Nella mattinata di ieri, a partire dalle ore 11:30, si è tenuta un’altra udienza relativamente al processo a carico di Roberto e Mattia Toson, rispettivamente padre e figlio, accusati di essere gli autori dell’omicidio del giovane studente Thomas Bricca, di Alatri, ucciso con un colpo di pistola alla nuca nella sera del 30 gennaio 2023 mentre si trovava con alcuni amici sulla scalinata del Girone, nel pieno centro della città. Un dibattimento lungo, terminato ben oltre le 18:00, durante il quale sono stati ascoltati il teste Colonnello Claudio Ciampini per la Procura della Repubblica ed i consulenti della difesa, prof. Maurizio Cusimano e l’ing. Francesco Di Gennaro.
Un’escussione precisa e dettagliata quella del Colonnello dei Carabinieri del RIS, dr. Claudio Ciampini: il teste ha spiegato come sia impossibile eseguire una perizia antropometrica attendibile, che stabilisca l’altezza di conducente e passeggero dello scooter utilizzato per raggiungere via Liberio ed uccidere Thomas. La scadente qualità delle immagini fornite dalle telecamere di videosorveglianza, considerata anche la distanza e la velocità del motorino, non permettono di rilevare dati credibili. «Con le immagini in nostro possesso non è possibile effettuare alcuna misurazione», conferma il col. Ciampini. Così come non può essere definito il colore del casco del guidatore dello scooter, verosimilmente scuro ma non inequivocabilmente nero: «È evidente che il conducente indossi un casco scuro rispetto a quello chiaro del passeggero».
Il clima dell’udienza è stato alterato da alcune “insinuazioni” sollevate dall’avvocato della difesa Umberto Pappadia il quale ha introdotto un file, una e-mail senza data e senza firma, non presente agli atti processuali, contenente delle immagini zoommate provenienti da sceenshot del video ufficiale, reputate da Pappadia “più nitide”: il presidente della Corte d’Assise, il giudice Francesco Mancini, non ha ritenuto che il documento potesse apportare un contributo al processo per cui non ha ammesso le domande sul file e la valenza probatoria dello stesso, non essendo un atto processuale, respingendo la richiesta della difesa ad acquisire le immagini. Mancini, inoltre, rivolgendosi a Ciampini, ha fatto chiarire che anche immagini più nitide non fornirebbero elementi utili per definire l’altezza degli assassini in quanto la misurazione risulterebbe falsata dalla postura dei soggetti in sella allo scooter, dal baricentro di questi rispetto al sellino, dallo stato di usura dello stesso sellino, dal casco, se imbottito o meno. Tensioni ci sono state anche quando Ciampini, quindi, ha posto dei dubbi sulla consulenza prodotta da Cusimano relativamente alle “ipotetiche” altezze dei soggetti.
In effetti le “ipotetiche” misure prodotte dal prof. Maurizio Cusimano, antropologo forense, consulente per la difesa dei Toson, non sembrerebbero aver convinto l’aula: molte le perplessità circa l’utilizzo dell’intelligenza artificiale generativa. Questa, infatti, affinché generi un’informazione finale deve essere “istruita” con una serie di input che favoriscano, per l’appunto, la generazione dell’algoritmo: se gli input sono errati, l’output che ne viene fuori, ovvero i dati che si ricavano dall’elaborazione dell’intelligenza artificiale, saranno ovviamente distorti. Come si fa a stabilire che lo scooter fosse un TMAX? Cusimano spiega «Io non posso avere contezza del mezzo, ho le indicazioni fornitemi dalla difesa sulle quali ho fatto le mie valutazioni. Dalle immagini in mio possesso non posso accertare il modello dello scooter o le condizioni del sellino o l’imbottitura del casco». Dalla risposta di Cusimano all’avv. Nicola Ottaviani, per l’accusa, si evince quindi che il ragionamento sulle sommatorie delle altezze possa avere risultati diversi se fatto con parametri diversi: “se all’intelligenza artificiale avessimo fornito parametri diversi ovviamente avremmo avuto informazioni finali diverse”.
La lunga udienza si è chiusa con l’escussione dell’ing. Francesco Di Gennaro, tecnico analista, esperto di infortunistica stradale, consulente per la difesa, il quale ha fatto delle considerazioni sull’attività di PG relativa ai tempi di percorrenza del tragitto percorso dagli assassini per raggiungere ed allontanarsi dal luogo del delitto. A suo avviso le tempistiche rilevate nella ricostruzione fornita dalle indagini di PG aumentano di almeno il 30/40% rispetto alla sua riproduzione se si considerano le temperature ed il fondo stradale della sera dell’omicidio, le condizioni del manto stradale, le pendenze ed i tornanti della strada, i limiti di velocità. Alla domanda del PM Rossella Ricca, il consulente Di Gennaro non esclude che il percorso indicato possa essere eseguito nei tempi forniti dalla PG. Chi percorre abitualmente il tragitto, quindi ne conosce pendenze, tornanti e condizioni, di certo non starà ad osservare i limiti di velocità o gli stop, ancor più se sta andando a commettere un omicidio o si sta allontanando dal luogo in cui ha sparato per uccidere. Infine gli avvocati dell’accusa hanno incalzato sulla mancanza di dati certi, non verificati dal consulente Di Gennaro, circa l’aderenza degli pneumatici o le caratteristiche tecniche del mezzo in uso agli assassini, tantomeno – per loro – è stata misurata la velocità massima che si poteva raggiungere sui rettilinei per cui la velocità massima sostenibile indicata dalla consulenza della difesa non è attendibile. – Per l’accusa.
Un processo alle battute finali che, di volta in volta, sembrerebbe aggiungere ulteriori tasselli a carico dei presunti responsabili Roberto e Mattia Toson, padre e figlio: l’accusa smonta ogni elemento prodotto dalla difesa ed insiste sulla responsabilità penale degli imputati i quali continuano a non rilasciare dichiarazioni. L’attività istruttoria non è chiusa: nella prossima udienza, prevista nella mattinata di mercoledì 12 febbraio alle 09:30, verrà escusso l’ultimo teste per la difesa, un perito balistico, e poi le conclusioni del PM Ricca.
Il primo febbraio due anni senza Thomas
Lorenzo Sabellico, zio di Thomas Bricca, considera «Ancora una volta rimaniamo storditi dalle teorie e dai calcoli matematici della difesa. Per noi, la famiglia, è evidente chi siano i responsabili di questo atto malvagio. Resistiamo, vogliamo credere nella giustizia, aspettiamo la sentenza».
Zio Lorenzo aggiunge «Mi preme evidenziare che il primo febbraio, a due anni dalla tragica morte di Thomas, ricorderemo mio nipote con l’iniziativa “Il giorno di Thomas”: invitiamo tutta la cittadinanza a partecipare. Alle ore 17:00 si terrà una Messa presso la chiesa Santa Famiglia in via San Francesco Fuori le Mura ad Alatri. Seguirà una passeggiata con i presenti, soprattutto i giovani, per ricordare il nostro Thomas. È importante sensibilizzare la comunità tutta, principalmente i ragazzi, cercando di tutelare loro dall’indifferenza della società e degli adulti: l’associazione “L’Albero di Thomas” è sempre accanto ai giovani, ai loro disagi, attivi 24ore su 24, con professionisti a disposizione. Presto partirà un altro progetto dedicato ai ragazzi e noi siamo felici per questo».