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Pronto soccorso di Cassino sotto accusa. Due giovani: uno morto e uno operato in ritardo. Parte l’indagine

Cassino - Uno studente universitario palestinese sottoposto a intervento urgente dopo 12 ore. Verifiche della Polizia

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Due casi drammatici a distanza di poche ore. Due giovani, entrambi studenti universitari. Uno, Charles, vittima di due cadute in monopattino e morto dopo essere stato dimesso dall’ospedale di Cassino. L’altro, uno studente palestinese, sottoposto a un intervento urgente con dodici ore di ritardo. Ora la Polizia di Stato, su mandato della Procura, sta analizzando l’intero funzionamento del pronto soccorso cittadino.

La sequenza dei fatti è inquietante. Charles, la notte tra venerdì e sabato, era arrivato in treno a Cassino da Ceprano poco dopo la mezzanotte. Prima un giro in centro, poi il tragitto verso casa con il suo monopattino. In via Virgilio la prima caduta, soccorso da un passante. Poi la seconda, più violenta, in via San Marco, dove ha battuto l’addome contro il marciapiede. Le sue condizioni, stando a una prima ricostruzione, erano gravi, ma resta da accertare se siano state trattate con la dovuta urgenza.

Gli investigatori stanno vagliando ogni elemento: i tempi di arrivo al pronto soccorso, le eventuali comunicazioni tra l’equipaggio del 118 e il personale medico, la gestione del triage e le cure prestate. L’autopsia, prevista per giovedì, potrà chiarire se un intervento più tempestivo avrebbe potuto salvargli la vita.

Ma non è tutto. Poco prima del ricovero di Charles, un altro studente – di nazionalità palestinese – era giunto in pronto soccorso per una grave patologia a carico dei genitali. Nonostante la gravità della condizione, il ragazzo sarebbe rimasto in attesa per dodici ore prima di essere operato. Solo allora è stato sottoposto a un intervento salvavita. Le sue condizioni sono ora stabili, ma la polizia ha acquisito il referto clinico per confrontarlo con la gestione del caso Charles.

Due episodi che gettano pesanti ombre sull’efficienza del pronto soccorso di Cassino. Le indagini sono in corso e si concentrano su eventuali responsabilità individuali o sistemiche. Il timore è che non si tratti di casi isolati. La comunità universitaria segue con sgomento gli sviluppi, mentre si moltiplicano le richieste di chiarezza e trasparenza. Anche l’Asl di Frosinone – con una nota in cui si dice vicina alla famiglia di Charles – comunica di aver avviato verifiche interne. L’impressione è che la vicenda non si concluderà presto, e che le indagini possano portare a importanti conseguenze sia giudiziarie che amministrative.

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