Nonostante quella di ieri sera sia stata una seduta di consiglio regionale essenzialmente tecnica, la politica è apparsa comunque tra i temi protagonisti perché le opposizioni hanno trascinato la maggioranza nella discussione, nel tentativo di chiarire la crisi di rapporti tra Forza Italia da una parte e presidente Francesco Rocca e resto della coalizione dall’altra, sfociata nelle diserzioni dei rappresentanti azzurri nella prima convocazione consiliare prima e della seduta di giunta poi. “Oggi siamo in aula – ha dovuto scandire Giorgio Simeoni, capogruppo di Forza Italia – perché i due punti in discussione sono ritenuti essenziali dall’assessore al Bilancio. Nella maggioranza si è aperta una verifica, Forza Italia vuole essere ancora più protagonista nell’azione di Governo portata avanti in maniera positiva in questi mesi”. Il capogruppo di Fratelli d’Italia, Daniele Sabatini, da parte sua ha chiosato: “Ringrazio tutti i consiglieri presenti oggi, sia di maggioranza che di opposizione, per aver dimostrato un grande senso di responsabilità, consentendo la convocazione del Consiglio con un preavviso di poche ore, per discutere due provvedimenti di grande importanza. Mercoledì c’è stato un inciampo della maggioranza, nelle democrazie ci si confronta e si discute. Siamo una maggioranza trasparente, nei prossimi giorni proseguiremo il confronto”.
L’opposizione punta l’indice sull’immobilismo che perdura
Il capogruppo del Pd, Mario Ciarla, ha parlato di “evidente crisi politica del centro-destra, non si tratta soltanto di questioni di equilibri fra le diverse forze politiche che compongono la maggioranza, c’è la difficoltà di un modello di governo in cui manca collegialità”. Nello stesso solco gli interventi di Marietta Tidei (Iv), Daniele Leodori (Pd), Eleonora Mattia (Pd), Massimiliano Valeriani (Pd), Emanuela Droghei (Pd), Michela Califano (Pd), Alessio D’Amato (Azione), Claudio Marotta (Avs). “Credo che sia sbagliato, da parte della maggioranza, ignorare ciò che sta accadendo tra di voi – ha attaccato in particolare Leodori -. È ormai evidente che si sia aperta una crisi operativa e non politica. Parlo di crisi operativa perché anche all’interno della maggioranza sta crescendo la preoccupazione per questo immobilismo che continua a perdurare da inizio mandato e non permette di offrire risposte ai cittadini del Lazio. Tempo fa dicevo che, dopo un anno di governo, era finito il tempo del riscaldamento e bisognava iniziare a giocare. Ma qui a distanza di 16-17 mesi siamo ancora in attesa che qualcuno fischi il calcio d’inizio e questa cosa non è più tollerabile”. L’opposizione ha parlato anche di “mancanza di iniziativa politica da parte della Regione, unica a votare a favore del provvedimento nazionale sulle liste di attesa” e ha chiesto che il presidente della Regione, Francesco Rocca, venga “in Aula per spiegare quello che sta accadendo in maggioranza”.
Righini ottiene l’ok all’assestamento di bilancio 2024-2026
In ogni caso la Pisana ha approvato con 31 voti favorevoli e 10 contrari l’assestamento delle previsioni di Bilancio 2024-26. Nel corso della seduta è stata approvata anche la proposta di legge n. 165 (31 voti a favore e 8 contrari) che contiene il riconoscimento di debiti fuori bilancio, derivanti da sentenze passate in giudicato, per un totale di circa 2 milioni di euro. In questo provvedimento sono state inserite, tramite emendamenti di Giunta approvati dall’Aula, anche norme che riguardano gli enti sanitari, in particolare la copertura finanziaria dei fondi di dotazione negativi delle aziende, in risposta a rilievi del ministero dell’Economia e delle finanze. L’assestamento di Bilancio, come ha spiegato l’assessore Giancarlo Righini nella sua relazione – rilanciata dall’Agenzia Dire – è un provvedimento di natura esclusivamente tecnica. Per quanto riguarda la parte disponibile è presente un disavanzo di 283 milioni. I dati assestati di entrate e spese si attestano a 39 miliardi in termini di competenza, 34 in termini in cassa per il 2024. L’assessore ha ribadito il mancato ricorso al mercato finanziario. L’assestamento, a termini di legge, viene presentato in attesa del giudizio di parifica della Corte dei conti che potrebbe comportare variazioni nelle varie voci e quindi si renderebbe necessaria un’ulteriore manovra di bilancio.
Crisi Stellantis martedì davanti alla commissione attività produttive
Intanto resta alla ribalta anche della Regione Lazio la crisi Stellantis e dell’indotto automotive che colpisce particolarmente il Cassinate con lo stabilimento di Piedimonte San Germano e l’intero Lazio sud. L’azienda ha annunciato uno stop produttivo esageratamente lungo, tra il 31 luglio e l’8 settembre. Un fermo impianti che la dice lunga sulle intenzioni dei francesi che continuano a mantenere piena occupazione e impianti saturi solo al di là delle Alpi. Martedì alla sala Etruschi, la XI Commissione – Sviluppo economico e attività produttive, start-up, commercio, artigianato, industria, tutela dei consumatori, ricerca e innovazione, terrà un’audizione sulla situazione dello Stabilimento Stellantis di Cassino-Piedimonte San Germano. Sono stati invitati: Roberta Angelilli, vicepresidente della Regione e assessore allo Sviluppo economico, Commercio, Artigianato, Industria, Internazionalizzazione; Luca Di Stefano, presidente della Provincia di Frosinone; Enzo Salera, sindaco di Cassino; Gioacchino Ferdinandi, sindaco di Piedimonte San Germano; Raffaele Trequattrini, commissario straordinario del Consorzio industriale del Lazio; Francesco Borgomeo, Unindustria Cassino; Nino Polito, Federlazio Frosinone; Guido D’Amico, ConfimpreseItalia; Mirko Marsella, Fim-Cisl; Donato Gatti, Fiom-Cgil; Maurizio Stabile, Fismic; Armando Valiani, Ugl Lazio; Francesco Giangrande, Uilm-Uil. La Cisl Lazio ha di recente sottolineato come nel primo semestre di quest’anno dallo stabilimento di Cassino sono usciti 15.900 veicoli: rispetto allo stesso periodo del 2023, c’è stata una drammatica flessione negativa del -38,7%. Tanto per avere un raffronto, nel 2017 la produzione, solo nel primo trimestre, è stata di 153.263 veicoli con un’occupazione di oltre 4.500 addetti. Oggi, con gli ultimi esodi incentivati, lo stabilimento ex Fiat si avvia ad avere meno di 2500 dipendenti diretti.