L’Operazione “Cash Waterfull” della Guardia di Finanza, scattata all’alba di oggi, ha fatto tremare non solo la provincia di Frosinone. Nel mirino le sponsorizzazioni sportive nelle gare automobilistiche di “rally”, tenute in varie località del territorio nazionale. Sei i soggetti finiti agli arresti domiciliari, quattro residenti in provincia di Frosinone, uno in provincia di Latina e uno in provincia di Sondrio. Si tratta del campione di rally Andrea Minchella; di Luca Santoro, classe 1990, nato a Frosinone e residente a Ceccano; Mario Mattone, anche lui nato nel capoluogo, classe 1983, e residente a Monte San Giovanni; Vincenzo Massa e Lorella Rinna marito e moglie di Ceccano e Castro dei Volsci e di Marco Gianesini, classe ’66 di Sondrio. Per l’accusa i sei sarebbero ai vertici dell’organizzazione criminale.
I Finanzieri del Comando Provinciale di Frosinone, con il coordinamento della locale Procura della Repubblica, si sono mossi in tutta Italia con l’impiego di oltre 200 militari in forza a 40 Reparti del Corpo. Le ordinanza emesse dal Gip del Tribunale di Frosinone hanno predisposto anche il sequestro preventivo di beni e disponibilità finanziarie per un importo complessivo di oltre 40 milioni di euro.
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417 società e 181 persone fisiche attorno alla struttura criminale
L’indagine è partita da alcune anomalie evidenziate dai Finanzieri nei contratti (e nella relativa fatturazione) di una molteplicità di soggetti economici operanti nel settore delle sponsorizzazioni sportive nelle gare automobilistiche di “rally”, tenute in varie località del territorio nazionale. Così è stata accertata la presenza di un complesso sistema di movimentazioni di capitali, supportato da fatture per operazioni inesistenti. L’analisi della copiosa documentazione acquisita da numerosi istituti di credito ha interessato più di mille rapporti di conto corrente facenti capo a 417 società e 181 persone fisiche.
L’ammontare complessivo delle fatture false emesse dall’organizzazione, rilevato dai Finanzieri durante le indagini, è di oltre 80 milioni di euro, con un’evasione di Iva per oltre 11 milioni di euro.
Le accuse
I 181 indagati, a vario titolo, sono accusati di: associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati tributari, riciclaggio, autoriciclaggio, intestazione fittizia di beni e bancarotta fraudolenta. Le società coinvolte, come evidenziato in precedenza, sono 417, con sede in 14 regioni e 37 località del territorio nazionale.