Gli esseri umani sono esposti a radiazioni, sia prodotte dalle attività umane che di origine naturale. L’esposizione al radon nelle abitazioni e le esposizioni a scopi medici sono le principali fonti di esposizione a radiazioni ionizzanti della popolazione. Molta attenzione suscitano anche le crescenti esposizioni a radiazioni non ionizzanti connesse agli sviluppi tecnologici dei mezzi di comunicazione.
L’Istituto Superiore di Sanità (ISS), fin dalla sua fondazione, ha sempre tutelato e promosso la salute pubblica anche tramite la protezione dai rischi derivanti dalle esposizioni alle radiazioni, incluso il loro uso ottimizzato in ambito medico per le applicazioni terapeutiche e diagnostiche. Questa attività viene svolta anche attraverso collaborazioni nazionali e internazionali (ad es., dal 2018, in ISS opera un Centro di collaborazione OMS su “Radiation and health”).
Le radiazioni sono classificate a seconda della loro capacità di ionizzare la materia che colpiscono, cioè di modificare il numero di elettroni di un atomo, a cui corrispondono diversi possibili danni agli organismi esposti:
- radiazioni ionizzanti (raggi X e gamma e particelle subatomiche, ad es. particelle alfa)
- radiazioni non ionizzanti (onde elettromagnetiche a bassa energia, ultrasuoni)
Le radiazioni ionizzanti possono irradiare il corpo umano dall’esterno (ad esempio, durante un esame radiografico) oppure dall’interno a seguito dell’inalazione o ingestione dei cosiddetti isotopi radioattivi (ad es., l’inalazione di radon presente nelle abitazioni o l’ingestione di isotopi presenti in alimenti a seguito di contaminazione prodotta da incidenti nucleari).
Le informazioni presenti sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità hanno l’obiettivo di contribuire a informare sulle sorgenti di radiazioni, sui livelli di esposizione e sui relativi rischi per la salute, basandosi sulle attività di ricerca, consulenza e coordinamento svolte dall’ISS.