Ateneo. Il materiale proveniva da scavi fatti in prossimità della discarica di Fosso Crepacuore a Civitavecchia“.

Da quegli esposti i militari hanno acquisito gli atti, tra i quali anche la relazione firmata da Tosini dopo un sopralluogo da lei fatto sulla discarica di Civitavecchia, già gestita da Mad che aveva iniziato i lavori per l’ampliamento del sito. Lavori che prevedevano uno sbancamento di terreno, che sarebbe servito per il capping della messa in sicurezza della discarica una volta esaurita. Ma la Tosini, in quel periodo, era commissaria della discarica di Bracciano che doveva essere messa in sicurezza proprio con un capping. “In quella relazione Tosini invitava la Mad a formulare un’offerta per vendere quella ‘terra e roccia’ da usare per i lavori al sito di Bracciano“, ha spiegato l’ufficiale, il quale poi ha precisato alla corte che il materiale, se destinato ad un altro sito diverso da quello da cui si estrae, viene considerato “rifiuto non pericoloso che, viene smaltito al costo di 7 euro e 59 centesimi a tonnellata. L’operazione di vendita ha fruttato, invece, alla Mad” di Valter Lozza “complessivamente 1 milione 941 mila euro” perché la Regione Lazio lo ha acquistato.

Nelle intercettazioni contenute nell’ordinanza di arresto dei due, la Tosini quasi rimprovera Lozza di aver sbagliato i conti della volumetria di quel terreno. “Hai perso – diceva Tosini a Lozza – 200 mila euro. Erano almeno altri 12 mila metri cubi di terra“. Lozza le risponde: “Va bene, fa niente dai, guardiamo a quello che abbiamo e a quanto è stata straordinaria tutta ‘st’operazione“.

Il Gip ricostruisce le conversazioni dei due dopo una prima tranche di pagamenti. Nell’ordinanza si legge che nel giugno 2020 “il Lozza leggeva ad alta voce il messaggio di notifica che gli era arrivato sul cellulare: ‘Bonifico regione, saldo periodo Gennaio-Marzo 665 mila euro’. La Tosini che sapeva si trattasse del denaro erogato dalla Regione Lazio, affermava: ‘I soldi, ti sono arrivati i miei soldi?’ e il Lozza con sorpresa rispondeva: ‘665 mila euro?’ a cui Tosini confermava che si trattava del denaro corrisposto per i lavori indebitamente conferiti“. La conversarsazione la conclude la Tosini, che con Lozza aveva una relazione sentimentale, e riferendosi al motivo del bonifico da 665 mila euro afferma: “La terra, amore“. – Fonte Agenzia NOVA

L’imprenditore Valter Lozza è imputato anche nel processo relativo all’operazione Maschera presso il Tribunale di Cassino.

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