Sette sedute consiliari a vuoto consecutive forse non s’erano mai viste alla Pisana. Ma anche l’opposizione consiliare sa bene che l’uscita dalla crisi interna al centrodestra solo da questi giorni è veramente nelle mani del presidente Francesco Rocca. Nei circa tre mesi precedenti – da quando cioè Forza Italia ha chiesto l’adeguamento delle sue posizioni all’accresciuto numero di consiglieri passato da 3 a 7 -, tutto era rinviato al confronto diretto tra i partiti. Che poi s’è risolto nel faccia-a-faccia ripetuto tra il coordinatore meloniano Paolo Trancassini ed il coordinatore regionale azzurro, Claudio Fazzone. Tante riunioni e soprattutto tante telefonate e lo stesso esito: rinvii su rinvii.
Ma di traverso s’è messo pure l’assessore al Bilancio, Giancarlo Righini, con un “uno-due” da incorniciare. Innanzitutto l’emendamento al collegato per l’istituzione dell’Area Tuscia Natura che non vuole né Forza Italia e neppure metà dei “Fratelli”. E poi c’è stata l’incredibile fuga di notizie sui lavori stradali a Monte San Giovanni Campano pubblicata sui social dalla consigliera comunale di Monte San Giovanni Campano collegata a Righini (con relativo ‘like’ di quest’ultimo), senza che neppure la giunta regionale ne sapesse niente. Al punto che lo stesso assessore al Bilancio ha dovuto far rientro anticipato dalla missione Usa per portare “”fuori sacco” l’atto deliberativo in esecutivo: obiettivo l’approvazione entro il termine del 30 ottobre da rispettare per ottenere i relativi finanziamenti. Per questo, tornando in assise richiamato dalla necessità di approvare il documento di economia e finanza regionale (prima del collegato), il 14 ottobre scorso il presidente Rocca coi modi sempre pacati che lo caratterizzano e riescono a nascondere i segni del malumore, ha avvertito i suoi: “vi lascio il tempo del mio viaggio in America e, quando torno, mi tocca decidere da solo”.
“Quando non ci sono soluzioni politiche deve agire il presidente”
Detto fatto: ”In queste ore farò degli incontri, farò delle valutazioni e poi prenderò le mie decisioni. Lo avevo detto che al mio ritorno dagli Usa mi sarei speso per risolvere questa vicenda. Se prenderò io la situazione in mano? E certo, per forza. Non mi fate fare il presuntuoso, è anche la mia funzione, quando non ci sono soluzioni è il presidente che si deve fare carico per risolvere la situazione”. Ha scandito a margine di un evento alla Corte d’appello di Roma, rilanciato dall’agenzia Nova. La pazienza invece sembra proprio finita quando a Rocca vengono chiesti lumi sulla vicenda Righini: “Se ho tirato le orecchie a Righini sulla delibera? – risponde ad Askanwews – Ma che faccio il pedagogo? Non ho una funzione pedagogica e se un atto è legittimo è legittimo se non lo è non lo è. L’assessore Righini sa bene da solo quel che è giusto o non è giusto, quindi se sono state commesse leggerezze c’è una commissione trasparenza che le valuterà”. Via libera, quindi, sul caso Righini-Monte San Giovanni Campano a Massimiliano Valeriani, il dem a capo della commissione trasparenza. Martedì alle ore 11 è convocato l’organismo per l’audizione dell’assessore Righini e delle direzioni regionali competenti in merito alla vicenda della delibera del 24 ottobre che ha generato polemiche e perplessità. Del resto parliamo di lavori pubblici nei Comuni della Regione.
L’opposizione fa pressing sull’emendamento per Alta Tuscia Natura
L’opposizione vuole vederci chiaro. In Aula restano da discutere ancora una trentina di ordini del giorno, anche se le opposizioni, con un gesto di apertura, hanno deciso di ritirarne circa 35 nella precedente seduta. L’assise è stata riconvocata per giovedì 7 novembre alle ore 11,30 quando Rocca spera di aver dissipato la nuvolaglia che da tre mesi staziona sulla sua testa. Il pacchetto da mandare a segno contempla sia il terzo assessore o il giro di deleghe a favore di Forza Italia che il ritiro dell’emendamento sulla riserva Alta Tuscia Natura, in provincia di Viterbo, relativo al collegato di bilancio. “Se il Defr non viene approvato da luglio non è certo per colpa degli ordini del giorno delle opposizioni ma perché in estate si è creata una questione di tenuta dei numeri della maggioranza in Aula – hanno accusato in una nota a firma congiunta Mario Ciarla (Pd), Marietta Tidei (Iv), Adriano Zuccalà (M5s), Alessio D`Amato (Azione) Claudio Marotta (Avs) e Alessandra Zeppieri (Polo progressista) – e oggi una questione di merito, nello specifico legata alla norma sull’Alta Tuscia, che divide lo stesso centrodestra laziale tra FDI e FI. Siamo contenti di apprendere dal Presidente Rocca che questa settimana la crisi si risolverà definitivamente ma segnaliamo che sono due mesi che c’è un comunicato dei coordinatori dei partiti del centrodestra che ogni settimana affermano che è la settimana decisiva per la soluzione. Speriamo che il Presidente Rocca sia più capace dei coordinatori regionali dei partiti di centrodestra a cui, sbagliando, ha demandato la soluzione della crisi politica della maggioranza alla regione Lazio”.