Paolo Trancassini, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, stamane s’è comportato come un “pattugliatore” della marina militare: ha sparato un colpo di avvertimento a Forza Italia a scopo di deterrenza. Il risultato è che la “corvetta” degli azzurri ha cambiato rotta ed è rientrata nel gruppo di “imbarcazioni” della maggioranza. La novità odierna alla Pisana doveva essere la comunicazione del presidente Francesco Rocca sul nuovo assetto in esecutivo ed invece s’è ridotta ad una manovra nell’alto mare della crisi infinita della maggioranza. Siamo al quarto mese di fibrillazioni, undicesima seduta consiliare in cui non si riesce a dibattere sul documento di economia e finanza regionale (Defr), mentre in agenda consiliare restano 30 ordini del giorno da discutere, a seguire il Defr: quindi il collegato al Bilancio e il rendiconto 2023. Un vero e proprio ingorgo di documenti finanziari di assoluta priorità che rischia di schiantare definitivamente l’azione della coalizione di governo, oggi rallentata in maniera palese. Fatto sta che in mattinata Trancassini lascia partire la “cannonata”: se non si risolve la crisi politica in Regione Lazio “si va al voto”, dice a margine di un evento nella capitale. Di lì a poco i due assessori forzisti, Schiboni e Regimenti, si presentano regolarmente nella seduta di giunta convocata da Rocca. È allarme rosso (Defcon 1 direbbero in un film americano) tra i consiglieri che a tornare alle urne non ci pensano proprio. Ma provvede lo stesso Trancassini – a stretto giro di agenzie di stampa – a far ritornare l’allarme sul verde, “Defcon 4” insomma: “Ho appena appreso che Forza Italia parteciperá ai lavori del Consiglio regionale del Lazio per la discussione del documento di economia e finanza regionale – scandisce il leader meloniano -, è un bel segnale perchè indica che abbiamo imboccato la strada giusta per uscire dalla crisi”.
Rocca tenta di fare il pompiere e non vuol toccare la vice presidenza
Nelle stesse ore Rocca rilascia, però, dichiarazioni rassicuranti in evidente contrasto con le parole del coordinatore FdI Lazio e con la situazione che si registra nell’assemblea regionale: “Mi sembra una panna montana – esordisce -. Che ci siano in una coalizione dei confronti è fisiologico. Ma andrebbe verificato se l’azione amministrativa si è fermata o meno. Io dico che non si è mai fermata. Un rimpasto? Vediamo cosa avviene nei prossimi giorni. Noi non ci abbiamo mai pensato. Ora sto attendendo alcune risposte, ma tutto questo senza che la nostra azione si sia mai fermata. Dobbiamo essere anche più bravi noi nella comunicazione – ha aggiunto -. Stiamo lavorando ma passa l’idea che ci sia una crisi. Non è vero. Se andrò oggi in Consiglio? In Consiglio va tutto bene, il medico va dove c’è una malattia”. Ma la sitiuazione politica in maggioranza non sembra mutata, Forza Italia chiede il terzo assessorato ed in caso di diniego è pronta a passare all’appoggio esterno. Il riassetto di deleghe con il passaggio agli azzurri della vice presidenza della FdI Roberta Angelilli e della delega all’Urbanistica del leghista Pasquale Ciacciarelli resta sul tavolo. Anche se Rocca sembra aver fatto un passo indietro almeno sul ruolo di numero due dell’esecutivo, avendo dichiarato: “Sono orgoglioso di avere come vicepresidente Roberta Angelilli, una vicepresidente donna preparata e competente e straordinaria come poche. Lo dico per chiarezza”. Quindi? Cosa dovrebbe andare a Forza Italia per riequilibrare la situazione dopo l’incremento di consiglieri azzurri da 3 a 7 alla Pisana? Mistero buffo. Sono passati ormai dieci giorni dal rientro del presidente dalla missione negli Usa, si era impegnato a risolvere la crisi motu proprio: così fino ad oggi non è stato. Ma ormai si parla di un ulteriore slittamento a lunedì, sempre con appuntamento nello scenario del consiglio regionale, di fronte al quale Rocca dovrebbe riferire del nuovo assetto. Ma vedremo nelle convocazioni a quando effettivamente sarà aggiornata la seduta.
