Il programma di rilancio della produzione del peperone Dop è entrato nella fase operativa. Sono 12 gli imprenditori agricoli che hanno formalizzato la disponibilità ad avviare, già in questi giorni, la piantagione dei semi selezionati in purezza, messi a disposizione dall’agenzia regionale Arsial e dalle due aziende che hanno certificato il prodotto la scorsa annata, ossia Pelle e Natoni.
Alla riunione, presieduta da Gaetano Spiridigliozzi, consigliere delegato alle politiche agricole, sono intervenuti anche il presidente della Fiera del Basso Lazio, Enzo Molle, Valerio Fresilli del collegio degli agrotecnici e Gianpiero Aquila, agronomo.
Il confronto ha riguardato soprattutto il costo economico che i produttori dovranno sostenere per la certificazione della qualità del prodotto. “Una spesa inevitabile, ma stiamo lavorando – spiega Spiridigliozzi – perché già dal prossimo anno questo esborso non ricada più sulle singole aziende. Abbiamo riaperto il dialogo con la Camera di Commercio, confidiamo sulla disponibilità del presidente Giovanni Acampora di voler sostenere la ripartenza produttiva di una tipicità Dop unica nel panorama delle eccellenze agroalimentari laziali”.
“Abbiamo una chiara responsabilità nei confronti della città, non solo dei produttori. La Dop sta vivendo il suo momento più critico. Si deve ripartire e lo stiamo facendo in fretta con l’obiettivo – aggiunge il sindaco Anselmo Rotondo – di allargare la base produttiva intanto per la sopravvivenza del nostro più celebre ortaggio e, in seconda battuta, per tornare a quantitativi di prodotto finalmente significativi e determinanti anche per l’economia delle aziende agricole”.
Il prossimo incontro servirà per chiarire il percorso amministrativo più utile per rimettere in carreggiata il Consorzio di Tutela del peperone Dop. Tra le ipotesi di lavoro sul tavolo, c’è anche quella di istituire l’associazione dei produttori.