Zagarolo – I figli vanno in ospedale per capire come sta la madre ma la donna è deceduta già due giorni prima. Il triste episodio si è verificato nei giorni scorsi; venerdì 1° dicembre è la data in cui l’ospedale “Coniugi Bernardini” di Palestrina, in provincia di Roma, ha registrato il decesso della signora Fogliana Brini, di anni 86.
La donna, affetta da patologia, era stata trasferita il recente 27 novembre dalla RSA “Turati” presso il nosocomio, a seguito del riscontro di un considerevole abbassamento dell’emoglobina per cui si erano ritenute opportune delle trasfusioni di sangue. La signora Fogliana, positiva al Covid, era stata ricoverata ed in osservazione nel reparto deputato, al Pronto Soccorso della struttura sanitaria di Palestrina.
I figli Paola ed Alessandro D’Ambrosi, quest’ultimo consigliere comunale dell’ente di Zagarolo, non potendo assistere fisicamente la madre a causa delle limitazioni imposte dal Covid, si recavano o telefonavano regolarmente al Pronto Soccorso per sincerarsi sulle sue condizioni: puntualmente venivano informati sulla situazione clinica della donna. Nella giornata dello scorso mercoledì avevano parlato con uno dei medici dell’ospedale il quale li aveva rassicurati, asserendo che la donna sarebbe presto tornata in RSA. E così, giorno dopo giorno, erano stati tranquillizzati dagli operatori sanitari. «Vostra madre è stabile, si sta rimettendo», le ultime parole in risposta alla telefonata di sabato 2 dicembre.
Nella giornata successiva, domenica 3, Alessandro decide di recarsi in ospedale per parlare personalmente con medici ed infermieri. L’operatore di turno in Pronto Soccorso comunica al figlio che il letto della madre è vuoto, la signora non è più in stanza. Ipotizzando che la donna fosse stata dimessa e trasferita presso la RSA “Turati”, dopo alcune verifiche la scioccante notizia: la signora Fogliana era deceduta alle 21:40 di venerdì sera, ben due giorni prima. Sconvolto ed incredulo Alessandro insiste: «Non può essere vero, ci deve essere un errore, ho telefonato ieri e mi avete detto che mamma era stabile» ed invece l’amara conferma: la donna era in camera mortuaria, dentro un sacco nero, così come previsto dalle disposizioni per i decessi con Covid. Dalle 21:40 di venerdì al pomeriggio di domenica nessuno aveva informato la famiglia circa l’improvvisa dipartita della paziente: e se il figlio Alessandro non si fosse fisicamente recato in ospedale? quanto tempo ancora sarebbe trascorso?
Il medico del Pronto Soccorso – stando al racconto del figlio della donna – si è giustificato sostenendo che si fosse trattato di un “errore umano” in quanto avrebbe sbagliato a digitare il numero di telefono. Una scusante sicuramente poco plausibile a parere della famiglia: «Ci sentivamo tutti i giorni, se non chiamavamo noi era il Pronto Soccorso a telefonare per ragguagliarci, si sbaglia a comporre il numero per riferire una notizia così importante? E poi, un solo tentativo per informarci della morte di nostra madre?».
La causa del decesso della signora Fogliana è da confermare. Intanto i figli Alessandro e Paola hanno depositato un esposto presso la Stazione dei Carabinieri di San Cesareo. «Tutto ciò è inaccettabile, riteniamo sia stata offesa la dignità di nostra madre e dell’intera famiglia. Mamma è morta da sola, nessuno ci ha avvisati, eravamo fiduciosi che presto l’avremmo riabbracciata, gli stessi medici ci avevano dato una speranza ed invece mamma è morta, nell’indifferenza, e noi non abbiamo potuto nemmeno sentire la sua voce un’ultima volta. Ci hanno tolto anche questo». In risposta il direttore generale della ASL, dr. Giorgio Santonocito, ha assicurato che sono state avviate delle indagini interne.