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Processo Bricca, lo zio di Thomas in aula: “Non volevano sottostare all’egemonia dei Toson”

Oggi in aula udienza fiume. Ascoltati la mamma e lo zio di Thomas Bricca, oltre ai residenti della zona in cui si è consumato il delitto

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Processo Bricca – L’udienza di stamane ha visto il luogotenente del Nucleo Investigativo dei Carabinieri, Salvatore Strusciolo, sul banco dei testimoni. Per circa quattro ore ha risposto alle domande previste dal controesame dell’avvocato Umberto Pappadia per la difesa di Roberto e Mattia Toson, rispettivamente padre e figlio, accusati di essere gli autori dell’omicidio del giovane studente Thomas Bricca, di Alatri, ucciso con un colpo di pistola alla nuca nella sera del 30 gennaio 2023 mentre si trovava con alcuni amici sulla scalinata del Girone, nel pieno centro della città di Alatri.

Sono seguite le testimonianze della madre e dello zio di Thomas, Federica e Lorenzo Sabellico. Così mamma Federica, visibilmente provata, il giorno dopo il compleanno del figlio, ieri infatti Thomas avrebbe compiuto 21 anni, si è seduta dinanzi alla Corte «Thomas era un ragazzo come tanti, da sempre ha vissuto con me, non è mai stato violento. Aveva tantissimi amici. Prima dell’omicidio ho notato la sua inquietudine: sicuramente preoccupato per le risse che c’erano state ad Alatri e per l’atteggiamento aggressivo dei Toson nei confronti degli amici egiziani».

L’attenzione di Thomas emerge anche nella testimonianza di zio Lorenzo: «Mio nipote si confidava con me, mi diceva tutto. Da qualche tempo, prima che venisse ucciso, mi aveva riferito dell’attività vessatoria intrapresa dai Toson nei confronti di alcuni giovani che facevano parte del gruppo che frequentava anche Thomas. In più occasioni mi aveva riferito delle aggressioni che i Toson avrebbero fatto ad Omar. Ricordo che a giugno 2022 avevo personalmente avvicinato i Toson per chiedere spiegazioni circa il loro atteggiamento e questi mi risposero che non ce l’avevano con Thomas ma con “‘sti marocchini del cazzo”, un gruppetto che “voleva alzare la testa”, come se loro avessero un’egemonia sul territorio a cui questi non volessero sottostare. Thomas aveva paura che succedesse qualcosa, era a conoscenza che Omar venisse pedinato dai Toson. Lui non era un ragazzo violento ma parecchio sensibile. Dinanzi alle ultime due risse che hanno preceduto l’omicidio, avevo chiesto a mio nipote che evitasse di frequentare Omar, di uscire in compagnia e stare sempre in zone affollate».

La famiglia di Thomas Bricca conferma la sua fiducia nelle istituzioni, aspetta che si faccia giustizia. Contestualmente all’escussione dei residenti dell’area immediatamente prossima al luogo dove è stato commesso il crimine, è stato riprodotto un filmato in aula, realizzato da un videomaker professionista, grazie agli elementi emersi dalle indagini ed alla relazione dei RIS: una sorta di simulazione che rispetta tutti gli elementi reali della vicenda, anche le condizioni climatiche. Dal filmato emerge che la figura di Thomas, ed in particolare il volto, nel momento in cui è stato raggiunto dal proiettile alla testa, si trovava sotto un lampione per cui si vedeva chiaramente: un momento che ha destato emozioni forti nei presenti.

All’uscita dall’aula anche papà Paolo Bricca, che è stato ascoltato nell’ultima udienza, si è lasciato andare a delle esternazione ribadendo la sua fiducia nella giustizia. Il processo è stato aggiornato al prossimo 11 novembre.

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