Seduta alla Pisana con 4 ore di ritardo, opposizione scatenata
Intanto l’assemblea alla Pisana, convocata per le 11,30 di stamane, è iniziata – sotto la presidenza del facente funzioni Pino Cangemi in seguito sostituito dal titolare Antonello Aurigemma – dopo le ore 15. Si è andati avanti con dichiarazioni di capigruppo e consiglieri di opposizione sulla situazione politica di stallo. Mario Ciarla (Pd) parla di “crisi più pazza del mondo”. Invita Rocca a presentarsi “in aula, a 20 giorni dal ritorno dagli Usa dicendo che avrebbe risolto la crisi, ma dopo due settimane le condizioni sono peggiorate e non migliorate”. Il pentastellato Valerio Novelli attacca: “Non potete continuare a nascondere la polvere sotto il tappeto. La Regione è completamente ferma e non va avanti”. Sulle proposte di legge bloccate da mesi si sofferma Claudio Marotta (Avs). Marietta Tidei (Iv) ricorda le parole di Trancassini sulla eventualità di tornare al voto e denuncia come non possa parlare così il rappresentante di un partito, come Fratelli d’Italia, che gestisce largamente il potere regionale avendo propri uomini in tutte le posizioni-chiave. Alessio D’Amato (Azione) sostiene che la Regione Lazio è simile ad una “Rsa istituzionale”, caratterizzata da una perdita di autorevolezza. “Rocca si impegnava a risolvere questa crisi – alza il tono l’ex assessore alla sanità – ed oggi ci dice che è panna montata. Veramente lui pensa che questa situazione non determini un rallentamento della situazione amministrativa? State scherzando o vivete in una campana di vetro? Mai accaduto nella storia dell’istituzione, da quando c’è l’elezione diretta della presidente, che siano trascorsi 4 mesi senza approvare il documento di finanza regionale”. Marta Bonafoni (Pd) definisce la maggioranza come un “morto che cammina”. Massimiliano Valeriani (Pd) si dice “dispiaciuto perché non ho capito chi guida qui. Scherzi a parte, ci state facendo rimpiangere Storace, c’era una destra autorevole”. Emanuela Droghei (Pd) afferma: “I cittadini non capiscono più a cosa serva questa istituzione che invece è preziosa e deve mettere a terra quasi 20 miliardi di euro di investimenti per lo sviluppo dei nostri territori. Colleghi di maggioranza diteci come avete intenzione di farci uscire dal profondo imbarazzo nel quale ci avete cacciati”.
Stazione Tav a Ferentino, Roma-Latina e Zes: impegni e promesse
Buone notizie per le province di Frosinone e Latina dal convegno della Cisl lazio sulle proposte di sviluppo. IL presidente Francesco Rocca ha infatti affermato che “nella finanziaria basterebbero circa 100 milioni per la stazione Alta velocitá a Ferentino, in provincia di Frosinone, che non è negoziabile, e 300 per la Roma-Latina. Quindi 400 milioni in totale. Sono opere fondamentali per far ripartire questi territori. Penso anche alla Civitavecchia-Caprinica-Orte su ferro, per far partire il polo merci e far usare le banchine inutilizzate del porto di Civitavecchia anche alla Msc di Aponte. Stiamo lavorando incessantemente sulla Salaria. Sulle infrastrutture si scontano 40 anni di assenza di visione”, ha concluso Rocca. Enrico Coppotelli, segretario generale della Cisl Lazio, da parte sua, ha sostenuto: “Crediamo che la Regione debba ripartire. Per questo abbiamo fatto oggi alcune proposte rivendicative e partecipative, inoltrate al presidente della Regione Lazio ma anche ad assessori, consiglieri, senatori e deputati. Partiamo dalla Capitale che ha la grande opportunità del Giubileo e arriviamo ai territori con l’imprescindibile Zes speciale nel Lazio, su cui abbiamo ricevuto una grande apertura da parte di tutti gli intervenuti. Crediamo sia opportuno che il Lazio venga agganciato ai benefici del Mezzogiorno d’Italia perché alcuni territori non hanno la capacità di una crescita importante come Roma”. Si portano a casa tra impegni e promesse, quindi, la stazione in Linea Tav a Ferentino, l’autostrada Roma-Latina e la riapertura del capitolo Zes almeno per le province di Frosinone, Latina e Rieti. Non resta che incrociare le dita