Nutrita partecipazione dei cittadini al sit-in promosso dal collettivo Ceccano2030 insieme a Unione Popolare per Ceccano, Europa Verde, Ceccano a Sinistra, Prc e PCI, venerdì 22 marzo presso l’area verde di Via Falcone a Ceccano: tantissime persone hanno risposto all’appello di Ceccano2030 e sono scese in piazza in difesa del verde pubblico e contro la cementificazione selvaggia. Nel corso dell’iniziativa hanno preso la parola a sostegno di questa lotta esponenti di associazioni, movimenti politici, i consiglieri comunali d’opposizione, sindacati, ma soprattutto tantissimi cittadini che hanno voluto portare un’idea per Ceccano, hanno voluto condividere un progetto per la città a partire dall’area verde dove si è tenuto il sit-in. – Così in una nota Ceccano 2030.
Per una giornata l’area di Via Falcone è stata vissuta secondo la sua vera natura, quella di area verde: grazie all’iniziativa di Ceccano2030 tantissime persone hanno potuto passeggiare, fare una partita di rugby, fare un pic-nic, i bambini hanno potuto correre e giocare liberamente. La proposta che è emersa con forza da parte dei partecipanti è stata quella di dare vita a un parco pubblico, il “parco RespiriAmo Ceccano” al posto del mostro di cemento che l’amministrazione comunale vorrebbe realizzare nell’area verde di Via Falcone. È stato costituito un comitato spontaneo in difesa del verde pubblico, al fine di dare nuova vita a una zona lasciata (volutamente?) nell’incuria, per difendere la bellezza di Ceccano ed evitare lo scempio di una colata di cemento in un’area verde.
L’idea di nominare il parco “RespiriAmo Ceccano” deriva dal fatto che la città fabraterna è da anni il comune con il più alto tasso di inquinamento atmosferico e, per questo, avrebbe bisogno di più aria pulita che può essere generata grazie alla piantumazione di piante antismog (simili a quelle che simbolicamente sono state piantate al termine dell’iniziativa) piuttosto che di cemento, parcheggi interrati e centri commerciali. Infatti, la Giunta Caligiore nel 2023 aveva dato il nulla osta per la realizzazione di un locale commerciale ad uso privato e di un mercato coperto comunale in via Falcone, a ridosso del Piazzale Peppino Impastato – in un’area in gran parte pubblica. E in poco meno di un anno, muovendosi nel silenzio e aggirandosi nel buio degli uffici tecnici della Regione Lazio, sta andando avanti nel progetto di coprire con una colata di cemento un’area verde nel pieno centro città di Ceccano, servendosi delle forme di legge per non passare dal vaglio comunale e regionale. – Prosegue la nota.
Gli amici della giunta Caligiore in Regione stanno rimandando e ostacolando, con ogni mezzo istituzionale possibile, l’audizione in Commissione Urbanistica della Regione Lazio che avevamo richiesto al fine di approfondire la conformità alla normativa e alla pianificazione vigente (PRG, PTPR, LR 24/1998, LR 36/1987, LR 38/1999, D. Lgs. 42/2004) della delibera della Giunta di Ceccano n.88/2023 con cui l’amministrazione comunale ha deciso l’approvazione di una perimetrazione e costituzione di sub comparti con riferimento al Piano Particolareggiato della zona VP-Verde Pubblico attrezzato di Via Falcone – considerando di interesse pubblico la proposta avanzata da privati a mezzo richiesta di parere preventivo per la realizzazione di un centro commerciale nel centro città di Ceccano. L’amministrazione comunale, nonostante abbia approvato un cambio di destinazione rispetto alle specifiche dello strumento urbanistico generale – individuando un’area commerciale in luogo della destinazione VP della zona, come da Piano Regolatore vigente – con conseguente inapplicabilità della procedura adottata, sta procedendo, di concerto con gli uffici regionali preposti, alla realizzazione del centro commerciale in una delle poche aree verdi rimaste nel nostro centro storico. Inoltre, nel tentativo di giustificare la nuova colata di cemento che sta per seppellire la nostra città, la giunta che amministra Ceccano ha prodotto un’evidente distorsione della legge regionale in materia di rigenerazione urbana e, anche per questo, ha rifiutato qualsiasi forma di confronto pubblico su questo argomento con i cittadini che nella città fabraterna sono impegnati in difesa del verde pubblico e dei beni comuni”.
La raccolta firme
Nei mesi scorsi, avendo ritenuto questa scellerata decisione della giunta Caligiore una violenta aggressione ai beni comuni di Ceccano, abbiamo raccolto oltre trecento firme e presentato una petizione popolare in merito, interessando della questione pure l’Anac. – Aggiungono da Ceccano2030 – Non avendo avuto risposte da parte dell’amministrazione comunale, abbiamo deciso di portare in Regione Lazio la lotta in difesa del verde pubblico e dei beni comuni di Ceccano, chiedendo un’audizione in Commissione Urbanistica: audizione che gli amici della giunta Caligiore stanno in tutti i modi cercando di rimandare, evitando ogni forma di incontro ufficiale e confronto pubblico perché non saprebbero come giustificare l’ennesima mistificazione per insediare cubature, del tutto avulse dalle esigenze cittadine, che rappresentano un pericoloso consumo di suolo in un’area verde (in completo abbandono, così come lo sono praticamente tutte a Ceccano), per di più in una città in cui solo lo scorso anno decine di ettari di verde sono stati mangiati dal cemento.
Infatti, i Comuni, dopo l’approvazione del PTPR – Piano Territoriale Paesaggistico Regionale nel 2021 – per legge sono obbligati ad adeguare i propri piani regolatori alle tutele paesaggistiche e, anziché promuovere nuove varianti alla ricerca di nuovi insediamenti (inutili, insostenibili e insopportabili) come vorrebbero fare a Ceccano, dovrebbero ripensare la propria pianificazione urbanistica di concerto coi cittadini, cominciando dalle aree verdi, come quella di Via Falcone, che potrebbero essere riqualificate per renderle fruibili a chi vorrebbe viverle senza deturpare la natura e secondo la destinazione d’uso. I recenti dati dell’Ispra sul consumo del suolo in Italia ci parlano di una erosione costante del verde della natura da parte del grigio del cemento che ormai va avanti a ritmi così serrati da rendere una vera emergenza il rischio idrogeologico del nostro Paese. E Ceccano non ne è esente. Siamo convinti che sia arrivato il momento di fermare il consumo di suolo a Ceccano, una città in cui negli ultimi dieci anni sono stati cementificati più ettari di verde che nei venti anni precedenti – nonostante i tentativi di occultare i dati reali da parte di chi ha interesse a trasformare la città fabraterna nella contea del cemento. Il futuro di Ceccano passa anche da queste scelte, per questo Ceccano2030 vuole continuare insieme alle cittadine e ai cittadini questa lotta in difesa della bellezza di Ceccano, contro chi favorisce possibili speculazioni edilizie a danno della collettività e contro chi immagina la nostra città come la contea del cemento, per dare vita a un cammino partecipato con i ceccanesi, per condividere un progetto di città, per realizzare un sogno e trasformarlo in realtà progettuale, per costruire una proposta seria, concreta ed efficace per un’altra città possibile, quella che i cittadini vogliono vivere nel futuro. Dalla difesa del verde di Ceccano può partire un percorso di cambiamento all’insegna del benessere collettivo e delle persone, della tutela dei beni comuni, del miglioramento della qualità della vita fondata sulla bellezza e la sua salvaguardia: il tempo per dare vita a un’idea alternativa di città è oggi, il futuro di Ceccano comincia adesso!. – Conclude la nota.