Venerdì 4 aprile 2025, al Liceo Classico di Frosinone si è vissuta una giornata fuori dall’ordinario. Niente versioni di greco, niente interrogazioni, niente vocabolari sul banco. Eppure, cultura a non finire. Una cultura che prende nuove forme: si fa voce, emozione, passione. Si fa radio.
Nel cuore di un percorso di orientamento pensato per aprire nuovi orizzonti agli studenti, si è tenuto un incontro che ha unito sport e sapere, racconto e geografia, memoria e immaginazione. Due gli ospiti d’eccezione: il prof. Paolo Sellari, docente universitario, e Francesco Repice, inconfondibile voce della radiocronaca sportiva italiana.


La Voce che racconta l’Italia (e la fa emozionare)
Non si è trattato di una semplice conferenza. È stato un vero viaggio sonoro guidato da Repice, capace di portare gli studenti da un gol allo stadio a un angolo remoto della storia. La sua celebre cronaca della finale dell’Europeo 2021 è stata il punto di partenza per riflettere su come una partita possa trasformarsi in racconto epico, capace di attraversare Firenze, Roma, Napoli, la Sicilia, fino alla “sinuosissima Venezia”. Una narrazione che supera il campo da gioco: diventa geografia vissuta, memoria condivisa, identità culturale.

Leggere per raccontare: l’arte delle parole e il potere della radio
Francesco Repice ha parlato anche della sua formazione, cominciata proprio tra i banchi di un liceo classico. Ha spiegato quanto conti la lettura – di libri, giornali, scritte sui muri – per nutrire un linguaggio che non sia solo corretto, ma anche potente. Perché le grandi imprese sportive, ha sottolineato, diventano leggendarie anche grazie a chi le racconta. E le parole, prima ancora di usarle, bisogna saperle cercare. Sorprendente l’attenzione e la preparazione degli studenti e delle studentesse: le domande non si sono fatte attendere.
Si è parlato di Superlega, di calcio come strumento politico e sociale, di come le mappe cambino insieme ai campionati (basti pensare alla dissoluzione della Jugoslavia). Ma anche di come, dietro un soprannome sportivo – gli Scaligeri, i Lariani, gli Irpini, i Partenopei – si nasconda un mondo fatto di storia e cultura. In un’epoca dominata dal video, Repice ha ricordato il fascino intatto della radio: uno strumento che lascia spazio all’immaginazione, che accompagna e non impone, che suggerisce più di quanto mostri. Una voce può far sognare, commuovere, unire. E forse, proprio per questo, gli studenti hanno ascoltato con così tanto trasporto.
Quando una voce accende la cultura
A chiudere l’incontro, un pensiero condiviso tra chi ascoltava e chi raccontava: il calcio, pur essendo solo un gioco, riesce spesso a farsi specchio della società, a condensare emozioni, a spiegare il mondo con una semplicità disarmante. È nelle sue storie che troviamo la passione collettiva, i sogni di un popolo, le contraddizioni di un’epoca. È nello sport – e nella parola che lo racconta – che la cultura prende una forma nuova, più viva, più vicina. Un’occasione preziosa che ha mostrato agli studenti quanto anche una radiocronaca possa essere letteratura, quanto una voce possa essere cultura, e quanto la scuola, se sa aprirsi e osare, può davvero lasciare un segno.
E se questo segno oggi è arrivato forte e chiaro, lo si deve anche alla visione del Dirigente Scolastico Francesco Cozzolino, che ha creduto nel potere di un racconto fatto bene. Perché in fondo, ogni buon racconto – proprio come ogni buona lezione – comincia con l’ascolto.